Kuruna

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Kuruna
Kuruna densifolia
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
(clade) Commelinidae
Ordine Poales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Bambusoideae
Tribù Arundinarieae
Genere Kuruna
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Commelinidae
Ordine Cyperales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Bambusoideae
Tribù Arundinarieae
Genere Kuruna
Attigala, Kathr. & L.G.Clark, 2014
Specie

Kuruna è un genere di piante spermatofita monocotiledone di bambù appartenente alla famiglia Poaceae (ordine delle Poales).[1][2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere deriva dal nome comune in singalese del gruppo nativo Sri Lankan Arundinaria, "KuruUna". Kuru significa "nano" e Una significa "bambù".[3]

Il nome scientifico del genere è stato definito dai botanici contemporanei Lakshmi Attigala, Hashendra-Suvini Kathriarachchi & Lynn G. Clark nella pubblicazione Phytotaxa 174(4): 199. del 2014.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Spighetta generica con tre fiori diversi
  • Il portamento delle specie di questo genere è arbustivo perenne. Le radici sono del tipo fascicolato derivate da brevi rizomi pachimorfi a collo corto. I culmi sono legnosi, eretti o arrampicanti; gli internodi sono affusolati; i nodi sono prominenti (gonfiati). Lunghezza dei culmi: da 1 a 8 metri.[1][5][6][7][8][9][10]
  • Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le foglie dei culmi, con portamento riflesso, sono persistenti o decidue e sono prive di padiglioni auricolari. Le guaine hanno delle forme lineari o lanceolate o strettamente ovate o triangolari. Le ligule sono membranose e cigliate. La base delle foglie è priva del pseudo-picciolo (o falso picciolo). La forma delle foglie è lineare o lanceolata o ellittica o oblunga; la consistenza è erbacea o coriacea; i margini sono molli o cartilaginei. Le venature sono parallelinervie (quelle trasversali sono poco visibili).
  • Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze sono ramificate (oppure no) ed hanno la forma di una grande pannocchia aperta. Le spighette sono solitarie; quelle fertili sono pedicellate. I rami non sono sottesi da brattee.
  • Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette fertili sono formate da 1 a 7 fiori fertili sottesi da due brattee chiamate glume (inferiore e superiore). Le spighette possono terminare all'apice con un fiore sterile o ridotto (l'estensione apicale della rachilla in genere è sterile). Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La forma delle spighette è lineare o lanceolata o ellittica; sono inoltre compresse lateralmente. Lunghezza della spighetta: 8 – 35 mm. La disarticolazione (la rottura alla maturità) avviene sotto ogni fiore fertile.
  • Le brattee dei fiori. GLUME: le glume sono persistenti o decidue. Sono più corte della spighetta. Quella inferiore ha delle forme oblunghe o ovate con apice acuto; la consistenza è cartacea; non ha una carenatura; ha fino a 7 venature longitudinali. La glume superiore è simile a quella inferiore; è lunga come il lemma adiacente; ha una consistenza cartacea; è senza carenatura; ed ha da 5 a 7 vene. LEMMA: il lemma dei fiori fertili ha delle forme da lanceolate a ovate con apice acuto o mucronato; è privo di carenatura e di ali; le vene al massimo sono 11. La superficie è liscia o scabrosa e comunque priva di solchi. PALEA: la palea è percorsa da 7 vene longitudinali; può essere alata oppure no; la superficie può essere liscia o scabrosa; i margini sono (oppure no) cigliati; l'apice può essere acuto o con due taglienti punte.
  • I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[5]
  • , P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da tre lodicule cigliate, delle squame, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali).
  • I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, ellissoidi, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo, carnoso e succulento, è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è provvisto di epiblasto. I margini embrionali della foglia si sovrappongono. La fessura scutellare è assente.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: in generale le erbe delle Poaceae sono impollinate in modo anemogamo. Gli stigmi piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo.
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento –dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo genere si trovano solamente nell'Asia tropicale (soprattutto Sri Lanka) con habitat relativi a regioni calde e montane (foreste e pascoli aperti).

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questo genere (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[8]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere di questa voce è descritto al'interno della sottofamiglia Bambusoideae (tribù Arundinarieae).[1][5]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La conoscenza filogenetica della tribù Arundinarieae è ancora in via di completamento. Per il momento i botanici (provvisoriamente) dividono la tribù in 12 cladi. Il gruppo di questa voce è compreso nel dodicesimo clade (Clade XII).[1]

La posizione filogenetica di questo genere all'interno della tribù è abbastanza centrale e risulta "gruppo fratello" del Chimonocalamus clade (Clade III). In passato questo genere era stato collegato ad altri gruppi della tribù Arundinarieae distribuiti nella parte più orientale dell'Asia. Recenti studi hanno dimostrato che il genere Kuruna insieme ai due lignaggi africani (Clade I, Bergbambos e Clade II, Oldeania), hanno incominciato a divergere dai rispettivi gruppi asiatici orientali durante il Pliocene (dai 5 ai 3 milioni di anni fa).[11]

La monofilia di Kuruna è ben supportata anche se alcuni Autori lo collegano alla specie Bergbambos tessellate del Sudafrica.[12]

Il cladogramma seguente tratto dallo studio citato (e semplificato) mostra l'attuale conoscenza filogenetica del genere.[12]


Kuruna densifolia

Kuruna floribunda

Kuruna debilis 2

Kuruna scandens

Kuruna walkeriana

Kuruna debilis 1

Elenco delle specie del genere[modifica | modifica wikitesto]

Per questo genere sono riconosciute valide le seguenti specie:[13]

Chiave per le specie[modifica | modifica wikitesto]

Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere, l’elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una specie dall'altra)>.[13]

  • Gruppo 1A: il portamento di queste piante è arrampicante; le lame delle foglie dei culmi sono riflesse;
  • Kuruna debilis: i nodi sono sormontati da una visibile cresta; le foglie del fogliame sono provviste di auricolari fimbriati.
  • Kuruna scandens: i nodi sono sormontati da una cresta poco visibile; le foglie del fogliame non sono provviste di auricolari.
  • Gruppo 1B: il portamento di queste piante è eretto; le lame delle foglie dei culmi sono erette e leggermente patenti;
  • Gruppo 2A: le radici primarie sono cave (canali aerei); il diametro delle linee nodali è più o meno uguale a quello degli internodi adiacenti; l'habitat è relativo alle praterie aperte;
  • Gruppo 2B: le radici primarie non sono cave; il diametro delle linee nodali è più grande di quello degli internodi adiacenti; l'habitat è relativo alle foreste pluviali o alle pianure delle montagna rocciose;
  • Gruppo 3A: le guaine delle foglie del culmo sono glabre nella pagina abassiale; i margini delle foglie del fogliame sono colorati di giallo pallido ed hanno, nella parte anteriore, dei tricomi taglienti;
  • Gruppo 3B: le guaine delle foglie del culmo sono ispide nella pagina abassiale; i margini delle foglie del fogliame sono colorati di verde e sono, nella parte anteriore, scabri;
  • Gruppo 4A: la forma delle lame delle foglie è più o meno cordata e abbracciante alla base; la consistenza delle foglie è coriacee con evidenti spessori; l'apice delle glume è acuto;
  • Gruppo 4B: la forma delle lame delle foglie è lineare-lanceolata e non è abbracciante; la consistenza delle foglie è cartilaginea con spessori sottili; l'apice delle glume è mucronato;
  • Kuruna wightiana: l'apice della guaina fogliare ha un portamento più o meno orizzontale; la chiglia della palea è senza ali; gli stimmi sono 3.
  • Kuruna floribunda: l'apice della guaina fogliare è concavo e simmetrico; la chiglia della palea è alata; gli stimmi sono 2.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Kellogg 2015, pag. 168.
  2. ^ Zhang et al. 2016, pag. 122.
  3. ^ a b Attigala et al. 2014, pag. 200.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 5 ottobre 2018.
  5. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  6. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
  7. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
  8. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  9. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  10. ^ Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su static1.kew.org. URL consultato il 6 ottobre 2018.
  11. ^ Zhang et al. 2016, pag. 123.
  12. ^ a b Attigala et al. 2014.
  13. ^ a b Attigala et al. 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Kuruna IPNI Database
  • Kuruna Royal Botanic Gardens KEW - Database