Société anonyme des ateliers d'aviation Louis Breguet

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Société anonyme des ateliers d'aviation Louis Breguet
StatoBandiera della Francia Francia
Fondazione1911 a Vélizy-Villacoublay
Fondata daLouis Charles Breguet
Chiusura1971
Sede principaleLe Havre
SettoreAeronautico
Prodottiaerei civili e militari
alianti
Il biplano Breguet Type R.U1 No.40 del 1911 esposto al Musée des arts et métiers di Parigi.

La Société anonyme des ateliers d'aviation Louis Breguet, conosciuta anche semplicemente come Breguet Aviation, venne fondata nel 1911 da Louis Charles Breguet.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Inizialmente nello stabilimento di Vélizy-Villacoublay, vicino a Parigi, si dedicò alla costruzione in piccoli numeri di idrovolanti mentre la successiva produzione si concentrò su aerei militari tra cui il Breguet XIV il quale sarà prodotto in quasi 6 000 esemplari.

Il successivo Breguet XIX, prodotto dal 1922 in circa 2 000 unità, fu il velivolo pilotato da Dieudonné Costes e Maurice Bellonte con cui riuscirono ad attraversare l'oceano Atlantico nel 1930 il quale venne ribattezzato Point d'Interrogation o Breguet Super Bidon.

Successivamente alla produzione dei modelli Breguet 27, 521, 730, la Breguet si estese impiantando stabilimenti a Le Havre ed a Nantes. Nel 1939, a seguito della sua nazionalizzazione ed integrazione nei consorzi aeronautici Société nationale de constructions aéronautiques du Nord (SNCAN) e Société nationale des constructions aéronautiques de l'ouest (SNCAO), Breguet acquisisce la Latécoère e riesce a produrre più di 200 esemplari del bombardiere Breguet 690 prima dell'armistizio.

Dal 1945 vengono esplorate nuove possibilità commerciali, anche con il modello 763, un quadrimotore civile da trasporto passeggeri la cui serie venne denominata Breguet Deux-Ponts. Dopo il suo primo volo effettuato nel 1949, l'Air France ne acquistò 12 esemplari che utilizzò dal 1953 al 1971 per le proprie linee in Nordafrica e nel Mediterraneo.

Nel frattempo la Breguet decise di assumere una parte attiva nella diffusione del volo a vela mettendo in produzione una serie economica di alianti, dei quali il capostipite era il monoposto Breguet 901 Mouette.

In tutto questo periodo Breguet svolse un ruolo attivo nello sviluppo dell'aviazione, ma le sue soluzioni tecniche di successo andavano di pari passo con significative difficoltà finanziarie. Nel 1955 Louis Breguet morì, lasciando la conduzione dell'azienda a Sylvain Floirat.

In quel periodo vennero sperimentati nuovi prototipi come lo STOL Breguet Br 940 ed il Br 960 Vultur, entrambi caratterizzati dall'ala "soffiata" che, grazie all'effetto Coandă, generava un aumento della velocità del flusso sul dorso del profilo aumentando di conseguenza la spinta verso l'alto. In base alle esperienze fatte con questi aerei verranno successivamente sviluppati i velivoli di serie Breguet Br 941 e Br 1050 Alizé.

Per partecipare ad un concorso emesso dalla NATO per un aereo da appoggio tattico leggero, Breguet sviluppò il Br.1001 Taon che, pur stabilendo un primato di velocità, non si aggiudicò la fornitura andata all'italiano Fiat G-91.

Nel 1964 venne portato in volo per la prima volta il pattugliatore marittimo Br.1150 Atlantic, frutto di una collaborazione a livello europeo che sarà seguita da una piccola serie e diversi sviluppi.

Nel 1966 Breguet partecipò assieme all'azienda britannica British Aircraft Corporation (BAC) ad un programma di sviluppo dando origine al consorzio anglofrancese Société Européenne de Production de l'Avion d'École de Combat et d'Appui Tactique (SEPECAT) dando origine al cacciabombardiere tattico supersonico Jaguar. Inoltre sviluppò le basi per un addestratore avanzato in collaborazione con l'azienda tedesca Dornier-Werke GmbH che darà origine al Dassault-Dornier Alpha Jet.

Nel 1971 fu infine acquisita dalla Avions Marcel Dassault diventandone una consociata e prendendo il nome di Avions Marcel Dassault - Breguet Aviation (AMDBA).

Produzione (antecedente all'assorbimento Dassault)[modifica | modifica wikitesto]

Altra immagine del biplano Breguet Type R.U1 No.40. Musée des arts et métiers, Parigi.

Alianti[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Marcel Berjon, Le Amis des Avions Breguet, su pagesperso-orange.fr. URL consultato il 17 dicembre 2008.
  • (EN) Maksim Starostin, Breguet Aviation, in Virtual Aircraft Museum. URL consultato il 17 dicembre 2008.
  • (FR) Breguet, in Aviafrance. URL consultato il 2 ago 2009.
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