Quinto Ligario
Quinto Ligario, in latino Ligarius (Roma, I secolo a.C. – ...), è stato un militare romano, membro della Gens Ligaria originaria della Sabina e fratello di Tito Ligario, questore urbano di Roma fedele a Gaio Giulio Cesare.
Indice
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Ligario fu condottiero romano, di famiglia d'Ordine equestre. Fu un repubblicano vicino al partito di Gneo Pompeo Magno. Governatore della provincia d'Africa come legato del proconsole Gaio Considio Longo[1], Ligario fu accusato di tradimento da Quinto Tuberone per essersi opposto a Gaio Giulio Cesare e condannato all'esilio da Roma in Africa[2] . Oltre ad aver opposto strenua resistenza a Cesare, Ligario fu accusato di connivenza con l'alleato di Pompeo Giuba I, re di Numidia, e di aver respinto Tuberone, governatore in possesso di un mandato ufficiale da parte del Senato romano.
Quinto Ligario fu difeso da Marco Tullio Cicerone, che chiese a Cesare la fine del suo esilio nella celebre orazione Pro Quinto Ligario. Ottenuto di poter tornare a Roma, Ligario rimase nemico di Cesare e prese parte alla congiura contro di lui[3].
Letteratura[modifica | modifica wikitesto]
- Marco Tullio Cicerone è oratore e autore della Pro Quinto Ligario nel 50 a.C.
- Appiano di Alessandria cita Ligario nel De bellis civilibus della sua Storia Romana.
- Gaio Giulio Cesare cita Quinto Ligario nel Bellum Africanum.
- Brunetto Latini scrive una versione in volgare fiorentino della Pro Ligario nella seconda metà del XIII secolo.
- Giorgio di Trebisonda scrive il De Artificio Ciceronianae Orationis pro Q. Ligario, pubblicato a Venezia nel 1477.
- Bartolomeo Cavalcanti cita Ligario in La Retorica (libro terzo), pubblicata a Pesaro nel 1564.
- William Shakespeare tratteggia il personaggio di Ligario nel suo Giulio Cesare, scritto nel 1599.
Cinema[modifica | modifica wikitesto]
- Quinto Ligario, interpretato da Ian Wolfe, è tra i congiurati del cesaricidio nel film Giulio Cesare del 1953.