Hossein Derakhshan

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Hossein Derakhshan

Hossein Derakhshan (Teheran, 7 gennaio 1975) è un giornalista e blogger iraniano, imprigionato per 6 anni dal regime islamico. Considerato il padre del blogging iraniano,[1] è stato tra i primi a diffonderlo nel paese.[2] Ha inoltre dato il via alla pratica del podcasting in Iran.[3] Arrestato il 1º novembre 2008[4] e condannato a 19½ anni di carcere il 28 settembre 2010. La sua pena è stata ridotta a 17 anni nell'ottobre 2013.[5] Graziato dalla Guida suprema Ali Khamenei, il 19 novembre 2014 è stato rilasciato dalla prigione di Evin.[6][7].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Derakhshan ha iniziato la sua formazione presso la Nikan High School di Teheran. Ha conseguito una laurea in sociologia presso la Shahid Beheshti University della capitale, per poi studiare sociologia presso l'Università di Toronto.[8]

Inizia la sua carriera da giornalista su Internet per il giornale riformista Asr-e Azadegan nel 1999. Il giornale viene poi chiuso dal sistema giudiziario, e Hossein passa a Hayat-e No. La sua colonna era chiamata Panjere-i roo be Hayaat ("una finestra sulla vita", in riferimento al film di Alfred Hitchcock La finestra sul cortile), e si occupava di cultura digitale, internet e giochi per computer.[9]

Nell'agosto 2006 ha pubblicato un articolo nella sezione Columns & Blogs del Washington Post in cui appoggiava il conseguimento da parte dell'Iran di un arsenale nucleare come deterrente di fronte a una possibile invasione da parte delle potenze globali, dopo aver normalizzato le relazioni con gli Stati Uniti e Israele;[10] dopo la sua condanna in carcere ha appoggiato l'Accordo sul nucleare iraniano.[11]

Derakhshan ha scritto nel suo blog nel dicembre 2006: "Se gli Stati Uniti attaccassero l'Iran, nonostante tutti i miei problemi con la Repubblica Islamica, tornerei a combattere questi bastardi... Non posso permettermi di stare a sedere e guardarli rendere Teheran come Baghdad."[12] In seguito ha pubblicato un commento su The Guardian, intitolato "Stop Bulliying Iran", in cui difende il suo paese.[13]

Arresto[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º novembre 2008 Derakhshan è stato arrestato nella sua casa di famiglia a Teheran. Durante il mese di novembre, gli furono concesse quattro chiamate alla sua famiglia, ciascuna della durata di circa un minuto.[4]

Il 18 novembre, la comunità anti-censura Global Voices Online ha pubblicato un articolo sull'arresto di Derakhshan.[14] Pochi giorni dopo, il The Times londinese pubblicò un rapporto in cui affermava che Derakhshan era stato arrestato per spionaggio a favore di Israele.[15] Amnesty International ha ipotizzato l'accusa di "oltraggio alla religione".[4]

Il 30 dicembre, Alireza Jamshidi, portavoce del sistema giudiziario iraniano, ha confermato l'arresto di Derakhshan, ma non ha menzionato alcuna accusa riguardante Israele. Jamshidi ha detto che Derakhshan era sotto la custodia della Corte Rivoluzionaria Islamica e che Derakhshan è accusato di aver scritto riguardo temi religiosi.[16]

Diciannove blogger iraniani hanno pubblicato una lettera "condanniamo categoricamente le circostanze che circondano l'arresto e la detenzione di Derakhshan e chiediamo il suo rilascio immediato".[17] Ad aprile 2009 il New York Times riferiva che Derakhshan era ancora detenuto senza accuse.[18] Anche il padre di Derakhshan, Hassan, scrisse una lettera pubblica al capo della magistratura chiedendo il rilascio di Derakhshan, e rese note le torture a cui era sottoposto il figlio.[19] Graziato dal leader supremo dell'Iran Ali Khamenei nel 2014, viene liberato dal carcere il 19 novembre.[6][7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ZP Heller, Building Blogs, in AlterNet, 22 febbraio 2005. URL consultato il 4 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2008).
  2. ^ Jane Perrone, Weblog heaven, London, Guardian, 18 dicembre 2003. URL consultato il 4 novembre 2009.
  3. ^ Clark Boyd, Persian blogging round the globe, London, BBC News, 6 marzo 2005. URL consultato il 4 novembre 2009.
  4. ^ a b c Document - Iran: Incommunicado detention/ fear of torture or other ill-treatment/ possible prisoner of conscience: Hossein Derakhshan (m), su amnesty.org, Amnesty International, 15 dicembre 2009. URL consultato il 20 aprile 2009.
  5. ^ Hossein's sentence reduced to 17 years, su hosseinderakhshan.wordpress.com, 16 ottobre 2013.
  6. ^ a b حسین درخشان با عفو رهبری آزاد شد, su Rooz Online. URL consultato il 20 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2014).
  7. ^ a b Michelle Moghtader, Angus McDowall e Louise Ireland, Iran's Supreme Leader frees pioneering Iranian 'Blogfather' - media, Thomson Reuters, 20 novembre 2014. URL consultato il 20 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2014).
  8. ^ Can a blogger bring political change to Iran?, su magazine.utoronto.ca. URL consultato il 4 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2008).
  9. ^ Anonymous, One sample of his columns in Asr-e Azadegan, dated back to 1999, su alighazvini.blogspot.com, 28 marzo 2005. URL consultato il 4 novembre 2009.
  10. ^ Article from Washington Post (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2008).
  11. ^ (EN) Hossein Derakhshan, Rouhani's Last Blow, su Medium, 19 gennaio 2018. URL consultato il 29 luglio 2019.
  12. ^ Hossein Derakhshan, Between Khamenei and Bush (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2007), hoder.com, December 24, 2006
  13. ^ (EN) Hossein Derakhshan, Stop bullying Iran, in The Guardian, 23 febbraio 2007, ISSN 0261-3077 (WC · ACNP). URL consultato il 19 aprile 2017.
  14. ^ Sami Ben Gharbia, Iranian blogger Hossein Derakhshan "arrested" In Tehran, su advox.globalvoices.org, Global Voices Online, 18 novembre 2008. URL consultato il 20 aprile 2009.
  15. ^ Michael Theodoulou, Iranian 'Blogfather' Hossein Derakhshan is arrested on charge of spying for Israel, in The Times, London, 20 novembre 2008. URL consultato il 19 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2009).
  16. ^ (FA) The judiciary system confirmed the arrest of Hossein Derakhshan, BBC Persian, 30 dicembre 2008. URL consultato il 31 dicembre 2008.
  17. ^ Kamangir, Letter in Defense of Hossein Derakhshan (Hoder), su kamangir.net, 18 dicembre 2008. URL consultato il 20 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2009).
  18. ^ Nazila Fathi, Iranian President Asks Court to Reconsider Spy Case, in New York Times, 19 aprile 2009. URL consultato il 20 aprile 2009.
  19. ^ Robert Mackey, News of Iran's Detained 'Blogfather', in The New York Times, 23 ottobre 2009. URL consultato il 4 maggio 2010.

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