Neuri

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I Neuri (in greco antico: Νευροί, trasl. neuròi) erano un'antica popolazione del nord Europa citati per la prima volta da Erodoto: secondo lo storico, essi si sarebbero sviluppati tra le odierne Polonia e Lituania oppure nei pressi del Bug orientale. I Neuri presentavano delle somiglianze con gli Sciti, ma a differenza di questi ultimi erano probabilmente di origine slava;[1] Erano famosi perché oltre ad essere sciamani si trasformavano anche, una volta all'anno, in licantropi: si tratterebbe con ampia probabilità dello stesso popolo nominato da Claudio Tolomeo come Navari (Ναουαρόι, Nauaròi) nella sua Geografia.[2]

Citazione di Erodoto[modifica | modifica wikitesto]

I Neuri (appena in basso a destra rispetto alla R di Europa) in una mappa del XIX secolo intitolata «Mondo di Erodoto»

Secondo Erodoto, i Neuri dovettero emigrare dalla propria terra "una generazione prima dell'attacco del re persiano, Dario I" nel 512 a.C. "a causa di un'invasione di serpenti" e andando a convivere con i Budini.[3] Il greco cita anche un resoconto degli "Sciti" a cui afferma di non credere secondo cui si sosteneva che una volta all'anno,così gli Sciti e i Greci di Olbia raccontarono all'autore, ognuno di loro si trasformava per alcuni giorni in un lupo: una leggenda che sopravvive ancora tra la Volinia e la Bielorussia.[4] L'accenno alla loro trasformazione in lupo è la più antica notizia pervenuta sulla licantropia. Forse si trattava di un riferimento ai riti sciamanici ai quali erano associati.[3] Il passo integrale del greco recita:

(GRC)

«Νευροὶ δὲ νόμοισι μὲν χρέωνται Σκυθικοῖσι, γενεῇ δὲ μιῇ πρότερον σφέας τῆς Δαρείου στρατηλασίης κατέλαβε ἐκλιπεῖν τὴν χώρην πᾶσαν ὑπὸ ὀφίων· ὄφιας γάρ σφι πολλοὺς μὲν ἡ χώρη ἀνέφαινε, οἱ δὲ πλεῦνες ἄνωθέν σφι ἐκ τῶν ἐρήμων ἐπέπεσον, ἐς ὃ πιεζόμενοι οἴκησαν μετὰ Βουδίνων τὴν ἑωυτῶν ἐκλιπόντες.
[2] κινδυνεύουσι δὲ οἱ ἄνθρωποι οὗτοι γόητες εἶναι. Λέγονται γὰρ ὑπὸ Σκυθέων καὶ Ἑλλήνων τῶν ἐν τῇ Σκυθικῇ κατοικημένων ὡς ἔτεος ἑκάστου ἅπαξ τῶν Νευρῶν ἕκαστος λύκος γίνεται ἡμέρας ὀλίγας καὶ αὖτις ὀπίσω ἐς τὠυτὸ κατίσταται. ἐμὲ μέν νυν ταῦτα λέγοντες οὐ πείθουσι, λέγουσι δὲ οὐδὲν ἧσσον, καὶ ὀμνῦσι δὲ λέγοντες.»

(IT)

«I Neuri, dal canto loro, hanno costumi scitici. Una generazione prima della spedizione di Dario, accadde loro di dover abbandonare tutto il paese a causa dei serpenti: infatti, la terra produceva già molti serpenti, ma più ancora ne piombarono su di loro dalle desolazioni del nord, fino a tal punto che, sopraffatti, andarono ad abitare con i Budini, abbandonando il loro paese.
[2] C'è motivo di credere che questi uomini siano stregoni. Infatti, gli Sciti e i Greci che abitano in Scizia raccontano che, una volta all’anno, ciascuno dei Neuri diventi un lupo per pochi giorni e, poi, di nuovo, ritorni al suo aspetto normale. Per conto mio, col dire questo non mi convincono; ciononostante, essi lo affermano e per di più lo giurano.»

Asseriva a proposito della medesima popolazione in un passaggio precedente: "a nord dei Neuri, per quanto ne sappiamo, non ci vive uomo".[5]

Riferimenti ai Neuri in eolica antica sono rinvenibili anche in Claudio Tolomeo,[2] negli scritti del geografo romano Pomponio Mela[6] e nelle opere di Stefano di Bisanzio.[7]

Interpretazioni moderne[modifica | modifica wikitesto]

Olof Von Dalin[modifica | modifica wikitesto]

Nel XVIII secolo, lo storico svedese Olof von Dalin sostenne che i Neuri fossero un popolo di etnia mista, composto da Sciti, greci ed ebrei che accompagnarono i Budini e i "pastori sciti" verso le isole svedesi intorno al 400 a.C.; questo esodo fu il risultato della pressione dei Macedoni e a questo punto lo scrittore giungeva ad affermare una conclusione molto forte, ovvero che fossero antenati comuni dei finlandesi, dei sami e degli estoni:

«I Neuri sembrano essere quel che resta delle Dieci Tribù d'Israele che Salmanassar, re di Assiria, condusse come prigionieri da Cananea [...] [Quando ci si accorge che] le lingue degli antichi finlandesi, dei lapponi e degli estoni presentano delle somiglianze all'ebraico e che questo popolo, in tempi antichi, calcolava l'inizio dell'anno a partire dal primo marzo e considerava sabato come festa al pari dello Shabbat, allora si comprende che, con grande probabilità, i Neuri dovevano costituire l'anello di congiunzione tra queste culture.[8]»

Questa teoria, tuttavia, è stata scartata da ricercatori e linguisti moderni che non hanno trovato connessioni tra le lingue uraliche e quelle semitiche.

Neuri come Balti orientali[modifica | modifica wikitesto]

Sempre più studiosi (incluso il linguista lettone Pēteris Šmits[9]) giungono alla conclusione che i Neuri erano una delle tribù baltiche orientali, cronologicamente vissuti in contemporanea con la diffusione della cultura di Milograd e nelle aree tra Daugava e Dniepr.[10][11][12]

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Idronimia e toponomastica[modifica | modifica wikitesto]

Forse, l'origine del nome del fiume Narew (chiamato dai lituani Naura) e del lago Narač in Bielorussia è dovuta ai Neuri.[13] Le persone che vivevano nella regione adiacente a tale popolazione erano di etnia baltica in quel momento; nomi di villaggi come Nur sono oggi rintracciabili nei toponimi dei luoghi vicini alla foresta di Białowieża (situata al confine tra la Bielorussia e la Polonia). Il fiume Nurzec, con chiari riferimenti ai Neuri, è localizzato nella stessa regione geografica:[14] più in generale, disparati toponimi relativi all'antico popolo possono scoprirsi dalla Russia Bianca fino alla Podolia.[15][14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Slavi, su Treccani. URL consultato il 5 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2020).
    «Che i Neuri, menzionati da Erodoto fra i vicini settentrionali degli Sciti, siano stati di stirpe slava non si può né affermare, né escludere»
  2. ^ a b Storia d'Italia del Medio-Evo di Carlo Troya: 1.4, Dalla stamperia Reale, 1842, p. 1707.
  3. ^ a b Francesco Cerato, I Neuri, gli sciamani-licantropi (Hdt. IV 105), su wordpress.com, 2 novembre 2019. URL consultato il 5 agosto 2020.
  4. ^ (EN) Associazione dei Lavoratori Ucraini, Forum, 100-104, Ukrainian Fraternal Association, 1999, p. 44.
  5. ^ Erodoto, IV (17), su misteromania.it. URL consultato il 27 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2019).
  6. ^ Mela, Chor. II 14, su latin.packhum.org. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  7. ^ Steph. Ethn. 473, 3 v. Νευροί), su topostext.org. URL consultato il 27 gennaio 2022.
    «Popolo della Sarmazia»
  8. ^ (SW) Olof Von Dalin, Svea Rikes Historia, vol. 1, 1747, pp. 54–55.
  9. ^ (EN) W.K. Matthews, Baltic origins, 1948. URL consultato il 4 agosto 2020.
  10. ^ (EN) Marija Gimbutas, Bronze Age cultures in Central and Eastern Europe, Walter de Gruyter, 2011, p. 443, ISBN 978-31-11-66814-7.
  11. ^ (EN) Endre Bojtár, Foreword to the Past: A Cultural History of the Baltic People, Central European University Press, 1999, p. 103, ISBN 978-96-39-11642-9.
  12. ^ (EN) Mara Kalnins, Latvia: A Short History, Oxford University Press, 2015, p. 28, ISBN 978-18-49-04606-0.
  13. ^ (EN) Frank A. Kmietowicz, Ancient Slavs, Worzella Publishing Company, 1976, p. 23.
  14. ^ a b Carlo Verdiani, Introduzione alla preistoria del mondo slavo, Editrice Universitaria, 1954, p. 67.
  15. ^ Institutum Historicum Polonicum Romae, Antemurale, vol. 1-2, Institutum, 1954, p. 104.

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