György Újszászy

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György Ujszászy
Soprannome"Apuka"
NascitaVeszprém, 30 maggio 1912
MortePottstown, 2 ottobre 1981
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Ungheria Regno d'Ungheria
Forza armataMagyar Királyi Honvéd Légierő
SpecialitàCaccia
GradoTenente
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneFronte orientale (1941-1945)
BattaglieOperazione Barbarossa
Battaglia di Kursk
Decorazionivedi qui
dati tratti da Százados György ‘Apuka’ Ujszászy '[1][2]
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György Ujszászy (Veszprém, 30 maggio 1912Pottstown, 2 ottobre 1981) è stato un militare e aviatore ungherese, asso dell'aviazione da caccia nel corso della seconda guerra mondiale abbattendo individualmente 7 aerei e uno 1 in collaborazione, danneggiò 2 aerei e richiese altre due vittorie che non vennero confermate[1][3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Veszprém il 30 maggio 1912.[3] Arruolatosi nella Magyar Királyi Honvéd Légierő frequentò la scuola di pilotaggio uscendone con il grado di sottotenente il 20 agosto 1936 assegnato alla specialità bombardieri.[1] Il 15 marzo 1939 le truppe tedesche entrarono a Praga e il giorno successivo le truppe ungheresi entrarono in Cecoslovacchia per occupare il vecchio confine nei Carpazi.[1] In quel momento prestava servizio presso il 3/4. Bombazószázad "Sárkány" e il 16 marzo effettuò la sua prima missione di combattimento come osservatore su uno Junkers Ju 86K-2 (pilotato dal százados Gyula Vághelyi) durante un'azione di bombardamento contro le truppe ex cecoslovacche nella regione della Transcarpazia.[1] Successivamente fu assegnato come föhadnagy alla specialità caccia in forza al 1/3. Vadászszázad, equipaggiata con i caccia Fiat C.R.42 all'atto dell'attacco all'Unione Sovietica.[1] Il 27 agosto, durante un'azione su Dnipropetrovs'k la sua sezione sorprese alcuni caccia sovietici in fase di decollo.[1] Durante il successivo combattimento rivendicò l'abbattimento di due caccia, erroneamente indicati come Polikarpov I-17, mentre altri piloti ne rivendicarono altri tre e un sesto aereo fu dichiarato probabile.[N 1][1] Nel breve periodo dal 26 dicembre 1942 al 1 gennaio 1943 fu comandante dell'1/1. Vadászszázad, e successivamente, dal 1 gennaio 1943, assunse comando del 5/1. Vadászszázad con sede presso l'aeroporto di Stariy Oskol in Russia.[3][4] Le unità sovietiche circondarono l'aeroporto e il collegamento radio fu interrotto.[1] Il 22 gennaio 1943 egli iniziò a svolgere missioni di ricognizione e dopo aver visto i carri armati sovietici che dilagavano decise di evacuare l'unità con treni e aerei da trasporto.[1] Il 27 aprile rivendicò l'abbattimento di un cacciabombardiere Ilyushin Il-2 seguito da un caccia Lavochkin La-5 il giorno successivo, che non gli vennero riconosciuti. Dopo una riorganizzazione del 5/I. Osztály (gruppo caccia) l'unità prese parte alla battaglia di Kursk.[1] Il 7 luglio lui e szakaszvezetö Fábián erano in missione di caccia libera sul fiume Donec e attaccarono sei caccia La-5, riuscendo a danneggiarne uno, e il giorno dopo rivendicò il danneggiamento di un altro La-5 a nord-est di Harkov.[1][5] Il 13 luglio 1943 abbatté due cacciabombardieri Ilyushin Il-2.[6] Il 1 agosto lui e il tenente József Bejczy decollarono per una missione di caccia, e nord di Belgorod si imbatterono in un pesante fuoco antiaereo amico (tedesco). Più o meno in quel momento Bejczy notò dei bombardieri russi Petlyakov Pe-2 sotto di loro, ed avvisò il collega.[1][7] Subito dopo Bejczy si lanciò all'attacco abbattendo due Pe-2.[1][7] Il 4 sette 1943 cedette il comando del 5/1. Vadászszázad il 4 settembre 1943, e dopo il trasferimento alla difesa territoriale nazionale assunse il comando del 1/1. Vadászszázad il 1 aprile 1944.[1] Il 13 aprile decollò a bordo di un caccia Messerschmitt Bf 109G-6 da Szolnok per intercettare dei bombardieri americani appartenenti alla US Army Air Force.[1] Cercò di unirsi a 2/1. Vadászszázad ma si imbatté in una formazione di Consolidated B-24 Liberator senza scorta a sud di Budapest.[3][8] Insieme allo ȍrmester Károly Kereki attaccò un bombardiere che venne abbattuto.[1] La vittoria fu accreditata a Kereki, il quale ebbe l'aereo pesantemente danneggiato dal fuoco di risposta e dovette lanciarsi con il paracadute dal velivolo in fiamme.[1] Sfortunatamente il suo paracadute si impigliò nell'aereo ed egli rimase ucciso quando il velivolo colpì il suolo.[1] Il 1 maggio 1944 fu costituito il 101. Puma vadászrepülő osztály e l'1/1. Vadászszázad fu rinominato 101/2. Vadászszázad “Retek” e comandò tale unità fino al 19 settembre 1944.[3] Dal settembre 1944 al dicembre 1944 fu vicecomandante del 101/I. Vadászrepülo osztály (gruppo da combattimento).[3] Al termine della guerra aveva conseguito un totale di 7 vittorie. Dopo la fine del conflitto si trasferì negli Stati Uniti d'America, dove morì il 2 ottobre 1981 a Pottstown, in Pennsylvania.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Piccola medaglia al merito militare in argento - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di fuoco di prima classe con spade - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Croce di Ferro di I classe (Germania) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ferro di II classe (Germania) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In serata il servizio di intelligence tedesca confermò la distruzione di almeno 5, forse 6 aerei.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s Surfcity.
  2. ^ Punka 2002, p.88.
  3. ^ a b c d e f Ciel de Gloire.
  4. ^ Punka 2002, p.12.
  5. ^ Punka 2002, p.20.
  6. ^ Punka 2002, p.17.
  7. ^ a b Punka 2002, p.21.
  8. ^ Punka 2002, p.45.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (HU) B. Stenge Csaba, Elfelejtett hősök – A Magyar Királyi Honvéd Légierő ászai a II. világháborúban, Peudlo Kiadó, 2006.
  • (DE) Walter A. Musciano, Die berühmten Me 109 und ihre Piloten, Weltbild-Verlag, 2002, ISBN 3-89350-557-1.
  • (EN) Hans Werner Neulen, In the skies of Europe: Air Forces Allied to the Luftwaffe 1939–1945, Ramsbury, Marlborough, The Crowood Press, 2000, ISBN 1-86126-799-1.
  • (EN) Gӳorge Punka, Hungarian Aces of World War 2, Oxford, England, Osprey Publishing, 2002, ISBN 978-1-84176-436-8.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]