Satyricon (gruppo musicale)
Satyricon | |
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I Satyricon in concerto 2018 | |
Paese d'origine | Norvegia |
Genere | Black metal[1] |
Periodo di attività musicale | 1990 – in attività |
Etichetta | Roadrunner Records |
Album pubblicati | 10 |
Studio | 9 + 2 EP |
Raccolte | 2 |
Sito ufficiale | |
I Satyricon sono un gruppo musicale black metal norvegese formatosi a Oslo nel 1991.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]I Satyricon nacquero ad inizio anni '90 ad Oslo, come band black metal ossessionata fin dagli esordi per la storia medioevale. Tra i primi membri della band vi erano il cantante ed autore dei testi Satyr ed il batterista Frost.[2] Il loro primo album, Dark Medieval Times è datato 1994 ed evidenzia come i componenti del gruppo fossero affascinati da tutto ciò che concerneva il medioevo, ed era forte la presenza di strumenti acustici e a fiato, atipici per il genere da loro suonato.
I due dischi successivi, The Shadowthrone (1994) e Nemesis Divina (1996), continuarono su quella strada esplorando sonorità differenti, ricevendo riscontri critici molto positivi e riuscendo a vendere parecchie copie per un genere come il black metal. Da sempre un duo che ruota attorno alle figure carismatiche di Satyr e Frost, la band si avvale spesso di collaboratori sia in studio che dal vivo, su The Shadowthrone la chitarra è suonata da Samoth degli Emperor[3] e sul successivo Nemesis Divina è presente Nocturno Culto dei Darkthrone con lo pseudonimo di Kveldulv, per ovviare alla mancanza dello stesso Samoth, che si trovava in carcere. Nemesis Divina è considerato da molti critici il capolavoro della band e una pietra miliare del black metal.[4] L'album contiene la celebre Mother North, ancora oggi considerata un classico del black metal[4] e cavallo di battaglia della band. Questo brano esalta la componente più epica con un coro solenne e maestoso in contrapposizione al ritmo furioso della canzone; da essa venne anche tratto un videoclip.
La forma di black metal fino a qui proposta è tipicamente norvegese, fatta quindi di atmosfere cupe e fredde che richiamano paesaggi tipicamente nordici. Momenti di furia cieca fatta di tempi ultraveloci, chitarre "a zanzara" e voce cattiva e glaciale si alternano a passaggi più epici fatti di cori vichinghi e momenti acustici. Satyr svilupperà in seguito questi aspetti della sua musica nei progetti paralleli Storm e Wongraven, accompagnato rispettivamente da Fenriz e da Ihsahn, altri due nomi storici del black norvegese.
Dopo l'uscita di 2 EP, i Satyricon pubblicarono Rebel Extravaganza (1999). Il disco in questione si allontanava parzialmente da ciò che la band aveva proposto precedentemente, prendendo una strada più sperimentale.[4] Di fatto questo album mette definitivamente da parte la componente epica predominante dell'ultimo lavoro per concentrarsi su atmosfere fredde e di un'ostilità senza precedenti.[senza fonte] Le influenze industrial, estese anche alle voci, rendono il prodotto finale minaccioso e claustrofobico. Esso ricorda a tratti i Coroner dell'album Grin, soprattutto per la voce di Satyr e per l'uso dell'elettronica. Lo stesso look della band subisce un netto taglio con il passato: niente più asce, spadoni, borchie ma uno sconvolgente look post-atomico; Satyr stesso sfoggia capelli a zero e un face-paint essenziale.[senza fonte] Andando più a fondo nell'analisi dell'opera si scoprono inquietanti disegni di croci uncinate e testi che propongono deliri misantropici. Come scritto sul booklet interno, questo album fu concepito da Satyr in un momento di grossa frustrazione personale ma questa direzione non fu apprezzata e capita dalla gran parte del seguito dei Satyricon. Nonostante ciò Rebel Extravaganza porterà una ventata di cambiamento in una scena un po' statica ed influenzerà il sound e l'attitudine di altre band, come Disiplin, Gehenna ed altri gruppi della scuderia Moonfog. L'album fu però un insuccesso, e convinse il leader del gruppo a cambiare nuovamente strada.[senza fonte]
Il quinto album fu Volcano (2002). I Satyricon abbandonarono le atmosfere sperimentali della precedente uscita per suonare un miscuglio di hard rock e black metal. Si fanno sempre più forti le citazioni dal vecchio thrash metal anni ottanta con una predilezione per i Coroner: la voce di Satyr assomiglia sempre di più a quella di Ron Royce, emergono sonorità alla Celtic Frost e accennanti agli Slayer. L'album non convinse buona parte della critica, che lo recensì molto negativamente.[senza fonte] Satyr decise di prendersi alcuni anni di riposo, anche per dedicarsi ai suoi progetti paralleli, i già citati Wongraven, gli Storm e i Thorns.
Dopo quattro anni di silenzio, i Satyricon tornarono con Now, Diabolical (2006), disco che li riportò allo stile della trilogia iniziale. Il songwriting dell'album rimane comunque molto essenziale e semplice: i brani sono molto diretti anche se intrisi del solito feeling oscuro. I pezzi veloci risentono sempre più dell'influenza Slayer mentre l'onnipresente spettro dei Celtic Frost di To Mega Therion si fa sempre più ingombrante nei pezzi dall'incedere più lento e marziale.
I Satyricon moderni sono ormai molto diversi da quelli degli inizi[2], e nella musica sono presenti soltanto vaghe tracce della furia degli esordi, e al contempo si avventurano verso territori più remunerativi: mega concerti estivi, immagine curata nei minimi dettagli, video clip, compagnie discografiche maggiori.
Il 3 novembre 2008 è stato pubblicato l'album The Age of Nero. Nel 2013 invece viene rilasciato Satyricon. Il 22 settembre 2017 esce Deep Calleth Upon Deep. Il 10 giugno 2022 viene pubblicato Satyricon & Munch, disco commissionato dal Museo Munch per una mostra omonima.
Discografia
[modifica | modifica wikitesto]Album in studio
[modifica | modifica wikitesto]- 1993 – Dark Medieval Times
- 1994 – The Shadowthrone
- 1996 – Nemesis Divina
- 1999 – Rebel Extravaganza
- 2002 – Volcano
- 2006 – Now, Diabolical
- 2008 – The Age of Nero
- 2013 – Satyricon
- 2017 – Deep Calleth Upon Deep
- 2022 – Satyricon & Munch
EP
[modifica | modifica wikitesto]- 1997 – Megiddo
- 1999 – Intermezzo II
Split
[modifica | modifica wikitesto]Box set
[modifica | modifica wikitesto]- 1998 – Picture Disc Box Set
Raccolte e album dal vivo
[modifica | modifica wikitesto]- 2002 – Ten Horns - Ten Diadems
Demo
[modifica | modifica wikitesto]- 1992 – All Evil
- 1992 – The Forest Is My Throne
Videografia
[modifica | modifica wikitesto]- 1996 – Mother North
- 2001 – Roadkill Extravaganza
- Videoclip
- 2002 – Fuel for Hatred
- 2006 – K.I.N.G
- 2006 – The Pentagram Burns
- 2008 – Black Crown on a Tombstone
Formazione
[modifica | modifica wikitesto]Formazione attuale
[modifica | modifica wikitesto]- Satyr (Sigurd Wongraven) - voce, chitarra, tastiere, basso (1990–presente)[5]
- Frost (Kjetil Haraldstad) – batteria (1992–presente)
Membri live
[modifica | modifica wikitesto]- Steinar "Azarak" Gundersen – chitarra
- Attila Vörös – chitarra
- Anders Odden – basso
- Anders Hunstad – tastiere
Ex componenti
[modifica | modifica wikitesto]- Kveldulv (Ted Skjellum) alias Nocturno Culto – chitarra (1996)
- Lemarchand (Håvard Sørensen) – chitarra (1990–1992)
- Samoth (Tomas Haugen) – basso (1993–1996)
- Wargod (Vegard Blomberg) – basso (1990–1993)
- Exhurtum (Carl-Michael Eide) – batteria (1990–1992)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Satyricon, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 15 ottobre 2013.
- ^ a b (EN) Alex Distefano, Top 10 most satanica metal bands, su ocweekly.com, 1º ottobre 2013. URL consultato il 24 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2019).
- ^ Claudio Sorge, The Shadowthrone (recensione), in #37 Rumore, febbraio 1995.
- ^ a b c Gianni Della Cioppa, 2010, p. 90.
- ^ Satyricon - Encyclopaedia Metallum: The Metal Archives, su metal-archives.com. URL consultato il 15 ottobre 2013.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gianni Della Cioppa, Heavy Metal. I contemporanei, Giunti Editore, 2010, ISBN 978-88-09-74962-7, ..
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Satyricon
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su satyricon.no.
- Satyricon (canale), su YouTube.
- Satyricon, su Last.fm, CBS Interactive.
- (EN) Satyricon, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Satyricon, su Bandcamp.
- (EN) Satyricon, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Satyricon, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Satyricon, su SecondHandSongs.
- (EN) Satyricon, su SoundCloud.
- (EN) Satyricon, su Encyclopaedia Metallum.
- (EN) Satyricon, su Billboard.
- Intervista a Satyr, su rockline.it. URL consultato il 23 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2013).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 111145970233532251839 · ISNI (EN) 0000 0001 1925 5415 · LCCN (EN) no2006072494 · BNF (FR) cb14012599p (data) |
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