Museo diocesano sorrentino-stabiese
Museo diocesano sorrentino-stabiese | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Castellammare di Stabia |
Indirizzo | Piazza Giovanni XXIII, Piazza Giovanni XXIII snc - Sedi distaccate: Via Santa Maria della Pietà- Sorrento; Via Vescovado -, Castellammare di Stabia, Piazza Giovanni Ventitreesimo, Castellammare di Stabia, Piazza Giovanni Xxiii 5, Castellammare di Stabia, Piazza Giovanni XXIII, 80053 Castellammare di Stabia (NA) e Piazza Giovanni Xxiii, 80053 Castellammare di Stabia |
Coordinate | 40°41′40.95″N 14°28′47.13″E |
Caratteristiche | |
Istituzione | 2008 |
Fondatori | Felice Cece |
Apertura | 2008 |
Visitatori | 5 000 (2022) |
Sito web | |
Il Museo diocesano sorrentino-stabiese è un museo archeologico, ubicato a Castellammare di Stabia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Durante i lavori di costruzione della cappella del patrono, san Catello, prevista nell'ampliamento della cattedrale di Castellammare di Stabia, tra il 1875 e il 1879, venne rinvenuta una necropoli romana con resti di tombe, strade, case e botteghe, la quale insisteva lungo l'antica via che collegava Nuceria Alfaterna con Sorrentum: quest'area fu chiamata Area Christianorum[1]. I reperti vennero ospitati per volere del vescovo Vincenzo Maria Sarnelli, con l'aiuto dell'archeologo Giuseppe Cosenza, nella sala capitolare della cattedrale dove restarono fino al 1964 quando furono trasferiti all'Antiquarium stabiano[2], museo creato da Libero D'Orsi per custodire i resti provienienti dagli scavi dell'antica Stabia sulla collina di Varano.
I reperti restarono all'Antiquarium stabiano fino al 2007[3], nonostante questo fosse chiuso già dalla fine degli anni '90 del XX secolo, quando furono trasferiti nella sede del museo diocesano, inaugurato l'anno successivo dal vescovo Felice Cece e ubicato all'interno della chiesa dell'Oratorio[4].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Oltre a resti di colonne, lucerne, lapidi e capielli, il museo ospita un cippo miliare che venne posto sulla strada che collegava Nuceria Alfaterna a Sorrentum dopo la sua riapertura a seguito dell'eruzione del Vesuvio del 79[3], testimonianza della ripresa della vita nella zona dopo l'evento, diversi sarcofagi come quello di Caio Longinio Prisco, sul quale sono scolpite le figure di Apollo, Minerva e le Muse e quello di Bettia Felicita[3] e il coperchio del sarcofago di Cornelia Ferocia[5], mentre il resto è stato riutilizzato come altare nella cappella di San Catello[6].
Inoltre è custodita una fibula in osso[7], la Concordia Apostolorum, raffigurante l'abbraccio tra gli apostoli Pietro e Paolo[8], i resti di una statua in terracotta raffigurante San Biagio, proveniente dall'omonima grotta[1] e una tegola del IV secolo con il monogramma di Cristo[9].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Valcaccia, Tesori, p. 13.
- ^ Aiello, p. 25.
- ^ a b c MUDISS - Museo diocesano sorrentino stabiese, su beniculturali.it. URL consultato il 5 giugno 2022.
- ^ Maurizio Cuomo, Libero Ricercatore visita il Museo Diocesano, su liberoricercatore.it, 22 giugno 2009. URL consultato il 5 giugno 2022.
- ^ Valcaccia, Tesori, p. 15.
- ^ Valcaccia, Fragmenta, p. 9.
- ^ Valcaccia, Fragmenta, p. 13.
- ^ Valcaccia, Tesori, p. 16.
- ^ Valcaccia, Tesori, p. 20.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Lauro Aiello, La città di Stabia e San Catello suo patrono, Castellammare di Stabia, Nicola Longobardi Editore, 2007, ISBN 978-88-8090-254-6.
- Egidio Valcaccia, Fragmenta stabiana - Storia, arte e cultura a Castellammare di Stabia, Castellammare di Stabia, Nicola Longobardi Editore, 2011, ISBN 978-88-8090-362-8.
- Egidio Valcaccia, I tesori sacri di Castellammare di Stabia - Dall'Arte Paleocristiana al primo Rinascimento, Castellammare di Stabia, Nicola Longobardi Editore, 2013, ISBN 978-88-8090-409-0.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo diocesano sorrentino-stabiese
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su diocesisorrentocmare.it.
- Museo diocesano sorrentino-stabiese / Museo diocesano sorrentino-stabiese (altra versione), su Anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.
- Museo diocesano sorrentino-stabiese / Museo diocesano sorrentino-stabiese (altra versione), su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.