Olorotitan arharensis

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Olorotitan
Scheletro di O. arharensis, al Museo di scienze naturali di Bruxelles
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Superordine Dinosauria
Ordine †Ornithischia
Sottordine †Ornithopoda
Famiglia †Hadrosauridae
Sottofamiglia †Lambeosaurinae
Tribù †Lambeosaurini
Genere Olorotitan
Godefroit et al., 2003 
Nomenclatura binomiale
†Olorotitan arharensis
Godefroit et al., 2003

Olorotitan (il cui nome significa "cigno titanico") è un genere estinto di dinosauro ornithopode lambeosaurino vissuto nel Cretaceo superiore, circa 72-66 milioni di anni fa (Maastrichtiano), i cui resti furono rinvenuti all'interno dei letti della Formazione Udurchukan di Kundur, nel distretto di Arkharinsky, Russia orientale, nelle vicinanze del fiume Amur. Il genere contiene una singola specie, Olorotitan arharensis, la quale fu tra gli ultimi dinosauri non-aviari ad apparire prima dell'evento di estinzione di massa del Cretaceo-Paleogene, essendo vissuta nel medio-tardo Maastrichtiano alla fine del Cretaceo superiore.

Scoperta e denominazione[modifica | modifica wikitesto]

Fossili dell'esemplare olotipo in situ

L'esemplare olotipo di Olorotitan, costituito da uno scheletro quasi completo, venne scoperto durante il lavoro sul campo nella Formazione Udurchukan di Kundur, nella regione dell'Amur, in Russia tra il 1999 e il 2001. Pascal Godefroit e colleghi descrissero e nominarono l'esemplare fossile come una nuova specie nel 2003. Questo esemplare si rivelò molto importante in quanto rappresenta il primo esemplare fossile di dinosauro quasi completo ad essere descritto dalla Russia e rappresenta lo scheletro di lambeosaurino più completo scoperto al di fuori del Nord America occidentale.[1]

A seguito della scoperta iniziale sono stati ritrovati un gran numero di esemplari frammentari di dinosauri, tartarughe e coccodrilli nell'area di diverse centinaia di metri quadrati attorno al sito della scoperta. Nella vicina località di Blagoveschensk, sempre nella Formazione Udurchukan e Jiayin, e di età simile, sulla sponda cinese del fiume Amur, sono stati rinvenuti un alto numero di fossili di lambeosaurini.[1]

Il nome generico Olorotitan si traduce come "cigno titanico", poiché il suo collo è più lungo rispetto a quello di altri hadrosauri, mentre il nome della specie, arharensis, fa riferimento alla Contea di Arhara dove è stato ritrovato il fossile.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Illustrazione del cranio

La specie Olorotitan arharensis si basa sullo scheletro di lambeosaurino più completo ritrovato fino ad oggi al di fuori del Nord America. L'animale era un grande hadrosauride, paragonabile ad altri grandi lambeosaurini come Parasaurolophus cyrtocristatus[1], e avrebbe raggiunto una lunghezza massima di 8 metri, un'altezza di 3,5 metri per un peso di 2,6–3,4 tonnellate.[2][3]

Ricostruzione artistica di O. arharensis

Come tutti i dinosauri hadrosauri, Olorotitan possedeva un robusto becco, sprovvisto di denti, e una bocca dotata di batterie di denti molariformi adatti a triturare materiale vegetale. Come molti altri hadrosauri, la testa dell'animale era adornata da una grande cresta ossea cava simile ad un'accetta, molto diversa dalle creste dei suoi parenti nordamericani. Analogamente a quella di altri animali della famiglia, come Parasaurolophus e Corythosaurus, anche la cresta di Olorotitan era probabilmente utilizzata per emettere forti vocalizzazioni atte al riconoscimento intraspecifico. Il cranio stesso era sostenuto da un collo piuttosto allungato, dotato di diciotto vertebre cervicali, superando il massimo di quindici osservate negli altri hadrosauridi. L'osso sacro, dotato di 15-16 vertebre, presenta almeno 3 vertebre in più rispetto agli altri hadrosauridi. Proseguendo lungo la serie vertebrale, nel terzo prossimale della coda, si trovano articolazioni tra le punte delle spine neurali, che rendono quella zona caudale particolarmente rigida; la regolarità di queste connessioni suggerisce che non siano dovute ad una patologia, anche se per esserne certi occorrerebbero più esemplari.[1]

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Nella loro descrizione della specie, Godefroit e i suoi coautori hanno scoperto, attraverso un'analisi filogenetica, che l'animale era imparentato con i generi nordamericani, come Corythosaurus e Hypacrosaurus.[1]

Ricostruzione scheletrica di Olorotitan; in basso, le ossa conservate dell'olotipo, AEHM 2/845 (a sinistra) e l'esemplare riferito AEHM 2/846 (a destra) sono mostrati in bianco
Primo piano del cranio di O. arharensis

Di seguito è riportato un cladogramma che mostra l relazioni tra Olorotitan e gli altri hadrosauridi, basato sugli studi di Xing et al. (2017):[4]

 Lambeosaurinae 

Aralosaurus

Tsintaosaurini

Tsintaosaurus

Pararhabdodon

Jaxartosaurus

Arenysaurus

Parasaurolophini

Parasaurolophus cyrtocristatus

Parasaurolophus walkeri

Charonosaurus

Parasaurolophus tubicen

Lambeosaurini

Olorotitan

Amurosaurus

Lambeosaurus

Lambeosaurus magnicristatus

Lambeosaurus lambei

Velafrons

Hypacrosaurus altispinus

Hypacrosaurus stebingeri

Corythosaurus

Corythosaurus casuarius

Corythosaurus intermedius

Paleobiologia[modifica | modifica wikitesto]

In quanto hadrosauride, Olorotitan sarebbe stato un erbivoro quadrupede facoltivamente bipede. L'animale si nutriva di piante grazie alla sua dentizione sofisticata che gli consentiva di attuare un movimento di macinazione analogo alla masticazione, ed era dotato di centinaia di denti che venivano continuamente sostituiti. La sua cresta alta, larga e cava, formata dall'osso premascellare espanso conteneva i passaggi nasali. La cresta aveva, probabilmente, la funzione di identificazione tramite vista e udito, tra individui della stessa specie.[5]

Paleoecologia[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione di Olorotitan nel suo ambiente

Olorotitan condivideva il suo paleoambiente con molti altri tipi di animali, inclusi altri due lambeosaurini Charonosaurus, simile a Parasaurolophus, e il più basale Amurosaurus. Inoltre, nel sito della scoperta sono stati ritrovati resti di tartarughe, coccodrilli, teropodi, nodosauridi[6] e anche l'hadrosaurino Kerberosaurus, simile a Saurolophus, è noto da rocce più o meno contemporanee nella zona.[1] A differenza della situazione in Nord America, dove i lambeosaurini sono praticamente assenti dalle rocce del tardo Maastrichtiano, i lambeosaurini asiatici risultano diversi e comuni fino alla fine del Mesozoico, suggerendo delle differenze climatiche e/o ecologiche.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Pascal Godefroit, Bolotsky, Yuri e Alifanov, Vladimir, A remarkable hollow-crested hadrosaur from Russia: an Asian origin for lambeosaurines (PDF), in Comptes Rendus Palevol, vol. 2, n. 2, 2003, pp. 143–151, DOI:10.1016/S1631-0683(03)00017-4.
  2. ^ Gregory S. Paul, The Princeton Field Guide to Dinosaurs, New Jersey, Princeton University Press, 2010, pp. 309, ISBN 9780691137209.
  3. ^ P. Godefroit, Y. L. Bolotsky e I. Y. Bolotsky, Osteology and Relationships of Olorotitan arharensis, A Hollow-Crested Hadrosaurid Dinosaur from the Latest Cretaceous of Far Eastern Russia, in Acta Palaeontologica Polonica, vol. 57, n. 3, Institute of Paleobiology, Polish Academy of Sciences, 2012, pp. 527–560, DOI:10.4202/app.2011.0051.
  4. ^ (EN) Hai Xing, Jordan C. Mallon e Margaret L. Currie, Supplementary cranial description of the types of Edmontosaurus regalis (Ornithischia: Hadrosauridae), with comments on the phylogenetics and biogeography of Hadrosaurinae, in PLOS ONE, vol. 12, n. 4, 6 aprile 2017, pp. e0175253, Bibcode:2017PLoSO..1275253X, DOI:10.1371/journal.pone.0175253, ISSN 1932-6203 (WC · ACNP), PMC 5383305, PMID 28384240.
  5. ^ John R. Horner, Weishampel, David B. e Forster, Catherine A, Hadrosauridae, in Weishampel, David B., Dodson, Peter e Osmólska, Halszka (a cura di), The Dinosauria, 2nd, Berkeley, University of California Press, 2004, pp. 438–463, ISBN 0-520-24209-2.
  6. ^ Y.L. Bolotsky e Godefroit, P., A new hadrosaurine dinosaur from the Late Cretaceous of Far Eastern Russia, in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 24, n. 2, 2004, pp. 351–365, DOI:10.1671/1110.

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