Monastero di Sant'Elia (Riofreddo)

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Monastero di Sant'Elia
L'unico rudere visibile e conosciuto sulla cima del monte, nelle vicinanze della croce
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
Località Riofreddo
Religionecattolica
TitolareSant'Elia profeta
Ordinebenedettino
Stile architettonicoromanico-gotico
"Vue de Cantalupo er Bardella (Mandela) prise de coté de St. Cosimato" di Jakob Philipp Hackert. Trattasi del panorama da Sancosimato. Monte Sant'Elia è l'ultimo con il campanile del monastero sulla cima.

Il monastero di Sant'Elia era un monastero italiano sorto sull'omonimo monte al confine tra i paesi di Riofreddo e Roviano. Viene solitamente considerato di Riofreddo in quanto il confine con Roviano cade qualche metro sotto la cima.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

“Questo è il poco che noi possiamo dire di S. Elia, monte che levasi sul monte di Roviano e domina immensa veduta. Quando di qui a pochi anni non vi sarà più sasso di quel chiostro, e tempietto, si saprà almeno dal curioso viandante, o da chiunque vada investigando sulle carte le perdute memorie - che qualche cosa un giorno vi era, e che qualche cosa pur vi si fece." (Don Vincenzo Anvitti, da l'Album di Roma, 1 Maggio 1858)[1]

La croce posta nel 1934 sulla cima del monte, dove sorgeva il monastero

La data di edificazione rimane ignota. Secondo una tradizione orale risalirebbe all'arrivo di alcuni monaci orientali durante il regno di Papa Liberio, che avrebbero costruito, tra gli altri, il Monastero di San Giorgio a Riofreddo, ma non ci sono documenti relativi a tale tradizione. I monasteri presumibilmente costruiti da questi monaci orientali uindi invece parrebbero essere stati edificati nel periodo iconoclasta dell'Impero bizantino. La data di edificazione si può attestare quindi allo stesso periodo di tali monasteri (tra l'VIII ed il IX secolo) ma precedente al 1055 quando venne elencato tra i possessi dell'Abbazia di Montecassino:"Castella autem haec [...] S. Eliæ [...]; quorum aliqua olim fuere monasteria, sed a Saracenis destructa, postmodum ad tutionem patriæ necessario facta castella"[2]. Riappare nello statuto delle terre di Roviano del 1255 dove è proprietà della chiesa di S. Salvatore a Roviano. Nella confisca dei beni ai Colonna il 14 settembre 1297 di Bonifacio VIII, in seguito allo schiaffo di Anagni, veniva nominato solo il monte, facendo presupporre l'abbandono del monastero[3]. Il territorio passò agli Orsini il 10 settembre 1300 e, in quel periodo, iniziò l'antico pellegrinaggio al monte dai due paesi il 3 maggio per la festa dell'Innalzamento della Croce. Nel XIII secolo il monastero perse d'importanza per la presenza dei francescani in zona. Nel 1520 nell'altopiano a sud del monte avvenne una battaglia tra Colonna e Orsini per i feudi di Roviano e Arsoli, in mano agli Orsini. Ascanio Colonna ingaggiò così lo scontro nel territorio di Roviano e, vincendo, fece ritirare gli Orsini fino ad Anticoli Corrado. Dal XVI secolo i vescovi della diocesi iniziarono a svolgere visite per verificare lo stato "delle anime e dei beni", come deciso dal Concilio di Trento. Nel 1581 il vescovo Giovanni Andrea Croce riportò che era divenuto proprietà dell'Ospedale della Santissima Annunziata di Riofreddo, il tetto era assente e l'altare era spoglio. Ad aumentare l'abbandono fu la peste del 1656 con la quale i rispettivi paesi persero circa l'80% della popolazione.[4] Nel 1674 il cardinale e vescovo Marcello Santacroce riportò che il monastero era in rovina e che ci abitava solo un eremita. Nel 1699 il vescovo Antonio Fonseca rinvenne la campana presso la chiesa di Santa Caterina a Riofreddo durante i lavori di ristrutturazione del monastero. Però nel 1717 in una seconda visita il vescovo trovò il luogo in abbandono finché nel 1726 venne visitata da lui per l'ultima volta. Rimasta in piedi, venne ancora abitata da un eremita, Felice Borselli, per poi venire rappresentata in due cartine e un'incisione di Jakob Philipp Hackert. Nel 1799 la processione venne spostata ad un'altra chiesa. Nel 1934 il parroco fece porre sulla cima una croce di ferro ancora presente a ricordo del monastero. Nella notte tra il 13 e il 14 marzo 1980 un'antica icona di Sant'Elia proveniente dal monastero e spostata prima nella Chiesa della Madonna dei Fiorentini e poi nel comune venne trafugata assieme ad altri due quadri. Al giorno d'oggi il luogo rimane abbandonato ed, in parte, ricoperto di rovi, tanto da impedire di ricostruirne la planimetria. Una volta l'anno si organizza una passeggiata fino alla croce. L'unico resto facilmente visibile del monastero è un pezzo di muro vicino alla già nota croce. Per giungervi è rimasto solo un sentiero che parte da Riofreddo vicino l'ingresso al bosco delle Pacetta. La storia completa del luogo è possibile ritrovarla nel libretto scritto da Aldo Innocenzi e Luca Verzulli.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Don Vincenzo Anvitti, Il Monte S. Elia presso Subiaco, in L'album di Roma, n. 11, 1.
  2. ^ J. Mabillon, Annales, tomo IV.
  3. ^ Reg. Vat. Bonifacio VIII n.2352.
  4. ^ Don G. P. Araudino, ms. nell'Archivio Vescovile di Tivoli, 1682.
  5. ^ Aldo Innocenzi e Luca Verzulli, [file:///Users/paolorosati/Downloads/Sant'ELIA.pdf S. Elia: un monte, una chiesa, una casa] (PDF)[collegamento interrotto].

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. P. Carosi, I monasteri di Subiaco, Subiaco, Ed. Monastero di S. Scolastica, 1987
  • J. Mabillon, Annales, tomo IV
  • G. Presutti, I colonna di Riofreddo (sec. XIII e XIV), Società Romana di Storia Patria, Roma, 1910
  • E. Marchione, Storia di Roviano, Tivoli, 1917
  • Don G. P. Araudino, ms. nell'Archivio Vescovile di Tivoli, 1682
  • C. Nardoni, "Notizie storiche di Riofreddo", in Il popolo di Roma del 13 luglio 1941
  • V. Anvitti, "Il monte di S. Elia presso Subiaco", in L'album di Roma
  • F. Caraffa, L'eremitismo nella valle dell'Aniene dalle origini al secolo XIX, "Miscellanea Piolanti", vol. II, Roma, 1964
  • G. Alessandri, Toponomastica sacra nel territorio del comune di Riofreddo (Lazio), Roma, Centro Studi di Toponomastica Sacra, 1989
  • Reg. Vat. Bonifacio VIII n.2352

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]