Himantura chaophraya

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Pastinaca d'acqua dolce gigante
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Chondrichthyes
Sottoclasse Elasmobranchii
Ordine Myliobatiformes
Famiglia Dasyatidae
Genere Himantura
Specie H. chaophraya
Nomenclatura binomiale
Himantura chaophraya
Monkolprasit e Roberts, 1990

La pastinaca d'acqua dolce gigante (Himantura chaophraya) è una specie di pastinaca della famiglia dei Dasiatidi originaria dei grandi fiumi ed estuari del Sud-est asiatico, della Nuova Guinea e dell'Australia settentrionale[2]. È uno dei più grandi pesci d'acqua dolce del mondo: nei fiumi Chao Phraya e Mekong sono stati catturati esemplari di 500–600 kg[3]. Il numero degli esemplari, però, sta diminuendo a causa della sovrapesca e della distruzione dell'habitat e alcune popolazioni locali sono in serio pericolo di estinzione[4].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Scoperta per la prima volta in Thailandia (dove vive nei fiumi Chao Phraya, Nan, Mekong, Bongpakong, Tachin e Tapi), la pastinaca d'acqua dolce gigante è stata trovata anche nel Borneo (nel bacino del Mahakam, nel Kalimantan, e nel fiume Kinabatangan, nel Sabah), in Nuova Guinea (bacino del fiume Fly) e Australia (fiume Gilbert, nel Queensland, fiumi Daly e South Alligator, nel Territorio del Nord, e fiumi Pentecost e Ord, nell'Australia Occidentale). Le forme australiane erano già note dai primi anni del Novecento, ma venivano a torto ritenute esemplari di Dasyatis fluviorum, la pastinaca degli estuari. Le varie popolazioni sono molto probabilmente separate le une dalle altre, ma non è chiaro se rappresentino popolazioni della stessa specie o un complesso di specie[5]. Predilige i fondali sabbiosi[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La pastinaca d'acqua dolce gigante ha pinne pettorali molto sottili, più o meno di forma ovale, e occhi minuscoli. Il muso è molto largo e termina con una punta triangolare. La bocca è piccola ed è dotata di 4-7 papille (2–4 centrali più grandi e 1–4 laterali più piccole) sul pavimento. La coda a frusta misura 1,8-2,5 volte la lunghezza del disco ed è priva di pinnule[5]. La spina posta sulla coda è la più grande di quella di ogni pastinaca e può raggiungere i 38 cm. È ricoperta da una guaina di muco tossico ed è in grado di perforare un osso[6].

La superficie superiore del corpo e la coda sono ricoperte da piccoli tubercoli rugosi che diventano sempre più appuntiti sulla coda al di là della spina. Il dorso ha colorazione uniforme marrone o grigia, talvolta più chiara verso i margini. Il ventre è bianco e presenta una caratteristica banda nera lungo il margine e una serie di piccole macchie lungo le pinne pettorali e pelviche[3]. La coda al di là della spina è nera. Questa specie può raggiungere i 4,6 metri di lunghezza e gli 1,9 metri di larghezza[5]. Le forme australiane e della Nuova Guinea sono molto più piccole e raggiungono al massimo la larghezza di un metro.

Biologia ed ecologia[modifica | modifica wikitesto]

La dieta di questa specie consiste di pesci bentonici e di invertebrati che vengono individuati grazie all'elettrorecezione delle ampolle di Lorenzini[2]. Come nelle altre pastinache, la riproduzione è ovovivipara e la femmina partorisce un unico piccolo per volta[7]. Una femmina di 4,3 metri è stata vista dare alla luce un unico piccolo largo 34 cm[8]. I maschi raggiungono la maturità non appena misurano 1,1 metri[5].

Relazioni con l'uomo[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è minacciata dalla sovrapesca e dalla distruzione dell'habitat; l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ha valutato la pastinaca d'acqua dolce gigante come vulnerabile in tutto il suo intero areale[4]. Nella Thailandia centrale, e probabilmente anche altrove, viene talvolta catturata accidentalmente con palamiti e reti. Questa specie viene venduta per la carne e per la cartilagine; gli esemplari adulti non vengono solitamente mangiati ma vengono tuttavia uccisi e mutilati dai pescatori[7]. È in crescita la pesca sportiva. Quando abbocca all'amo, la pastinaca può seppellirsi sotto il fango e risulta quasi impossibile trarla fuori da lì. È anche in grado di trascinare le imbarcazioni per distanze considerevoli o perfino sott'acqua[6].

In Thailandia, la pastinaca d'acqua dolce viene classificata in serio pericolo di estinzione[9]. La deforestazione, la costruzione di dighe e lo sviluppo urbano hanno degradato, alterato e frammentato il corso dei fiumi in tutto l'areale thailandese della specie. A partire dagli anni novanta il governo thailandese iniziò un programma di riproduzione in cattività per sostenere questa specie ed altre pastinache d'acqua dolce e rimediare ai danni provocati dal degrado dell'habitat. Successivamente, però, tale programma è stato interrotto[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Vidthayanon, C., Baird, I. & Hogan, Z., Himantura chaophraya, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c (EN) Himantura chaophraya, su FishBase. URL consultato il 24.03.09.
  3. ^ a b Monkolprasit, S. and Roberts, T.R., Himantura chaophraya, a new giant freshwater stingray from Thailand, in Japanese Journal of Ichthyology, vol. 37, n. 3, 1990, pp. 203–208.
  4. ^ a b (EN) Musick, J.A. & Fowler, S.L. (Shark Red List Authority) 2005, Himantura chaophraya, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  5. ^ a b c d Last, P.R. and Compagno, L.J.V., Myliobatiformes: Dasyatidae, in Carpenter, K.E. and Niem, V.H. (a cura di), FAO identification guide for fishery purposes. The living marine resources of the Western Central Pacific, Rome, Food and Agricultural Organization of the United Nations, 1999, ISBN 92-5-104302-7.
  6. ^ a b Lovgren, S. (Apr. 23, 2008). "Giant River Stingrays Found Near Thai City". National Geographic News. National Geographic Society. Retrieved on March 23, 2009.
  7. ^ a b c Fowler, S.L. and Cavanagh, R.D., Sharks, Rays and Chimaeras: The Status of the Chondrichthyan Fishes, IUCN, 2005, ISBN 2-8317-0700-5.
  8. ^ Fishing in Thailand for Giant Freshwater Stingray Archiviato il 26 luglio 2011 in Internet Archive.. The Shark Trust. 2009. Retrieved on March 23, 2009.
  9. ^ Compagno, L.J.V. & Cook, S.F. (2000). Himantura chaophraya (Thailand subpopulation) In: IUCN 2000. IUCN Red List of Threatened Species. Downloaded on March 24, 2009.

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