Giuseppe Maria Crespi

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Autoritratto (1720 ca.), Bologna, Pinacoteca nazionale.

Giuseppe Maria Crespi detto lo Spagnolo o lo Spagnoletto (Bologna, 14 marzo 1665[1]Bologna, 16 luglio 1747) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Pittore italiano di scuola bolognese, soprannominato fin da giovanissimo "lo Spagnolo" o "lo Spagnoletto" per la sua abitudine di vestire abiti attillati all'uso spagnolesco[1]. Riceve la sua prima formazione presso il pittore A.M. Toni[1] per poi passare alla scuola del Canuti e, in seguito, frequentò l'Accademia del nudo dell'atelier di Cignani. Poi, finanziato dal ricco mecenate bolognese Giovanni Ricci[1], compie la seconda parte della sua formazione studiando, in giro per il nord Italia, le grandi opere della scuola emiliana del tardo Rinascimento (Correggio, Federico Barocci) e venendo a contatto con la coloristica veneziana che lo influenzerà particolarmente.

Pittore molto versatile nella scelta degli episodi rappresentati, esplora tutta la pittura, dalla sacra alla pittura di genere fino alla ritrattistica, creando opere originali, nel pieno recupero di alcuni elementi del naturalismo popolaresco.[2]

La cresima (I sette sacramenti) (1712 ca.), Dresda, Gemäldegalerie.

Tra il 1700 e il 1705 Crespi lavora per Eugenio di Savoia, per il quale a Vienna esegue Achille ammaestrato da Chirone e Enea e la Sibilla e Caronte[3].

Diverrà poi suo mecenate il principe Ferdinando de' Medici, per il quale esegue alcune delle sue migliori opere tra cui Fiera di Poggio a Caiano, Strage degli Innocenti (Uffizi) e un'Estasi di santa Margherita (Museo diocesano di Cortona).

Collabora attivamente con l'Accademia Clementina a Bologna e in seguito riceverà una committenza da un mercante inglese, per il quale esegue un ciclo che tratta la Vita di un cantante d'opera, a noi non pervenuto, tranne la Cercatrice di pulci, dove si vede chiaramente la povertà e l'anti-eroicismo dell'episodio e del personaggio come si era visto nelle opere precedenti. Uno svilimento del personaggio e una rappresentazione della povertà che in questo periodo sarà portato avanti da diversi artisti in tutta Europa, come Giacomo Ceruti oppure William Hogarth. Riceve la nomina di cavaliere da papa Benedetto XIV nel 1740, nel 1745 perde la vista senza poter più dipingere e muore nel 1747.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Quadri di Crespi al museo di Strasburgo

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Santarelli, p. 19.
  2. ^ "Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol. III, pag.500
  3. ^ Santarelli, p. 20.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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