Silene dioica

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Silene dioica
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
Ordine Caryophyllales
Famiglia Caryophyllaceae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Caryophyllidae
Ordine Caryophyllales
Famiglia Caryophyllaceae
Sottofamiglia Silenoideae
Genere Silene
Specie S. dioica
Nomenclatura binomiale
Silene dioica
(L.) Clairv.
Sinonimi

(vedi testo)

Nomi comuni

Licnide
Gittaione rosso o delle macchie

Silene dioica (nome scientifico Silene dioica (L.) Clairv.) è una pianta erbacea perenne alta fino a 80 cm, pelosa, dai delicati fiori di colore rosa intenso, appartenente alla famiglia delle Caryophyllaceae.

Sistematica[modifica | modifica wikitesto]

Il genere Silene è molto vasto: comprende oltre 300 specie; per lo più erbacee, annue, bienni o perenni. In Italia se ne contano almeno una sessantina di spontanee.

Varietà[modifica | modifica wikitesto]

Questa pianta non ha molte varietà. Qui segnaliamo le più importanti.

  • subsp. dioica (sinonimo = S. var. dioica)
  • subsp. zetlandica (Compton) Clapham (1962) (sinonimo = S. var. zetlandica)
  • var. dioica (sinonimo = S. subsp. dioica)
  • var. foetida (Schkuhr) Santa (1973) (sinonimo = S. var. dioica)
  • var. zetlandica (Compton) Kerguelen (1998) (sinonimo = S. subsp. zetlandica)

Ibridi[modifica | modifica wikitesto]

Facilmente si formano degli ibridi con la specie Silene latifolia con petali colore rosa – chiaro.

  • Silene x hampeana Meusel & K.Werner (1976) (ibrido fra S. latifolia subsp. alba x S. dioica)

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Per motivi diversi, nel tempo, alcuni autori hanno assegnato la nostra pianta a generi diversi, per cui si sono creati diversi sinonimi.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere (Silene) si riferisce alla forma del palloncino del fiore. Si racconta che Bacco avesse un compagno di nome Sileno con una gran pancia rotonda. Ma probabilmente questo nome è anche connesso con la parola greca “sialon” (= saliva); un riferimento alla sostanza bianca attaccaticcia secreta dal fusto di molte specie del genere.
“Dioico” deriva dalla particolarità di avere i fiori unisessuali: o solo maschili o solo femminili.

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione delle parti della pianta

La forma biologica della nostra pianta è emicriptofita scaposa (H scap) : pianta perennante per mezzo di gemme al suolo (emicriptofita), e con asse fiorale più o meno privo di foglie (scaposa).

Radici[modifica | modifica wikitesto]

La radice è del tipo fittonante.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

Il fusto è poco ramoso, ascendente e fragile con pelosità patente. Sia il fusto che le foglie sono leggermente appiccicosi.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie sono pelose, in genere largamente lanceolate (se non ovali) e a disposizione opposta lungo il fusto. Quelle inferiori sono spatolate con picciolo lungo 4 – 6 cm e lamina ellittica (dimensioni delle foglie: larghezza 4 cm; lunghezza 8 cm); mentre quelle superiori sono più piccole e sessili.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

L'infiorescenza è del tipo a pannocchia lassa o più precisamente bipara ampia: ossia i fiori crescono da ambo i lati rispetto al fiore apicale con 3 – 9 fiori totali (infiorescenza chiamata anche “dicasio racemoso”).

Fiori[modifica | modifica wikitesto]

I fiori sono raggiati (a simmetria attinomorfa) e pentameri. Sono inoltre unisessuali (dioici), ossia troviamo piante con soli fiori maschili che hanno solo gli stami; e piante con soli fiori femminili con solo l'ovario e gli stili.

  • Calice: il calice è sinsepalo (vedi gamosepalo), largo 4 mm e lungo 10 – 13 mm e di colore rossastro; non rigonfio come nelle altre specie, ma fusiforme con denti lunghi e acuti di circa 1/5 del tubo (2 mm) e con peli patenti. Il calice dei fiori maschili presenta 10 venature longitudinali; quello dei fiori femminili con un numero doppio di venature. È da notare anche un certo dimorfismo sessuale tra i calici dei due sessi: il calice femminile è più rigonfio e grande in quanto deve contenere l'ovario.
  • Corolla: la corolla è dialipetala con 5 petali, lunghi fino a 25 mm. Sono profondamente bilobi all'apice (più della metà della lunghezza totale del petalo: 12 mm) e lembo di 6 mm. Il colore è rosa fucsia.
  • Androceo: gli stami sono 10.
  • Gineceo: l'ovario è supero tricarpellare e sincarpico con 5 stili.
  • Fioritura: da aprile a settembre
  • Impollinazione: tramite insetti. Infatti il nettare di questi fiori è molto ricercato dai bombi, farfalle e diverse specie di falene. Ma l'impollinazione avviene anche col vento (anemofila).

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è una capsula ovale deiscente per 10 denti revoluti. Dimensione della capsula:10 – 15 mm. Il carpoforo è di 2 mm.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

  • Geoelemento: il tipo corologico è definito come Paleotemp. o Eurisiberiano (secondo altri autori) in tutti i casi originario delle zone fredde e freddo – temperate dell'emisfero boreale.
  • Diffusione: è diffusa in Europa, Asia occidentale, Africa settentrionale. In Italia si trova su tutta la penisola (isole escluse, ma esclusa anche la Puglia).
  • Habitat: La pianta è nitrofila e gli habitat preferiti sono i boschi riparati, prati grassi e arbusteti, ma anche i pascoli mesofili concimati, i megaforbieti, i saliceti ripariali, i pioppeti, i frassineti e gli ontaneti umidi.
  • Diffusione altitudinale: dai 400 ai 2300 m s.l.m.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Farmacia[modifica | modifica wikitesto]

Nella credenza popolare queste piante anticamente erano usate per curare i morsi di serpente (si trituravano i semi).

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Pianta mangereccia, anche se non molto conosciuta. Nel nord-est, in una tipica ricetta popolare, viene usata come ripieno dei ravioli con ricotta.

Industria[modifica | modifica wikitesto]

L'industria da questa pianta ricava saponi.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Wolfgang Lippert Dieter Podlech, Fiori, TN Tuttonatura, 1980.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume terzo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 709.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 252, ISBN 88-506-2449-2.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]