Morra (famiglia)

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Morra
Di rosso a due stocchi nudi d'argento, passati in croce di Sant'Andrea colle punte in giù, accompagnati da quattro rotelle di sperone d'oro.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Titoli
FondatoreGiacomo I Morra
Data di fondazioneXII secolo
EtniaItaliana
Rami cadettiRamo dei marchesi di Monterocchetta (esistente)

La famiglia Morra (talvolta preceduta dalla preposizione di) è stata una famiglia nobile italiana[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il castello di Isabella di Morra a Valsinni

La tradizione storiografica la ritiene una famiglia militaristica di discendenza Gota, originaria dell'Irpinia[2]. Nel XII secolo Giacomo I e il fratello Giovanni furono i capostipiti delle famiglie Morra e Sanseverino. Possedettero feudi sin dai tempi del re del Regno di Sicilia Ruggero II[3]. Nel 1187 Alberto Morra divenne papa con il nome di Gregorio VIII[4]. Anche altri membri della famiglia ricoprirono cariche ecclesiastiche: Dioniso e Pietro furono cardinali, Lucio fu cappellano del re Filippo III di Spagna, arcivescovo di Otranto e nunzio apostolico nelle Fiandre per volere di papa Paolo V e Giovanni Battista fu vescovo della diocesi di Isola nel 1645. Giovanni ed Enrico ricoprirono cariche amministrative al servizio dell'imperatore Federico II di Svevia, mentre nel XVI secolo, Scipione Morra, fratello forse gemello della poetessa Isabella, fu segretario della regina di Francia Caterina de' Medici.

Isabella di Morra, nata a Favale (la contemporanea Valsinni) nel 1520, figlia di Giovanni Michele, barone di Favale, e Luisa Brancaccio, fu una figura di spicco tra le poetesse petrarchiste del Rinascimento. Nel 1546, all'età di 26 anni, fu barbaramente uccisa dai suoi fratelli a causa di una presunta relazione clandestina con il barone spagnolo Diego Sandoval de Castro[5]. Valsinni le ha dedicato un parco letterario che ricorda la sua poesia, strettamente legata ai luoghi di sua ispirazione[6].

Un ramo dei Morra fu portato in Sicilia nel XVII secolo da Girolamo, 1º principe di Buccheri, figlio di Jacopo ed Ippolita Galeota[7].

La famiglia possedette un totale di 3 principati, 7 ducati, 2 marchesati e 29 feudi e fu ascritta ai Sedili di Napoli[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nobili-napoletani.it.
  2. ^ Mugnos (2007), p. 211; Palizzolo Gravina (1875), p. 273.
  3. ^ Crollalanza (2011), pp. 181-182.
  4. ^ Crollalanza (2011), pp. 181-182; Mugnos (2007), p. 211; Palizzolo Gravina (1875), p. 273.
  5. ^ P. Montesano (1999), [pagine mancanti]; P. Montesano (2006), [pagine mancanti].
  6. ^ Isabella Morra (Valsinni Matera), su parchiletterari.com.
  7. ^ Crollalanza (2011), pp. 181-182; Palizzolo Gravina (1875), p. 273.
  8. ^ Candida Gonzaga (1875), p. 112.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Riferimenti
  • Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 5, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1875, ISBN non esistente.
  • Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, vol. 2, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 2011, ISBN non esistente.
  • Pasquale Montesano, Isabella di Morra. Storia di un paese e di una poetessa, presentazione di Franco Vitelli, Matera, Altrimedia Edizioni, 1999, ISBN 88-86820-10-0.
  • Pasquale Montesano, Riflessioni a margine del caso di Isabella Morra, in Deputazione di storia patria della Lucania (a cura di), Bollettino storico della Basilicata, n. 22, Venosa, Osanna Edizioni, 2006, ISBN non esistente.
  • Filadelfo Mugnos, Teatro genologico delle famiglie nobili titolate fevdatarie ed antiche nobili del fidelissimo Regno di Sicilia viventi ed estinte, vol. 2, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 2007, ISBN non esistente.
  • Vincenzo Palizzolo Gravina, Il blasone in Sicilia, ossia Raccolta araldica, Palermo, Visconti & Huber, 1875, ISBN non esistente.
Approfondimenti
  • Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, così napoletane, come forastiere, Napoli, Giacomo Raillard, 1691, ISBN non esistente.
  • Filiberto Campanile, Dell'armi, overo insegne dei nobili, Napoli, Antonio Gramignano, 1680, ISBN non esistente.
  • Giovanni Caserta, Isabella di Morra e la società meridionale del Cinquecento, Matera, Meta Edizioni, 1976, ISBN non esistente.
  • Francesco De Pietri, Dell'historia napoletana, vol. 2, Napoli, Giovanni Domenico Montanaro, 1634, ISBN non esistente.
  • Scipione Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli, Napoli, Giovanni Battista Cappello, 1601, ISBN non esistente.
  • Giovanni Montesano, La tragica fine di Isabella Morra. La rovinosa decadenza della terra di Favale, Matera, Edizioni Magister, 2014, ISBN 978-88-908221-3-1.
  • Pasquale Montesano, Isabella Morra alla corte dei Sanseverino, prefazione di Raffaele Nigro, Matera, Altrimedia Edizioni, 2017, ISBN 978-88-6960-059-3.
  • Marco Antonio di Morra, Familiæ nobilissimæ de Morra historia, Napoli, Giovanni Domenico Roncaliolo, 1629, ISBN non esistente.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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