Governo provvisorio francese del 1830

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Governo provvisorio del 1830
StatoBandiera della Francia Francia
Capo del governoLuigi Filippo, Duca d'Orléans[N 1]
(Indipendente)
CoalizioneGoverno tecnico
Appoggiato da:
Dottrinari, Repubblicani, Liberali
LegislaturaVI Legislatura
Giuramento1º agosto 1830
Dimissioni2 novembre 1830
Governo successivo2 novembre 1830
Polignac Laffitte

Il Governo provvisorio francese del 1830 è stato in carica dal 1º agosto al 2 novembre 1830, per un totale di 3 mesi e 2 giorni. Viene considerato il governo di passaggio dal periodo della Restaurazione a quello della Monarchia di luglio, in seguito all'omonima rivoluzione, che portò alla deposizione del ramo francese dei Borbone in favore del ramo cadetto degli Orléans.

Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

  • 27 luglio 1830: la diffusione delle illiberali ordinanze di Saint-Cloud, volute dal sovrano Carlo X, portano allo scoppio della rivolta parigina detta dei "tre giorni gloriosi"
  • 28 luglio 1830: i rivoltosi conquistano l'Hôtel de Ville, impadronendosi della città di Parigi
  • 29 luglio 1830: re Carlo X e il suo governo lasciano la capitale per il Castello di Saint-Cloud; sorgono le divisioni tra i liberi in Parlamento tra chi vuole la deposizione dei Borbone (Talleyrand) e chi favorisce il compromesso (Royer-Collard)
  • 30 luglio 1830: le truppe reali a Parigi, guidate dal generale Marmont, si ritirano nel Bois de Boulogne; nel frattempo i liberali talleyrandisti Thiers, Carrel e Mignet firmano su Le National un appello in favore del Luigi Filippo, Duca d'Orléans, come alternativa a Carlo X e alla repubblica. La sera stessa Thiers, assieme ad Ary Scheffer, incontra l'Orléans nella sua residenza di Neuilly[1]
  • 31 luglio 1830: per arginare le trame di Talleyrand, viene creata a Parigi una "commissione municipale" di 7 membri, di fatto un governo provvisorio, composto da politici garantisti e sostenuta dai giornali;[2] lo stesso giorno il Duca d'Orléans entra nella capitale e s'insedia a Palais-Royal
  • 1º agosto 1830: Orléans viene nominato luogotenente del reame dal gruppo liberale nel Parlamento, assumendo la presidenza del consiglio dei ministri
    • Lo stesso giorno, informato della situazione parigina, Carlo X lascia Saint-Cloud per il Castello di Rambouillet, dove incontra l'ambasciatore britannico Lord Stuart de Rothesay, che lo convince a confermare la luogotenenza dell'Orléans, che tuttavia la rifiuta per evitare compromessi con quello che ritiene un partito perdente[3]
  • 2 agosto 1830: Orléans depone la commissione municipale e ufficializza i suoi medesimi ministri, sostituendo solamente il Victor de Broglie con Jean-Baptiste Jourdan[4]
    • Lo stesso giorno Carlo X, sperando di salvare la monarchia borbonica, abdica in favore del figlio Luigi, costringendolo ad abdicare a sua volta in favore del nipote decenne Enrico, Duca di Bordeaux, nella convinzione che la luogotenenza si trasformi in una reggenza del Duca d'Orléans[5]
  • 3 agosto 1830: il Duca d'Orléans, suggerito dai suoi partigiani, pronuncia davanti al Parlamento l'atto di abdicazione di Carlo X e del Principe Luigi, notando però che quest'ultimo non ha specificato i termini dell'abdicazione in favore del nipote. Il cavillo viene abilmente sfruttato per preparare la deposizione della famiglia reale[6]
  • 5 Agosto 1830: per evitare aggressioni a Carlo X, alla sua famiglia e alle sue proprietà, l'Orléans dispone il trasferimento dei reali a Cherbourg, sotto la protezione dell'ammiraglio Dumont d'Urville, in attesa della loro ufficiale deposizione ed esilio[N 2]
  • 6 agosto 1830: vengono re-introdotti alcuni elementi della rivoluzione, come il tricolore, l'inno de La Marsigliese e il gallo come simbolo nazionale
  • 7 agosto 1830: alla Camera dei pari, lo scrittore e diplomatico Chateaubriand denuncia i tentativi di usurpazione del Duca d'Orléans e si pronuncia in favore del Duca di Bordeaux;[8] ha inizio la spaccatura, in minor misura anche nel gruppo liberale, tra gli "Orléanisti", partigiani di una nuova monarchia costituzionale, e i "Legittimisti", fedeli ai Borbone e all'infrangibilità della tradizione monarchica
  • 9 agosto 1830: il Duca d'Orléans viene ufficialmente eletto "Re dei Francesi" dal Parlamento, impedendo la successione del Duca di Bordeaux
  • 11 agosto 1830: Luigi Filippo opera un rimpasto di governo, al fine di farvi partecipare tutte e tre le anime (repubblicana, liberale e "dottrinaria") che hanno partecipato alla rivoluzione di luglio
  • 14 agosto 1830: viene introdotta la nuova Costituzione, approvata dal Parlamento
  • 25 settembre 1830: di fronte ai disordini, caldeggiati dai repubblicani, che agitano Parigi, il ministro dell'interno Guizot chiede un ritorno all'ordine, anche con l'uso della forza; la maggioranza si spacca tra i fautori della "resistenza" alla sedizione e quelli del "movimento", favorevoli alla democratizzazione delle istituzioni
  • 27 settembre 1830: viene approvata dalla Camera dei deputati la creazione di un tribunale contro gli ex-ministri di Carlo X
  • 8 ottobre 1830: viene approvata dal Parlamento l'abolizione della pena capitale, che tuttavia non viene ratificata dal sovrano
  • 18 ottobre 1830: i partigiani repubblicani assediano il Castello di Vincennes, dove sono detenuti gli ex-ministri del governo Polignac, sotto la protezione del generale Pierre Daumesnil, che rifiuta di consegnarli alla giustizia sommaria della folla
  • 1 novembre 1830: gli esponenti "dottrinari" chiedono la rimozione del prefetto di Parigi, il repubblicano Odilon Barrot, per la sua indifferenza verso le attività dei club anti-monarchici. Il ministro Dupont minaccia le dimissioni, portando Laffitte a proporsi come presidente del consiglio e intermediario tra governo e manifestanti
  • 2 novembre 1830: in sovrano incarica Laffitte di formare un nuovo governo; Guizot e Broglie, riluttanti a servire in un suo governo, si dimettono assieme a Dupin, Périer, Molé e Louis.

Consiglio dei ministri[modifica | modifica wikitesto]

Il governo, composto da 7 ministri (oltre al presidente del consiglio), vedeva inizialmente partecipi:[9]

Carica Titolare Partito
Presidente del Consiglio dei Ministri Il Duca d'Orléans Nessuno
Ministro degli Affari Esteri Jean-Baptiste Jourdan Nessuno
Ministro dell'Interno François Guizot Dottrinario
Ministro della Giustizia Jacques-Charles Dupont Repubblicano
Ministro della Guerra Étienne Maurice Gérard Dottrinario
Ministro della Marina Henri de Rigny Dottrinario
Ministro delle Finanze Joseph-Dominique Louis Dottrinario
Ministro della Pubblica Istruzione Édouard Bignon Dottrinario

L'11 agosto 1830 venne avviato un rimpasto di governo. I nuovi componenti del governo dopo il rimpasto furono:[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eletto "Re dei Francesi" il 9 agosto 1830.
  2. ^ I Borboni raggiungeranno Cherburg solo il 16 agosto, ben 7 giorni dopo l'elezione a re di Luigi Filippo. Di conseguenza, secondo gli ordini, l'ammiraglio Dumont d'Urville li imbarcherà sulla nave Great Britain al fine di scortarli in esilio nel Regno Unito, sotto la protezione di Guglielmo IV.[7]
  1. ^ (FR) Valance, Georges, Thiers. Bourgeois et révolutionnaire, Flammarion, 2007.
  2. ^ (FR) Maréchal, Alphonse, Fin de la Restauration, in Histoire de la Révolution de 1830 : Précédée de la fin de l'Histoire de la restauration de Dulaure, Degorce-Cadot, 1872, p. 417.
  3. ^ (FR) Antonetti, Guy, Louis-Philippe, Fayard, 2002, p. 595.
  4. ^ (FR) Bulletin des lois de la République franc̜aise, IX, Imprimerie nationale, 1831, p. 15.
  5. ^ (FR) Le Bascle d'Argenteuil, Blanche-Joséphine (Duchessa di Maillé), Souvenirs des deux Restaurations: journal inédit présenté par Xavier de La Fournière, Perrin, 1984, p. 360.
  6. ^ (FR) Bulletin des lois du royaume de France, IX, Imprimerie nationale, 5 agosto 1830, pp. 18-19.
  7. ^ (FR) De Vaulabelle, Achille, Histoire des deux Restaurations jusqu'à l'avènement de Louis-Philippe, de janvier 1813 à octobre 1830, Perrotin, 1856, p. 403.
  8. ^ Chateaubriand, François-René de, Memorie d'oltretomba, 1849, pp. 465, 473.
  9. ^ (FR) Muel, Léon, Gouvernements, ministères et constitutions de la France depuis cent ans, Marchal et Billard, 1891, p. 168.
  10. ^ Muel 1891, p. 178.

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