Nicolò Marcello

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Niccolò Marcello in un ritratto del Tiziano

Niccolò Marcello (1399 circa – 1 dicembre 1474) fu il sessantanovesimo doge della Repubblica di Venezia dal 1473 al 1474.

Durante il suo dogado continuarono gli scontri con i Turchi a Cipro, Scutari ed in Friuli

Vita

Marcello lavorò molto in Oriente, soprattutto a Damasco, prima di assumere diversi importanti incarichi al servizio della Serenissima, in particolare a Brescia, Verona e Udine. Fu a capo del Consiglio dei Dieci, fu consigliere e procuratore di supra. Era noto come bigotto e in particolare legato ai Gesuati. Marcello sposò in prime nozze Bianca Barbarigo, ed in seconde Contarina Contarini, con cui ebbe una figlia.

Il dogado

Nell'elezione ebbe contro i futuri dogi Pietro Mocenigo ed Andrea Vendramin e la scelta fu molto difficile. Dopo un lungo scrutinio finalmente, il 13 agosto 1473 si giunse a sceglierlo. Nel suo breve dogato si dedicò prima di tutto alla riorganizzazione delle finanze dello stato. Una nuova moneta d'argento emessa in questo periodo fu in seguito chiamata in suo onore Marcello. Abilissimo amministratore riuscì a render il tesoro <<mai vuoto>> secondo il cronista Malipiero. Nel suo dogado continuò la guerra contro i turchi; nell'agosto 1474 vi fu la splendida difesa della città di Scutari da parte del provveditore Antonio Loredan che, pur investitto da truppe nemiche in ogni direzione, riuscì a respingerle dopo dure battaglie. L'evento più importante del suo dogado fu il tentato colpo di stato avvenuto a Cipro il 14 novembre 1473 quando alcuni notabili fedeli al re Ferdinando di Napoli cercarono di deporre Caterina Corner, regina di Cipro, vedova del re Giacomo II Lusignano. L'ammiraglio Pietro Mocenigo, futuro doge, agì prontamente e l'isola passò sotto controllo veneziano. Nicolò Marcello non partecipò molto a questi avvenimenti visto che morì il 1° dicembre 1474. Nel suo testamento lasciò gran parte del suo patrimonio ad opere di carità.

Ritratti

Tomba

La sua tomba fu dapprima sistemata nella chiesa di Santa Marina e dopo la distruzione di questa nel 1818, fu spostata nella Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo. È opera di Pietro Lombardo.

Bibliografia

  • Andrea da Mosto: I Dogi di Venezia, Giunti, Firenze 1983, (Ristampa dell'edizione di Milano 1960)

Predecessore Doge di Venezia Successore
Nicolò Tron 1473-1474 Pietro Mocenigo