Mesosa curculionoides

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Mesosa curculionoides
Esemplare fotografato a Martel (Occitania, Francia)
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Coleopteroidea
Ordine Coleoptera
Sottordine Polyphaga
Infraordine Cucujiformia
Superfamiglia Cerambycoidea
Famiglia Cerambycidae
Sottofamiglia Lamiinae
Tribù Mesosini
Genere Mesosa
Sottogenere Mesosa
Specie M. curculionoides
Nomenclatura binomiale
Mesosa curculionoides
(Linnaeus, 1761)
Sinonimi

Cerambyx argus
Voet, 1778
Cerambyx curculionoides
Linnaeus, 1767
Haplocnemia curculionoides
Marquet, 1899
Lamia curculionoides
Panzer, 1797
Leptura oculata
Geoffroy, 1785[1][2]

Mesosa curculionoides (Linnaeus, 1761) è un insetto dell'ordine dei coleotteri e della famiglia dei Cerambicidi[1][2][3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare fotografato a Piazzo (Segonzano, Trentino-Alto Adige, Italia)

Si tratta di una specie piuttosto grande e robusta, con un capo largo e dalla fronte piatta; le antenne, che presentano i primi due segmenti granulati, sono lunghe fino alla punta delle elitre nelle femmine, e la superano di tre-quattro segmenti nei maschi[4].

Il pronoto è visibilmente più largo che lungo, e anche le elitre, disposte a volta, sono corte; il corpo è ricoperto da una corta peluria che di base è grigia, ma che sul pronoto e sulle elitre forma un pattern a ocelli neri bordati di ocra (oltre che altri punti ocra irregolari sulle elitre)[4].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

La femmina depone le uova nelle crepe della corteccia di rami o ceppi morti, in via di decomposizione; Mesosa curculionoides non sembra avere preferenze sulle condizioni del legno (secco o asciutto, al sole o all'ombra), tranne che ha mostrato di preferire esemplari già attaccati da altri insetti, quali Saperda scalaris, Leioderus kollari e Rutpela maculata. Le piante ospiti sono numerose, tra cui tigli, querce, faggi, olmi, aceri, ontani, castagni, salici, carpini e pioppi[4].

Alla schiusa, le larve si nutrono appena sotto la corteccia, e nel complesso l'alburno non viene quasi danneggiato; al momento della pupazione, in maggio, la larva si rintanata in una cella di 20-25x7-9 mm, circondata da fibre di legno[4]. L'emersione, attraverso un foro di 5-6 mm, avviene in giugno-luglio: gli adulti sono attivi generalmente di sera e di notte, mentre durante il giorno riposano tra le crepe della corteccia: vivono generalmente fino a tre anni, ma occasionalmente solo due[4].

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

La specie è presente in gran parte dell'Europa continentale (con l'esclusione di alcune regioni nordorientali in cui non è segnalato), con l'aggiunta di alcune isole (come Corsica e Sicilia)[2][3][4]. È attestata inoltre nel Caucaso, in Kazakistan[2] e l'areale si spinge, ad est, fino alla Siberia e alla Corea[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Mesosa curculionoides (Linné, 1761), su GBIF. URL consultato il 1º giugno 2018.
  2. ^ a b c d (EN) Mesosa curculionoides (Linné, 1761), su Catalogue of Life. URL consultato il 1º giugno 2018.
  3. ^ a b (EN) Mesosa curculionoides (Linnaeus, 1761), su Fauna europaea. URL consultato il 1º giugno 2018.
  4. ^ a b c d e f g Bílý, Mehl, p. 131.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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