Licaone (figlio di Pelasgo)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Licaone
Zeus trasforma Licaone in un lupo, incisione di Hendrik Goltzius.
Nome orig.Λυκάων
Caratteristiche immaginarie
SessoMaschio
ProfessioneRe dell'Arcadia

Licaone (in greco antico: Λυκάων?, Lykáōn) è un personaggio della mitologia greca. Fu sovrano dell'Arcadia e fu ritenuto in quasi tutte le versioni del mito come un uomo empio.

Genealogia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Pelasgo[1] e dell'oceanina Melibea[1][2] o Deianira[3].
Sposò una ninfa naiade di nome Cillene (che in alcuni casi viene indicata come sua madre)[1][4].

Licaone fu padre di almeno tre figlie: Callisto, Dia[5][6], Psophis[7] e fu padre di cinquanta figli (di cui molti divennero eponimi di città) ed avuti da diverse concubine.
Acaco, Acontes, Aegaeon, Alipherus, Ancyor, Archebates[1]. Aseatas,[8]. Bucolione, Caneto, Carteron [1]. Caucone[8]. Charisius, Cleitor, Corethon[1]. Cromus[8]. Cynaethus[1]. Daseatas[8]. Dauno, Eleuther[9]. Enotro, Evemone, Eumetes, Eumon, Fineo, Genetore, Haemon, Harpaleus, Harpalycus, Helix[1]. Lebadus[9]. Leon, Lino, Lycius, Lycos, Macareo, Macedone, Maenalus, Mantineus, Nittimo, Orcomeno[1]. Oresteo[8]. Pallade[1]. Peraethus[8]. Peucezio, Phassus[1]. Phigalus[8]. Phthius, Physius, Plato, Polichus, Portheus, Prothous, Socleus, Stymphalus, Teleboas[1]. Tegeate[8]. Thesprotus[1]. Thocnus, Thyreus[8]. Titanas[1]. Trapezeus e Tricolonus[8].

Il mito[modifica | modifica wikitesto]

Zeus, desiderando accertarsi dell'empietà di Licaone, andò, travestito da contadino, a chiedere ospitalità al sovrano. Il re per sapere se l'ospite fosse veramente una divinità decise di servire al banchetto in suo onore con le carni del nipote Arcade o in un'altra versione, quelle di un prigioniero.
Il dio inorridito fulminò l'empio e tutti i suoi 49 figli, eccettuato Nittimo, salvato dalla dea Gea, il quale poté così succedere al padre.

Un'altra versione del mito, narrata da Publio Ovidio Nasone Metamorfosi[10], racconta che per la sua empietà Licaone fu punito con la trasformazione in un "feroce lupo", destinato a cibarsi di carne umana[11]. Questa versione viene messa in rapporto con i sacrifici umani che si svolgevano in Arcadia in onore di Zeus Liceo, quando una vittima umana veniva immolata e i celebranti, che si erano cibati delle viscere, venivano trasformati in lupi per otto anni. Scaduto questo termine potevano ritornare umani, a patto che non avessero mangiato carne umana.

L'empietà di Licaone fu causa della furia di Zeus, che decise, assieme agli altri dei, di seppellire la terra sotto al Diluvio[12], al quale sopravvisse Deucalione, figlio di Prometeo e sua moglie Pirra.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n (EN) Apollodoro, Biblioteca, III, 8.1, su theoi.com. URL consultato il 10 maggio 2019.
  2. ^ Tzetzes a Licofrone 481
  3. ^ (EN) Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane 1.11.2 e 1.13.1, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 20 maggio 2019.
  4. ^ Scoli ad Euripide, Oreste 1642
  5. ^ Tzetzes a Licofrone 480
  6. ^ Scoli a Apollonio Rodio, Le Argonautiche, 1.1213
  7. ^ Stefano di Bisanzio, Ethnica s.v. Psōphis
  8. ^ a b c d e f g h i j Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia 8.3.1 – 5
  9. ^ a b Plutarco, Quaestiones Graecae 39
  10. ^ Ovidio Metamorfosi, I, 163-241.
  11. ^

    «Si fe d’un huom’, un lupo empio, e rapace
    Servando l’uso de l’antica forma,
    Che l’human sangue più che mai li piace,
    De’ suoi vecchi desir seguendo l’orma.»

  12. ^

    «In quanto al modo, ogni Dio si rimette
    A quel, ch’occulto anchor Giove tenea,
    Che fu contrario al primo, e à tutti piacque
    Di nasconder la Terra sotto l’acque.»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN67618836 · CERL cnp00854079 · GND (DE132124874 · WorldCat Identities (ENviaf-67618836
  Portale Mitologia greca: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mitologia greca