Katër i Radës
Katër i Radës (A451) | |
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Il relitto della Katër i Radës nel memoriale L'Approdo. Opera all'Umanità Migrante di Costas Varotsos (porto di Otranto) | |
Descrizione generale | |
Tipo | motovedetta |
Classe | PO 2 (designazione NATO) |
Destino finale | esposto come memoriale L'Approdo. Opera all'Umanità Migrante a Otranto per opera dello scultore greco Costas Varotsos |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 35,7 t |
Lunghezza | (fuori tutto) 21 m |
Larghezza | 3,8 m |
Pescaggio | 1,4 m |
Propulsione | 1 motore Diesel 3D6S 150 hp |
Velocità | 10,5 nodi (19,45 km/h) |
Equipaggio | 10 marinai |
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La motovedetta A451 soprannominata Katër i Radës (ovvero, in italiano: Quattro in Rada) fu una delle 11 unità di costruzione sovietica della classe PO 2, (progetto R376 Yaroslavets) cedute alla Marina militare albanese tra il 1957 e il 1960. È tristemente nota per il suo naufragio del 1997.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La Katër i Radës, realizzata in Unione Sovietica negli anni cinquanta come motosilurante, era stata trasformata in pattugliatore costiero negli anni settanta.[1]
Naufragio del 1997[modifica | modifica wikitesto]
La nave fu rubata al porto di Santi Quaranta da gruppi criminali che gestivano il traffico di immigrati clandestini[2]. Il naufragio dell'imbarcazione avvenne nel canale d'Otranto durante un inseguimento da parte della corvetta italiana Sibilla, il Venerdì santo, 28 marzo 1997, incidente nel quale morirono 81 persone di cui furono ritrovati soltanto 57 corpi e ne risultarono dispersi 24.
In Cassazione le condanne definitive per i comandanti delle due unità furono parzialmente modificate: 2 anni al comandante del Sibilla, Fabrizio Laudadio; 3 anni e 6 mesi a Namik Xhaferi che era al comando della Katër i Radës.[3]. Dopo esser stata salvata dalla demolizione, dall'estate del 2011 la nave è esposta nel comune di Otranto[4].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Il Kater I Rades aveva 40 anni di servizio, La Repubblica, 30-03-1997. URL consultato il 30-01-2012.
- ^ 14 anni dopo: la sentenza d’appello per lo speronamento della carretta del mare, su acmos.net, 15-07-2011. URL consultato il 30-01-2011 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2012).
- ^ BrindisiReport.it del 24 maggio 2014 - „Strage del Venerdì Santo, i due comandanti condannati anche in Cassazione.“
- ^ Katër i Radës, la nave della tragedia, è salva, su shqiptariiitalise.com. URL consultato il 13-01-2015.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Città di Otranto. "L'Approdo. Opera all'Umanità Migrante".
- Scheda tecnica, profili e fotografie di dragamine classe PO-2 in servizio con la Marina bulgara.
- Dati sulle navi costruite del progetto 376.
- Tragedia della Kater i Rades raccontata da Leogrande. Motovedetta albanese finita a picco il 28 marzo 1997.
- Raccolta di notizie
- Pagine web con molte risorse dedicate a questo naufragio.
- Il "Katër i Radës" al Festival Internazionale di Musica Contemporanea, su labiennale.org. URL consultato l'11 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).