Coordinate: 44°47′32.03″N 10°13′15.24″E

Madregolo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Madregolo
frazione
Madregolo – Veduta
Madregolo – Veduta
Chiesa di San Martino
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
ComuneCollecchio
Territorio
Coordinate44°47′32.03″N 10°13′15.24″E
Altitudine76 m s.l.m.
Abitanti632[2]
Altre informazioni
Cod. postale43044
Prefisso0521
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantimadregolesi
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Madregolo
Madregolo

Madregolo è una piccola frazione del comune di Collecchio, in provincia di Parma.

La località dista 4,69 km dal capoluogo.[1]

Origini del nome

[modifica | modifica wikitesto]

La località era chiamata originariamente Macretulo, poi Matricule, dal latino Vicus Mecritulus, ossia "luogo magro, poco fertile", per contrapporla alla vicina Vicofertile, dal latino Vicus Fertilis, ossia "villaggio fertile"; ciò era dovuto alla vicinanza col fiume Taro, che spesso ne inondava il territorio, poco adatto dunque alle coltivazioni stanziali.[3][4]

Il territorio madregolese risultava abitato già durante l'età del bronzo; a testimonianza di ciò si conservano alcune tracce di un villaggio palafitticolo nella zona oggi detta "Toriazzo".[3]

La zona era sicuramente abitata anche in epoca romana: le suddivisioni delle terre e la rete viaria ricalcano ancora lo schema geometrico dell'antica centuriazione.[3]

In epoca altomedievale un primo insediamento sorse nella zona nota come Garfagnana, posta nei pressi del fiume Taro, che all'epoca scorreva molto più a occidente; tale territorio fu menzionato per la prima volta il 15 giugno 835 nel testamento della regina Cunegonda, vedova del re dei Longobardi Bernardo.[4]

La più antica testimonianza dell'esistenza del borgo di Macritule risale invece al 935, quando fu citato in un atto notarile.[4]

L'importanza della zona, assegnata nel X secolo all'autorità vescovile di Parma e confermata nel suo possesso il 5 aprile 989 dall'imperatore del Sacro Romano Impero Ottone III di Sassonia,[4][5] crebbe grazie alla presenza del guado sul fiume della Via Francigena, percorsa da numerosi pellegrini diretti a Roma dal nord Europa; per questo vi furono edificati la prima pieve romanica[3] e il castello, esistente già nell'XI secolo.[6]

Il borgo di Magritule fu successivamente citato il 6 settembre 1000, quando la contessa Ferlinda, figlia di Bertario, donò ai canonici del capitolo della Cattedrale di Parma varie proprietà, tra cui alcuni terreni posti nella zona.[4]

Nel 1081 l'imperatore del Sacro Romano Impero Enrico IV di Franconia confermò i diritti su Madregolo al vescovo di Parma Everardo.[6]

Tra la fine dell'XI secolo e gli inizi del XII l'antico borgo di Garfagnana, a causa della vicinanza col fiume, fu completamente distrutto dalle sue acque, che rasero al suolo anche la pieve di San Martino; gli abitanti si spostarono a Madregolo, ove edificarono anche una nuova chiesa.[4]

Verso la fine del XIV secolo la diocesi assegnò a Ugolotto Biancardo il feudo; nel 1404 i Rossi assaltarono il castello, espugnandolo, ma pochi giorni dopo, in seguito alla conquista del castello di Felino da parte di Ottobuono de' Terzi,[5] il Biancardo rientrò in possesso del forte,[7] ove morì nel 1408.[8][4]

L'anno seguente il maniero fu occupato dalle truppe del marchese di Ferrara Niccolò III d'Este,[9] che lo assegnò ai conti Sanvitale.[10] Nel 1420 Niccolò III cedette in cambio di Reggio Parma e il suo territorio al duca di Milano Filippo Maria Visconti, che nel 1421 intimò a Giberto e Gianmartino Sanvitale l'immediata distruzione del castello.[11][4]

Nel 1495, durante la battaglia di Fornovo, le truppe milanesi comandate dal conte di Caiazzo Gianfrancesco Sanseverino posero il campo a Madregolo.[12]

In seguito la zona, grazie a canalizzazioni e arginature, fu messa in sicurezza dal punto di vista idraulico, favorendo lo sviluppo della frazione, oggi sede di attività artigianali, agricole e industriali.[3][4]

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Martino

[modifica | modifica wikitesto]
Facciata della chiesa di San Martino
Campanile della chiesa di San Martino
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Martino (Collecchio, Madregolo).

Edificata probabilmente nel XII secolo, dopo la distruzione della pieve di Garfagnana a causa di una rovinosa piena del fiume Taro, la chiesa romanica fu quasi completamente ricostruita in stile barocco nel 1636, riutilizzando parte dei materiali dell'antico edificio; il tempio conserva, murati negli spigoli del campanile, quattro capitelli raffiguranti gli Evangelisti, risalenti al XII secolo; all'interno sono inoltre presenti vari dipinti seicenteschi, settecenteschi e ottocenteschi, tra cui la pala rappresentante San Martino e il povero.[13][14]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Madregolo.

Donato nel 1081 da Enrico IV di Franconia alla Diocesi di Parma, il castello fu assegnato verso il 1400 al condottiero Ugolotto Biancardo e nel 1409 ai conti Sanvitale; acquisito dai Terzi nel 1421 grazie all'intervento di Filippo Maria Visconti, fu successivamente abbattuto per ordine del Duca; ricostruito probabilmente nei decenni seguenti e utilizzato come accampamento durante la battaglia di Fornovo del 1495, fu forse successivamente distrutto da un incendio; secondo alcune ipotesi sui suoi resti fu edificata la corte dei Torrioni, ma secondo altre la fortezza originaria sarebbe sorta più a nord, lungo strada Castellarso, oppure in corrispondenza dell'odierno alveo del fiume Taro.[12][15][16]

Corte dei Torrioni

[modifica | modifica wikitesto]
Corte dei Torrioni

Costruita secondo alcune ipotesi sui resti dell'antico castello, la corte rurale fortificata, nota anche come "Il Torrione", fu completamente restaurata agli inizi del XXI secolo e trasformata in edificio residenziale; caratterizzata dalla presenza di due torri, la struttura in pietra poggia su fondamenta probabilmente cinquecentesche.[16]

  1. ^ a b La Frazione di Madregolo, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 28 gennaio 2017.
  2. ^ [1]
  3. ^ a b c d e Madregolo, su comune.collecchio.pr.it. URL consultato il 28 gennaio 2017.
  4. ^ a b c d e f g h i Dall'Aglio, pp. 581-583.
  5. ^ a b Massa, pp. 224-225.
  6. ^ a b Cherbi, p. 266.
  7. ^ Pezzana, 1842, p. 67.
  8. ^ Pezzana, 1842, p. 101.
  9. ^ Pezzana, 1842, p. 129.
  10. ^ Pezzana, 1842, p. 132.
  11. ^ Pezzana, 1842, p. 195.
  12. ^ a b Pezzana, 1859, p. 282.
  13. ^ Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, pp. 132-134.
  14. ^ Chiesa di San Martino "Madregolo, Collecchio", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 1º febbraio 2018.
  15. ^ Calidoni, Basteri, Bottazzi, Rapetti, Rossi, p. 67.
  16. ^ a b Madregolo: il Castello, su google.com. URL consultato il 6 novembre 2018.
  • Mario Calidoni, Maria Cristina Basteri, Gianluca Bottazzi, Caterina Rapetti, Sauro Rossi, Castelli e borghi. Alla ricerca dei luoghi del Medioevo a Parma e nel suo territori, Parma, MUP Editore, 2009, ISBN 978-88-7847-241-9.
  • Francesco Cherbi, Le grandi epoche sacre, diplomatiche, cronologiche, critiche della chiesa vescovile di Parma, Tomo I, Parma, Stamperia Carmignani, 1835.
  • Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, I Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.
  • Eugenio Massa, Parma, città e provincia; nuovissima guida regionale illustrata con annessa carta topografica, Bologna, Ass. Agraria Parmense, 1913.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo quinto, Parma, Reale Tipografia, 1859.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Emilia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Emilia