Gaston Lachaise

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Gaston Lachaise

Gaston Lachaise (Parigi, 19 marzo 1882New York, 18 ottobre 1935) è stato uno scultore statunitense di origine francese, noto per i suoi turgidi nudi femminili di proporzioni massicce e scrupolosamente rifiniti[1][2]. Ha avuto un ruolo importante nella nascita e diffusione del modernismo americano[3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Standing Woman (1932), Università della California, Los Angeles
Georgia O'Keeffe, scultura in marmo, 1927, Metropolitan Museum of Art
Walking Woman, scultura in bronzo, 1922, Honolulu Museum of Art

Gaston Lachaise nacque in una famiglia di artisti e artigiani, figlio di un ebanista che progettò l'appartamento di Gustave Eiffel all'interno della Torre Eiffel.[4]

Gaston Lachaise proseguì la tradizione familiare e in giovane età, a tredici anni, incominciò a frequentare la scuola di artigianato Bernard Palissy, dove si avvicinò alle arti decorative, e all'età di sedici anni, per sei anni, studiò scultura all'École des beaux-arts, seguendo gli insegnamenti di Gabriel Jules Thomas.[1][5][6]

Ai suoi esordi lavorò come designer di oggetti decorativi Art Nouveau, per l'orafo francese René Lalique,[1] ottenendo buoni successi al Salon di Parigi e al concorso per il Prix de Rome.[6]

Per motivi sentimentali Lachaise emigrò negli Stati Uniti, dapprima a Boston, dove collaborò come assistente con Henry Hudson Kitson, scultore accademico di monumenti militari, poi dal 1912 a New York, lavorando con lo scultore accademico Paul Manship.[1][5][6]

Nel 1917 Lachaise sposò la musa ispiratrice della sua arte: la statunitense di origini franco-canadesi Isabel Dutaud Nagle.[7][8][4]

Una sua importante retrospettiva fu allestita al Museo di Arte Moderna di New York nel 1935 e un suo nudo femminile fu esposto alla XXVII Biennale di Venezia nel 1954.[5]

Lachaise ha fatto parte del comitato degli Independent Artists con il pittore Robert Henri, il pittore Marcel Duchamp e la scultrice Gertrude Vanderbilt Whitney.[6]

Lachaise stava lavorando ad una seconda retrospettiva con la Philadelphia Art Alliance e ad un progetto per l'assemblea Fairmount Park di Filadelfia, quando morì di leucemia il 18 ottobre 1935, all'età di cinquantatré anni.[6]

Stile e opere[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1912 incominciò a realizzare un grande bronzo, Femme debout, il primo di una serie di nudi femminili voluttuosi che furono la base ispiratrice ed il tema principale delle sue opere e della sua notorietà.[5]

Lachaise modellò le sue figure in argilla o plastilina, le conservò in gesso e successivamente le fuse in bronzo.[6]

Lachaise si dedicò alla creazione di numerosi busti, come quello del pittore John Marin, della poetessa Marianne Moore, del poeta e pittore E.E. Cummings, di alcune sculture monumentali come il fregio del Telephone Building (1921) e i bassorilievi per il Rockefeller Center (1931-1934);[2][5] inoltre si contraddistinse anche come ritrattista[1] e per la produzione di fontane e bronzi decorativi, principalmente raffiguranti animali.[3]

Le sue opere più note risultarono: Standing Woman (1932), un nudo femminile voluttuoso caratterizzato da arti sinuosi e affusolati,[1] da parti del corpo femminile distese ed esagerate in modi che ricordano le forme gonfie delle figure di fertilità del Paleolitico;[8] La montagna (1913-1930), esposta al Philadelphia Museum of Art; Figura fluttuante (1927-1935), al Museum of Modern Art di New York.[2]

Lachaise cercò di rinnovare la tradizione celebrativa della figura, sviluppando la sua arte dalle influenze iniziali di Aristide Maillol, per creare opere monumentali rappresentanti una nuova mitologia, caratterizzate da una rifinitura luministica e dinamica delle superfici, oltrepassanti il naturalismo.[5]

La sua opera "Floating figures" ha ispirato i due designer statunitensi Charles e Ray Eames per la progettazione della poltrona Poltrona La Chaise del 1948.

Principali musei[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (EN) Gaston Lachaise, su britannica.com. URL consultato il 6 ottobre 2018.
  2. ^ a b c Gaston Lachaise, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 6 ottobre 2018.
  3. ^ a b (EN) Gaston Lachaise, su gpgallery.com. URL consultato il 6 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2019).
  4. ^ a b (EN) The Story of Gaston Lachaise, su rockefellercenter.com. URL consultato il 6 ottobre 2018.
  5. ^ a b c d e f le muse, VI, Novara, De Agostini, 1964, pp. 326-327.
  6. ^ a b c d e f (EN) Gaston Lachaise (1882–1935), su phillipscollection.org. URL consultato il 6 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2016).
  7. ^ (EN) Biography, su lachaisefoundation.org. URL consultato il 6 ottobre 2018.
  8. ^ a b (EN) Gaston Lachaise - Standing Woman, su moma.org. URL consultato il 6 ottobre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Gerald Nordland, Gaston Lachaise: the man and his work, New York, G. Braziller, 1974.
  • (EN) Virginia Budny, Gaston Lachaise's American Venus: The Genesis and Evolution of Elevation, in The American Art Journal, XXXIV, 2003, p. 62.
  • (EN) Hilton Kramer, The Sculpture of Gaston Lachaise, New York, The Eakins Press, 1967.
  • (EN) Sue Taylor, Gaston Lachaise, in Art in America, New York, Brant Publications, 2013, pp. 183–184.
  • (EN) Ken Silver, Paula Hornbostel e Peter Sutton, Face & Figure: The Sculpture of Gaston Lachaise, Greenwich, Bruce Museum, 2012.
  • (FR) Franck Joubin, Gaston Lachaise (1882-1935): un sculpteur pour l'Amérique, Parigi, École du Louvre, 2015.
  • (FR) Louise Bourgeois, Jean Clair e Paula R. Hornbostel, Gaston Lachaise, 1882-1935, Parigi, Gallimard, 2003.
  • (FR) David Karel, Lachaise, Gaston, in Dictionnaire des artistes de langue française en Amérique du Nord : peintres, sculpteurs, dessinateurs, graveurs, photographes et orfèvres, Laval, Presses Université Laval, 1992.

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Controllo di autoritàVIAF (EN8187606 · ISNI (EN0000 0000 8087 8390 · SBN CUBV161000 · BAV 495/171883 · Europeana agent/base/66074 · ULAN (EN500001766 · LCCN (ENn79026673 · GND (DE118968718 · BNE (ESXX5553260 (data) · BNF (FRcb11999063s (data) · J9U (ENHE987007507970305171 · WorldCat Identities (ENlccn-n79026673