Shuttle diplomacy

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Nella diplomazia e nelle relazioni internazionali, la shuttle diplomacy[1][2] (tradotto come "diplomazia della navetta")[1][3] è l'azione di un intermediario tra due parti in conflitto che non dialogano direttamente.[4] Originariamente e abitualmente, la mediazione non avviene nello stesso luogo e il processo prevede spostamenti successivi ("shuttle") da parte dell'intermediario, dalla sede di lavoro di un mandante a quella di un altro. L'attività di “mediazione” è quindi svolta facendo letteralmente la spola da una parte all'altra dei contendenti.[2]

Il termine fu applicato per la prima volta per descrivere gli sforzi del Segretario di Stato americano Henry Kissinger, a partire dal 5 novembre 1973,[5] che facilitarono la cessazione delle ostilità in seguito alla guerra dello Yom Kippur.

I negoziatori spesso utilizzano la shuttle diplomacy quando uno o entrambe le parti principali rifiutano il riconoscimento dell'altro prima della negoziazione reciprocamente desiderata.

Anche i mediatori hanno adottato il termine “shuttle diplomacy”.[6]

Esempi[modifica | modifica wikitesto]

Una prima forma di shuttle diplomacy emerse alla Conferenza di pace di Parigi nel 1919, quando l'Italia si ritirò brevemente dalla Conferenza per protestare contro il rifiuto delle altre delegazioni internazionali di accogliere le sue rivendicazioni territoriali irredentiste promesse dal Trattato di Londra nel 1915. Al ritorno dell'Italia, il colonnello Edward House della delegazione statunitense tentò di risolvere il conflitto con la Jugoslavia collocando i delegati dei due paesi in stanze separate e tentando di mediare un compromesso tra i due. Gli sforzi di House alla fine fallirono, portando al crollo del governo di Roma del primo ministro italiano Vittorio Orlando e alla presa di Fiume da parte di Gabriele D'Annunzio.[7]

Kissinger continuò a partecipare alla shuttle diplomacy in Medio Oriente durante le amministrazioni Nixon e Ford (1969-1977); esso portò all’accordo provvisorio del Sinai (1975) e agli accordi tra Israele e Siria sulle alture di Golan (1974).[8] Il termine si diffuse durante il mandato di Kissinger come Segretario di Stato.

Subito dopo gli sforzi di Kissinger, la shuttle diplomacy arrivò negli Stati Uniti con le negoziati tra Israele ed Egitto a Camp David. I negoziati furono promossi con successo dal presidente Jimmy Carter.[9]

La Turchia portò avanti una shuttle diplomacy spesso coinvolgendo Israele: la Turchia era il più stretto alleato di Israele nel mondo musulmano, e alcuni paesi arabi (in particolare la Siria, confinante sia sia con la Turchia che con Israele) erano disponibili con Turchia, con la sua popolazione a maggioranza musulmana. Un'altra mediazione turca ebbe luogo tra Russia e Georgia durante la loro guerra nel 2008.[10]

Il segretario di Stato Alexander Haig tentò di utilizzare la shuttle diplomacy per mediare tra il Regno Unito e l'Argentina durante la guerra delle Falkland nel 1982.[11]

Nel 1999 nell'ambito del conflitto in Kosovo i mediatori di Stati Uniti, Russia e Unione europea incontrarono separatamente la delegazione serba e albanese poste in piani diversi nel castello di Rambouillet.[1]

La shuttle diplomacy del presidente francese Emmanuel Macron non ebbe successo nel prevenire l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022.[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Stefano Cera, Le sfide della diplomazia internazionale: Il conflitto nel Darfur - L’escalation della questione cecena: i sequestri di ostaggi del teatro Dubrovka e della scuola di Beslan, LED Edizioni Universitarie, 6 giugno 2012, p. 109, ISBN 978-88-7916-540-2. URL consultato il 15 ottobre 2023.
  2. ^ a b Gianfranco Di Rago, Michelangelo Cicogna e Giovanni N. Giudice, Manuale delle tecniche di mediazione nella nuova conciliazione, Maggioli Editore, 2010, p. 137, ISBN 978-88-387-5633-7. URL consultato il 15 ottobre 2023.
  3. ^ AA.VV, Teoria generale per la formazione politica, Rubbettino Editore, 1º agosto 2022, ISBN 978-88-498-7404-4. URL consultato il 15 ottobre 2023.
  4. ^ Mark Levine, La pace impossibile: Israele/Palestina dal 1989, EDT srl, 29 ottobre 2009, p. 29, ISBN 978-88-6040-893-8. URL consultato il 15 ottobre 2023.
  5. ^ (EN) George Lenczowski, American Presidents and the Middle East, Duke University Press, 1990, p. 131, ISBN 978-0-8223-0963-5. URL consultato il 15 ottobre 2023.
  6. ^ (EN) Robert E. Margulies, How to Win in Mediation (PDF), in New Jersey Lawyer, dicembre 2002, pp. 53-54 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2011).
    «After the opening session, the parties usually break into caucus groups, and the mediator utilizes shuttle diplomacy between the groups in order to identify interests and positions of the parties and help them create solutions.»
  7. ^ (EN) Margaret MacMillan, Richard C. Holbrooke e Margaret MacMillan, Paris 1919: six months that changed the world, Random House trade paperback ed, Random House, 2003, pp. 299-300, ISBN 978-0-375-76052-5.
  8. ^ (EN) Gulshan Dhanani, Israeli Withdrawal from Sinai, in Economic and Political Weekly, vol. 17, n. 20, 1982, pp. 821–822. URL consultato il 15 ottobre 2023.
    «The high points in Kissinger's shuttle diplomacy were:[...] (2) May 1974; the Syrian and the Israeli armies agree to the Golan Heights disengagement»
  9. ^ (EN) corissajoy, Shuttle Diplomacy, su Beyond Intractability, 12 luglio 2016. URL consultato il 15 ottobre 2023.
  10. ^ (EN) Turkey's Erdogan in shuttle diplomacy in Caucasus, in Reuters, 13 agosto 2008. URL consultato il 15 ottobre 2023.
  11. ^ (EN) Falklands: British resolve, US diplomacy; Haig will shuttle between London, Buenos Aires, in Christian Science Monitor. URL consultato il 15 ottobre 2023.
  12. ^ (EN) The invasion of Ukraine has helped entrench Emmanuel Macron, in The Economist. URL consultato il 15 ottobre 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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