Michele Beggiamo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Michele Beggiamo
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato18 settembre 1611 a Savigliano
Nominato vescovo29 maggio 1656 da papa Alessandro VII
Consacrato vescovo5 giugno 1656 dal cardinale Marcantonio Franciotti
Elevato arcivescovo21 agosto 1662 da papa Alessandro VII
Deceduto24 novembre 1689 (78 anni) a Torino
 

Michele Beggiamo (Savigliano, 18 settembre 1611Torino, 24 novembre 1689) è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Michele Beggiamo, figlio di Pietro Paolo e di Camilla Bergera, era membro di una nobile famiglia piemontese che vantava antenati rinomati al servizio dei Savoia e di altri regnanti italiani e stranieri.

Avviato alla carriera ecclesiastica, il 3 febbraio 1643 divenne prevosto del capitolo cattedrale di Torino, carica vacante per la promozione all'episcopato di Giulio Cesare Barbera, che era zio di Michele Beggiamo e lo scelse anche come suo vicario generale. Il 10 febbraio 1646 rinunciò alla prevostura per divenire arcidiacono della Cattedrale di Asti.

Il 29 maggio 1656 fu nominato vescovo di Mondovì su proposta del duca Carlo Emanuele II di Savoia. Fu consacrato vescovo il 5 giugno dal cardinale Marcantonio Franciotti. L'episcopato monregalese fu segnato da dissidi con la nobiltà locale, che il vescovo non teneva in considerazione in occasione delle sue nomine. Si dedicò invece all'attività pastorale ed eresse la collegiata di Bene nel 1659.

Il 21 agosto 1662 fu promosso alla sede arcivescovile di Torino. Dovette affrontare il problema della residenza vescovile, dopo che l'antico palazzo vescovile era stato inglobato nel nuovo Palazzo Reale. Con la somma di cui era creditore nei confronti del duca Carlo Emanuele II nel 1665 prese in affitto un palazzo dal conte Filippo San Martino d'Agliè e contemporaneamente si fece costruire un nuovo palazzo adiacente alla Casa della Missione.

Incaricò il canonico Francesco Tarino della visita ad limina nell'autunno del 1670, visita che si protrasse per quattro mesi. Si dedicò in anni diversi alla visita pastorale della sua vasta arcidiocesi: le oltre duecento parrocchie furono visitate in un arco di tempo molto lungo, dal 1664 al 1681 e, sebbene il Concilio di Trento avesse prescritto di compiere l'intera visita ogni cinque anni, nessun arcivescovo nei settant'anni che lo separavano dall'episcopato di Carlo Broglia era riuscito a visitare l'intera arcidiocesi. Indisse un sinodo diocesano nel 1670 in cui riformò la Compagnia della Dottrina cristiana ed esortò i parroci ed evitare nella predicazione storie apocrife, vane e ridicole. Nello stesso anno eresse la Compagnia dell'adorazione perpetua presso la chiesa del Corpus Domini. Nel 1678 accolse a Torino i Ministri degli Infermi, che si stabilirono nella nuova chiesa di San Giuseppe.

Morì a Torino il 24 novembre 1689.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Immagine Blasonatura
Michele Beggiamo
Arcivescovo di Torino

Di rosso, a tre bande d'oro doppiomerlate.[1] Lo scudo, accollato a una croce astile patriarcale d'oro, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di verde. Le nappe, in numero di venti, sono disposte dieci per parte, in quattro ordini di 1, 2, 3, 4.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (LA) Historiae Patriae Monvmenta Edita Ivssv Regis Caroli Alberti: Scriptores Tomus IV.. 11, E Regio Typographeo, 1863, p. 1691. URL consultato il 20 aprile 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Mondovì Successore
Maurizio Solaro 1656-1662 Giacinto Solaro di Moretta
Predecessore Arcivescovo metropolita di Torino Successore
Giulio Cesare Barbera 1662-1689 Michele Antonio Vibò
Controllo di autoritàSBN TO0V350540