Parco nazionale Mosi-oa-Tunya

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Parco nazionale Mosi-oa-Tunya
Mosi-oa-Tunya National Park
I due rinoceronti bianchi nel parco Mosi-oa-Tunya nel maggio 2005
Codice WDPA2347
Class. internaz.Categoria IUCN II: parco nazionale
StatiZambia
ComuniLivingstone[1]
Superficie a terra66 km²
GestoreZambia Wildlife Authority
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 17°52′S 25°50′E / 17.866667°S 25.833333°E-17.866667; 25.833333

Il parco nazionale Mosi-oa-Tunya (Sotho: Musi oa Thunya [Mosi wa Tunya] "Il fumo che tuona"), è un parco nazionale che ospita metà delle cascate Vittoria, sito patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, in Zambia,[2] chiamate localmente Mosi-oa-Tunya— 'Il fumo che tuona' — e create da un salto del fiume Zambesi. Il fiume costituisce il confine tra Zambia e Zimbabwe, pertanto le cascate sono condivise dai due paesi, ed il parco è gemello del parco nazionale delle Cascate Vittoria sul lato dello Zimbabwe.[3]

Il parco ricade all'interno dell'Area di conservazione transfrontaliera Okavango-Zambesi.[4]

Mosi-oa-Tunya, dal Kololo o lingua lozi, è il nome usato in Zambia e in parte dello Zimbabwe.[3]

Il parco nazionale Mosi-oa-Tunya copre una superficie di 66 km², dal Songwe Gorge sotto le cascate in un arco a nord-ovest lungo circa 20 km della riva del fiume Zambesi in Zambia. Costituisce il confine sud-occidentale della città di Livingstone e ha due sezioni principali, ognuna con ingressi separati: un parco naturale alla sua estremità nord-occidentale e il terreno adiacente alle immense e terrorizzanti cascate Vittoria, che nella stagione delle piogge sono la più grande cortina d'acqua al mondo.[5] Si estende a valle delle cascate e verso sud-est lungo la Batoka Gorge.[3]

Sezione naturale[modifica | modifica wikitesto]

Il parco naturale comprende un'alta foresta fluviale con palme, boschi di miombo e pascoli con molti uccelli e animali tra cui giraffa angolana, zebra di Grant, facocero africano, antilope nera, eland comune, bufalo africano, impala e altre antilopi. Il numero degli animali è sceso nei periodi di siccità degli ultimi due decenni. Il parco conteneva due rinoceronti bianchi meridionali non indigeni ma importati dal Sudafrica - entrambi selvaggiamente cacciati durante la notte del 6 giugno 2007. Uno è stato ucciso e il suo corno asportato, non lontano dall'ingresso del parco e l'altro gravemente ferito dai proiettili ricevuti, ma è sopravvissuto, contro ogni previsione e vive ancora nel parco sorvegliato 24 ore su 24.

Nel giugno 2009 il numero di rinoceronte bianco meridionale del parco è stato aumentato a cinque esemplari, con l'intenzione di introdurre ulteriori animali a tempo debito.[6] L'indigeno (rinoceronte nero) si credeva estinto in Zambia ma è stato recentemente reintrodotto in una zona pilota. L'elefante africano viene talvolta avvistato nel parco quando attraversa il fiume nella stagione secca dal lato dello Zimbabwe. L'ippopotamo e coccodrillo del Nilo possono essere visti dalla riva del fiume. cercopitechi e babbuini sono comuni anche nel resto del parco nazionale al di fuori della sezione della fauna selvatica.[5]

Dal gennaio 2009 la società, Lion Encounter (incontro con il leone), ha istituito una passeggiata con i leoni dentro il parco, con l'ulteriore programma di avviare un allevamento di leone africano di sud-ovest all'interno della sezione Dambwa Forest del parco che sarà presto estesa.[7] All'interno del parco naturale si trova l'Old Drift Cimitery dove vennero sepolti i primi coloni europei. Essi si accamparono presso il fiume, ma soccombettero ad una malattia strana e fatale. Accusarono del contagio la corteccia giallo/verde degli "alberi della febbre" mentre probabilmente era dovuta alla zanzara malarica. In poco tempo la comunità si trasferì in un altro terreno e venne fondata la città diLivingstone.[8]

Sezione delle cascate[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cascate Vittoria.

La sezione cascate del parco nazionale comprende la foresta pluviale sulla scogliera di fronte alla cataratta orientale, che è alimentata dagli spruzzi provenienti dalle cascate. Essa contiene piante rare per la zona, come mogano, ebano, palma d'avorio, palma selvatica e un certo numero di piante rampicanti e liane. La zona è popolata da piccole antilopi e facoceri che possono anche essere osservati lungo i sentieri che attraverso la foresta fluviale portano alle cascate.[5]

Nel novembre 2005 è stata eretta nel parco una nuova statua dell'esploratore David Livingstone ma la statua originale e più famosa si trova nel lato dello Zimbabwe. Una targa è stata posta sull'isola di Livingstone per indicare il luogo da cui Livingstone fu il primo europeo a vedere le cascate.[9]

Il ponte Knife-Edge Bridge venne costruito negli anni 1960 per consentire l'accesso a piedi alle scogliere che si affacciano sulla Rainbow Falls e sull'uscita della prima gola al Boiling Pot nella seconda gola. Un sentiero ripido va anche verso il Boiling Pot, con vista sulla seconda gola e il ponte di Victoria Falls.[3]

Nella zona direttamente prima che il fiume si tuffi oltre le cascate Vittoria, c'è un piccolo tratto non sviluppato del parco, che è attualmente l'unica posizione di fronte al fiume a cui si può accedere senza pagare un biglietto. Si tratta di una posizione cruciale per l'attraversamento del fiume da parte degli elefanti.[8]

Le cime delle profonde gole sotto le cascate sono raggiungibili su strada e percorsi a piedi attraverso il parco e sono buoni punti di osservazione per saltarupi, lontre e 35 specie di rapaci come il falco delle Taita, l'aquila nera africana, il falco pellegrino e la poiana augurale.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ National Parks and Nature Reserves of Zambia, World Institute for Conservation and Environment, su nationalparks-worldwide.info (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2013)..
  2. ^ Unesco World Heritage List website, su whc.unesco.org. URL consultato il 1º marzo 2007.
  3. ^ a b c d Camerapix: "Spectrum Guide to Zambia." Camerapix International Publishing, Nairobi, 1996.
  4. ^ (EN) Kavango Zambezi Transfrontier Conservation Area: Partner Countries, su kavangozambezi.org. URL consultato il 18 novembre 2017.
  5. ^ a b c d United Nations Environment Programme: Protected Areas and World Heritage World Conservation Monitoring Centre. Website, su unep-wcmc.org. URL consultato il 1º marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2008).
  6. ^ ZAWA 2009.
  7. ^ African Impact, 2009
  8. ^ a b Karen E. Lange, Showdown at Victoria Falls, in National Geographic, vol. 211, n. 1, 2007, p. 22, ISSN 0027-9358 (WC · ACNP).
  9. ^ The Times of Zambia online: "David Livingstone remembered", su times.co.zm (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007)., 15 novembre 2005 - 23 novembre 2005. accesso 26 aprile 2007.

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