Mauro Rusconi

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Ritratto di Mauro Rusconi; stampa da un'incisione di Francesco Citterio riprodotta nell’antiporta del volume di S. Biffi, “Sulla vita scientifica e sulle opere di anatomia e fisiologia comparata del dottor Mauro Rusconi”, 1853[1]

Mauro Rusconi (Pavia, 18 novembre 1776Cadenabbia, 27 marzo 1849) è stato un medico e naturalista italiano, insignito nel 1831 della medaglia d’oro dell’Accademia medica di Parigi per i suoi studi sulle larve dei batraciani.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Mauro Rusconi nacque a Pavia da Gaspare e Barbara Mazza, in una famiglia di commercianti. Prima di iscriversi all’Università interruppe gli studi per arruolarsi nell’esercito della Repubblica Cisalpina, dove ottenne presto il grado di capitano d’artiglieria. Nel 1799 partecipò alla difesa di Mantova assediata dalle truppe austriache durante la guerra della seconda coalizione antifrancese. Dopo la caduta della città si ritirò definitivamente dalla vita militare.[2]

Nel 1800 si iscrisse alla facoltà di Medicina di Pavia avendo come maestri Alessandro Volta, Luigi Valentino Brugnatelli, Giuseppe Jacopi e Antonio Scarpa. Durante gli studi partecipò come assistente di Jacopi, docente di anatomia e fisiologia comparata, a una spedizione scientifica nel golfo di La Spezia per raccogliere esemplari naturalistici. Qui scoprì la passione per i preparati anatomici e, guidato da Jacopi e Scarpa, docente di anatomia e clinica chirurgica, divenne un ottimo preparatore.[3]

L’11 luglio 1806 si laureò con lode e intraprese, per un breve periodo, la professione di medico a Pavia presso il servizio medico per i poveri, denominato Santa Corona.[2] Già nel 1809 fu nominato ripetitore di materia medica presso l’Università di Pavia e nel 1811 ripetitore di fisiologia e anatomia comparata. Nel 1812 soggiornò a sue spese a Parigi per perfezionare le sue conoscenze presso il celebre naturalista Georges Cuvier.[2]

Nel 1813 Jacopi morì e il suo successore alla cattedra di anatomia comparata fu Arcangelo Spedalieri. Con la scomparsa di Jacopi, Rusconi perse un sostegno importante per la sua carriera e riuscì ad ottenere soltanto un ruolo da prosettore per pochi anni. Nel 1819, infatti, per il cambio del piano di studi perse sia il ruolo da ripetitore che da prosettore.[2] Da quel momento Rusconi non ebbe più un incarico universitario, nonostante i plurimi tentativi intrapresi da Scarpa, che tentò di sfruttare la propria influenza presso il governo per ottenere per il medico pavese almeno un posto da conservatore del Museo di Storia Naturale.[3] Probabilmente questo non fu possibile anche per i suoi trascorsi come combattente per la Repubblica Cisalpina e per il sospetto di simpatie filofrancesi. Nonostante ciò, proseguì con le sue ricerche, sebbene con mezzi più limitati a sua disposizione.[2]

Dal 1816 Rusconi pubblicò vari scritti sull’anatomia, la fisiologia e lo sviluppo di alcuni anfibi, che ebbero ampia considerazione da parte della comunità scientifica internazionale. Conseguì i successi maggiori nell’ambito dell’embriologia e dello studio della metamorfosi di questi animali, soprattutto per quanto riguarda la descrizione del sistema respiratorio e circolatorio, tanto che le immagini da lui dipinte dei vari stadi di sviluppo embrionali della rana furono usate per molto tempo dagli studiosi.[3] Oltre a scritti naturalistici e medici o sull’embriologia, Rusconi si occupò anche di storia, musica, frenologia e imbalsamazione. Fu anche un ottimo tassidermista. Queste opere, spesso pubblicate a sue spese e in un numero limitato di copie, gli valsero una certa popolarità anche internazionale fra i naturalisti dell’epoca. Fu nominato socio di importanti accademie e società scientifiche europee, tra cui l’Accademia delle scienze di Torino,[4] l’Accademia delle scienze e quella medico-chirurgica di Napoli, l’Accademia delle scienze mediche di Palermo, la Società italiana delle scienze di Modena, l’Accademia delle scienze di Bologna, l’Istituto lombardo di Milano, le Società mediche di Torino e Ferrara, le Società dei naturalisti di Francoforte, Dresda, Lipsia, Friburgo. Tra i riconoscimenti più importanti si può annoverare la medaglia d’oro dell’accademia medica di Parigi per i suoi studi sulle larve dei batraciani.[3]

Nell’agosto del 1848 si ritirò a vivere sul lago di Como dopo i moti rivoluzionari e morì il 27 marzo 1849 a Cadenabbia a seguito di una patologia vescicale.[3] Secondo Serafino Biffi il Rusconi morì nella vicina località di Tremezzina.[2]

A Pavia è stata intitolata una via in sua memoria situata tra via Siro Comi e via Felice Cavallotti.[5]

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ritratto di Mauro Rusconi, su aspi.unimib.it. URL consultato il 10 aprile 2022.
  2. ^ a b c d e f Serafino Biffi, Sulla vita scientifica...del dottore Mauro Rusconi..., Milano, 1853. URL consultato il 10 aprile 2022.
  3. ^ a b c d e Maria Carla Garbarino, Mauro Rusconi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 89, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2017. URL consultato il 10 aprile 2022.
  4. ^ (EN) Accademia delle Scienze, su accademiadellescienze.it. URL consultato il 10 aprile 2022.
  5. ^ mauro rusconi, su OpenStreetMap. URL consultato il 10 aprile 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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