Petrus Codde

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Petrus Codde, C.O.
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
  • Arcivescovo titolare di Sebastea
  • Arcivescovo di Utrecht (secondo la visione vetero-cattolica)
 
Nato27 novembre 1648 ad Amsterdam
Ordinato presbitero1672
Nominato arcivescovo7 ottobre 1688 da papa Innocenzo XI
Consacrato arcivescovo6 febbraio 1689 dall'arcivescovo Alphonse de Berghes
Deceduto18 dicembre 1710 (62 anni) ad Utrecht
 

Petrus Codde (Amsterdam, 27 novembre 1648Utrecht, 18 dicembre 1710) è stato un arcivescovo cattolico e teologo olandese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Petrus Codde, o Pietro Codde, o Coddeo, Studiò all'università di Lovanio, entrò nella Congregazione degli oratoriani e venne ordinato sacerdote nel 1672. Nel 1688 venne nominato, da Innocenzo XI, vicario apostolico della "missione d'Olanda" (Hollandse Zending) e arcivescovo titolare di Sebastea. Questo incarico equivaleva a quello di arcivescovo di Utrecht, che non venne assegnato dal 1592 al 1853 per motivi politici in quanto nel 1580 la pratica della religione cattolica era stata proibita dai magistrati di Utrecht.

Il precedente vicario apostolico Johannes van Neercassel, accusato di simpatie gianseniste, era stato convocato, per discolparsi, a Roma, dove aveva sottoscritto il "formulario" di papa Alessandro VII contro il Giansenismo. Un'accusa di Giansenismo in 26 punti venne rivolta anche a Petrus Codde nel 1697; Codde venne convocato a Roma, dove giunse nel 1699, e venne sottoposto a giudizio da una commissione presieduta dal futuro cardinale Giovanni Battista Bussi. Codde rifiutò di sottoscrivere il "formulario" di Alessandro VII e se ne tornò a Utrecht. Fu dapprima sospeso dal vicariato apostolico con decreto di Propaganda Fide (da cui dipendevano le missioni d'Olanda) del 7 maggio 1702, e sostituito dal pro-vicario Theodorus de Cock[1] (1650-1720) con breve del 7 aprile 1703[2]. Infine, il Sant'Uffizio, con decreto del 3 aprile 1704, condannò due apologie di Codde, il quale venne scomunicato e rimosso. Codde, tuttavia, continuò a considerarsi arcivescovo, sia pure al di fuori della comunione con la Curia di Roma, fino alla fine dei suoi giorni.

Iniziò così lo scisma di Utrecht che dura tuttora, dal 1725 al 1853 (cioè fino al ristabilimento della gerarchia della Chiesa cattolica nei Paesi Bassi) la cura della Missione Olandese fu affidata a diplomatici pontifici italiani, prima i nunzi nelle Fiandre (tranne in un caso durante l'occupazione francese dell'attuale Belgio a fine Settecento) e poi gli internunzi presso la Corte olandese.[Queste informazioni senza fonte hanno qualche attinenza con il tema della voce? Sembra solo spam]

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Theodorus de Cock. De Petro Codde, sive Coddaeo, archi-episcopo Sebasteno: in Hollandia ac foederatis provinciis, vicariatus apostolici potestate potito, functo, ac defuncto: libri tres. Ubi ab apostolica sede lati in eum judicii aequitas demonstratur. Per Theodorum De Cock Ultraiectino-Hollandum sac. theolog. doctor etc, Roma : apud Franciscum Gonzagam, 1715.
  2. ^ Bull. de Prop. Fide, Appendix T. I, p. 361.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Arcivescovo titolare di Sebastea Successore
Johannes van Neercassel 1688 - 7 maggio 1702 Nicola Negrone
Predecessore Vicario apostolico della Missione Olandese/Arcivescovo di Utrecht Successore
Johannes van Neercassel 1688 - 7 maggio 1702 (secondo i cattolici)
1688 - 18 dicembre 1710 (secondo i vetero-cattolici)
Theodorus de Cock (pro-vicario cattolico)
Cornelius van Steenoven (arcivescovo vetero-cattolico, dopo un periodo di sede vacante)
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