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Le cinque rose di Jennifer

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Le cinque rose di Jennifer
dramma
AutoreAnnibale Ruccello
Lingue originali
Prima assoluta16 dicembre 1980
Na Babele Theatre, Napoli
Personaggi
  • Jennifer
  • Anna
 

Le cinque rose di Jennifer è un'opera teatrale scritta sia in napoletano sia in italiano da Annibale Ruccello.

Rappresentata per la prima volta nel 1980, è l'opera d'esordio dell'allora ventiquattrenne autore. Il dramma è liberamente ispirato a La voce umana di Jean Cocteau, opera della quale ricalca l'intreccio. Nella prima rappresentazione, fu lo stesso Ruccello a interpretare il ruolo della protagonista.

Anni '70. Jennifer è un giovane femminiello che vive in uno squallido monolocale nel fantomatico Rione dei Travestiti di Napoli. Jennifer aspetta una telefonata da Franco, un ingegnere genovese attualmente a Milano per lavoro, che gli ha promesso di chiamarlo non appena tornerà in città; purtroppo è difficile capire quando (e se) l'uomo chiamerà: il telefono di Jennifer, per un disguido, intercetta tutte le chiamate del quartiere. Con pazienza e amorevolezza il femminiello trascorre la giornata rispondendo a tutte le chiamate, preparandosi all'arrivo di Franco e ascoltando la stazione radiofonica Radio Cuore, che trasmette le canzoni delle sue artiste preferite, Mina, Ornella Vanoni e Patty Pravo. Le trasmissioni sono spesso interrotte dalle notizie a proposito di uno spietato killer che sta mietendo vittime nel Rione dei Travestiti, il quale compone i corpi adornandoli di cinque rose rosse: questo non sembra preoccupare Jennifer, così come le telefonate di un importuno stalker che si finge Franco e che lei liquida con ironia.

Alla porta di Jennifer bussa Anna, un altro femminiello che vive poco distante: poiché sa delle interferenze telefoniche, chiede di attendere a casa di Jennifer le eventuali risposte a un annuncio che ha pubblicato sul giornale per cercare l'anima gemella. Le due intavolano una chiacchierata davanti a un caffè: Jennifer parla della sua famiglia e di Franco, Anna delle disgrazie a causa delle quali è diventata testimone di Geova e del rapporto speciale che ha con la sua gattina Rosinella. Quando Anna tenta di convincere Jennifer ad abbracciare la religione il dialogo comincia a farsi teso, ma una telefonata lo interrompe: Jennifer capisce che non si tratta di Franco e liquida l'interlocutore, salvo poi chiedersi se quella chiamata in realtà fosse per Anna; questa, furibonda, se ne va.

Passano le ore, e una Jennifer sempre più inquieta riceve una telefonata dall'amica Janice e da altri utenti che hanno sbagliato numero; nel corso di questi colloqui emerge un'amara verità: il primo e unico incontro tra Jennifer e Franco è avvenuto mesi prima, e da allora il genovese non si è mai fatto sentire; nondimeno Jennifer ha continuato a sperare che egli mantenesse la promessa di tornare da lei, chiudendosi in casa e preparandogli tutte le sere la cena. Dopo l'ennesima telefonata dello stalker che si finge Franco, Jennifer si ubriaca e si appresta a uscire mettendo nella borsetta una pistola, lasciando intendere che il killer di femminielli sia lei; viene però fermata da un improvviso black out.

Nel buio totale irrompe Anna, disperata per aver trovato la sua adorata Rosinella brutalmente ammazzata. In preda a una crisi nervosa, Anna accusa Jennifer di aver ucciso la gatta, adducendo come motivazione il fatto che essa interferisse con le sue frequentazioni maschili; nel suo delirio inizia a parlare in prima persona, come se le accuse fossero rivolte a sé stessa (e quindi come se lei e Jennifer fossero la stessa persona). Jennifer la distoglie dal proposito di suicidarsi, ma appena Anna le chiede se può rimanere a dormire la butta fuori, perché spera ancora nell'arrivo di Franco. Anna se ne va insultandola.

Ormai fuori di sé, Jennifer prende le cinque rose rosse che all'inizio del dramma aveva messo in un vaso, le stringe al petto e, dichiarando di non voler più stare sola, si spara un colpo in bocca. Un attimo dopo il telefono squilla a vuoto, lasciando gli spettatori nel dubbio che Franco, Anna e il misterioso killer non fossero altro che proiezioni della solitudine di Jennifer.

Rappresentazioni

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  • Mariano d'Amora, Se cantar mi fai d'amore. La drammaturgia di Annibale Ruccello, Roma. Bulzoni, 2013.
  • Annibale Ruccello, Teatro. Annibale Ruccello, Ubulibri (collana I testi), 2005, p. 164, ISBN 9788877482730.