Seven World Trade Center
Il Seven World Trade Center è un edificio facente parte dell'omonimo complesso di Manhattan, a New York. Distrutto negli attentati dell'11 settembre 2001, la ricostruzione di un nuovo edificio è iniziata meno di un anno dopo la tragedia. Il nuovo edificio è stato inaugurato nel 2006.
1987–2001
[modifica | modifica wikitesto]Seven World Trade Center | |
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L'edificio originale | |
Localizzazione | |
Stato | Stati Uniti |
Stato federato | New York |
Località | New York |
Coordinate | 40°42′47.88″N 74°00′42.12″W |
Informazioni generali | |
Condizioni | Distrutto |
Costruzione | 1985–1987 |
Inaugurazione | 2 ottobre 1987 |
Distruzione | 11 settembre 2001 |
Uso | uffici |
Altezza |
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Piani | 47 |
Area calpestabile | 56 000 m² |
Ascensori | 29 |
Realizzazione | |
Architetto | Emery Roth & Sons |
Ingegnere | WSP Group |
Appaltatore | Larry Silverstein |
Costruttore | Tishman Realty & Construction |
Proprietario | Silverstein Properties |
Il vecchio Trade Center 7 aveva un rivestimento esterno prevalentemente rosso, occupava uno spazio trapezoidale ed era alto 123,7 m. Era collegato al resto del complesso tramite una strada pedonale sopraelevata. Quando l'edificio fu inaugurato nel 1987 il locatario del complesso, Larry Silverstein, ebbe difficoltà ad attirare inquilini.
Nel 1988 la società Salomon Brothers firmò un contratto a lungo termine diventando il maggiore inquilino dell'edificio.[1]
Il collasso a seguito degli attentati dell'11 settembre
[modifica | modifica wikitesto]L'11 settembre 2001, al collasso della torre nord, alcuni detriti colpirono il WTC7 causando danni alla facciata sud[2]. Oltre la parte bassa della facciata sud, i detriti causarono danni all'angolo sudovest dall'ottavo al diciottesimo piano provocando un largo squarcio verticale nella parte centrale e bassa estesa circa dieci piani e altri danni più in alto[2]. L'edificio era equipaggiato con un sistema antincendio che aveva tuttavia dei punti deboli: le pompe elettriche dovevano essere azionate manualmente; il sistema di controllo di ogni singolo piano aveva una sola singola connessione al sistema antincendio; inoltre la pressione dell'acqua era bassa, oppure l'acqua era del tutto assente.[3][4]
Dopo il crollo della torre nord, alcuni vigili del fuoco entrarono all'interno dell'edificio provando a estinguere piccole parti dell'incendio, ma la bassa pressione dell'acqua rese vani gli sforzi[5]. Un esteso incendio interessò nel pomeriggio i piani 11 e 12 del WTC7, le fiamme erano visibili sulla parte est dell'edificio.[6][7] Durante il pomeriggio il fuoco fu visto anche ai piani 6–10, 13–14, 19–22, e 29–30[2]. In particolare gli incendi ai piani 7, 8 e 9 e dall'11 al 13 rimasero incontrollati per tutto il pomeriggio[8]. Verso le 14:00 i vigili del fuoco notarono un rigonfiamento nell'angolo sudovest dell'edificio tra il decimo e il tredicesimo piano, segno che il WTC7 era instabile e poteva crollare[9]. Nel pomeriggio, i vigili del fuoco sentirono anche dei rumori di cedimento e scricchiolii provenire dall'edificio[10]. Verso le 15:30 il capo della FDNY, Daniel Nigro, decise di fermare le operazioni di soccorso e di recupero dei detriti intorno al WTC7 e di evacuare l'area al fine di salvaguardare la sicurezza del personale[9][11]. Alle 17:20:33 dell'11 settembre 2001 il World Trade Center 7 cominciò a crollare, con il collasso della penthouse est, mentre il resto del grattacielo crollò completamente alle 17:21:10[12]. Non ci furono vittime a causa del crollo dell'edificio.
Il 1 settembre 2002 il FEMA (Federal Emergency Management Agency) ha pubblicato un primo rapporto sulle cause del crollo del WTC7.[12]
Il 20 novembre 2008 il NIST (National Institute of Standards and Technology) ha pubblicato un secondo rapporto sulle cause del crollo del WTC7. In esso si conferma la dinamica già conosciuta:
«incendi incontrollati, innescati dall'impatto delle macerie delle Torri Gemelle, e assenza d'acqua negli impianti antincendio (per via delle condotte tranciate dal crollo delle Torri), hanno prodotto la dilatazione ed il cedimento di alcuni solai. Questo ha tolto il supporto laterale a una colonna particolarmente sollecitata, la numero 79, che si è piegata. Da lì, il cedimento si è propagato inarrestabilmente al resto della struttura[13][14].»
2006–
[modifica | modifica wikitesto]Seven World Trade Center | |
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Il nuovo 7 World Trade Center visto da sud-est | |
Localizzazione | |
Stato | Stati Uniti |
Stato federato | New York |
Località | New York |
Indirizzo | 250 Greenwich Street, New York City, United States |
Coordinate | 40°42′47.88″N 74°00′43.2″W |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 2002 - 2006 |
Inaugurazione | 23 maggio 2006 |
Uso | Ufficio |
Altezza |
|
Piani | 52 |
Area calpestabile | 158.000 m² |
Ascensori | 29 |
Realizzazione | |
Architetto | David Childs |
Ingegnere | WSP Group |
Appaltatore | Silverstein Properties |
Costruttore | WSP Global Inc. |
Proprietario | Silverstein Properties |
Il 7 maggio 2002 è ufficialmente iniziata la preparazione delle fondamenta del nuovo WTC 7 e di una recinzione intorno ad esse. La costruzione della struttura è invece cominciata nel 2003 e finita nel 2006. Esso conta 52 piani per 226,5 m di altezza. Il nuovo edificio è delimitato da Greenwich, Vesey, Washington e Barclay streets. Un piccolo parco triangolare in Greenwich Street, occupa tutto lo spazio che occupava l'originale omonimo edificio a forma trapezoidale. Nel parco è collocata una fontanella sormontata da una scultura rossa specchiante la cui forma ricorda un cuore.
L'attuale 7 World Trade Center prevede nel design una maggiore sicurezza rispetto al precedente, con un nucleo in cemento armato, ampie scalinate, estintori, spesse colonne di acciaio e incorpora numerose funzioni ecologiche. La classe energetica LEED dell'edificio è Gold.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Inside the forgotten WTC building that burned down on 9/11, su nypost.com, 11 settembre 2023. URL consultato il 1º agosto 2024.
- ^ a b c (EN) Interim Report on WTC 7 (PDF), su Appendix L, National Institute of Standards and Technology, 2004. URL consultato il 20 agosto 2007.
- ^ (EN) Grosshandler, William, Active Fire Protection Systems Issues (PDF), su wtc.nist.gov, NIST. URL consultato l'11 settembre 2007.
- ^ (EN) Evans, David D, Active Fire Protection Systems (PDF), su wtc.nist.gov, NIST, settembre 2005. URL consultato l'11 settembre 2007.
- ^ (EN) Oral Histories From Sept. 11 - Interview with Captain Anthony Varriale (PDF), su graphics8.nytimes.com, The New York Times, 12 dicembre 2001. URL consultato il 22 agosto 2007.
- ^ (EN) Spak, Steve, WTC 9-11-01 Day of Disaster (Video), New York City, Spak, Steve, 11 settembre 2001.
- ^ Scheuerman, Arthur, The Collapse of Building 7 (PDF), NIST, 8 dicembre 2006. URL consultato il 29 giugno 2007.
- ^ (EN) Questions and Answers about the NIST WTC 7 Investigation, su nist.gov, NIST. URL consultato il 21 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2008).
- ^ a b (EN) WTC: This Is Their Story, Interview with Chief Peter Hayden, su firehouse.com, 9 settembre 2002. URL consultato il 28 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2007).
- ^ WTC: This Is Their Story, Interview with Captain Chris Boyle, su firehouse.com, agosto 2002. URL consultato il 22 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
- ^ Oral Histories From Sept. 11 - Interview with Chief Daniel Nigro (TXT), su nytimes.com, The New York Times, 24 ottobre 2001. URL consultato il 28 giugno 2007.
- ^ a b FEMA: World Trade Center Building Performance Study, cap. 5, sezione 5.5.4
- ^ WTC7, pubblicato il testo finale del rapporto NIST di Paolo Attivissimo
- ^ (EN) Rapporto NIST
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su 7 World Trade Center
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su wtc.com.
- (EN) Seven World Trade Center, su Structurae.
- (EN) Seven World Trade Center, su Emporis Building Directory.
- (EN) Seven World Trade Center, su Skyscraper Center.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh2017005048 |
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