Francisco Simón y Ródenas

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Francisco Simón y Ródenas, O.F.M. Cap.
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato2 ottobre 1849 a La Aparecida
Ordinato presbitero22 maggio 1875
Nominato vescovo5 luglio 1904 da papa Pio X
Consacrato vescovo30 ottobre 1904 dall'arcivescovo Francesco Ragonesi (poi cardinale)
Deceduto22 agosto 1914 (64 anni) a Masamagrell
 

Francisco Simón y Ródenas, in religione Francesco da Orihuela (La Aparecida, 2 ottobre 1849Masamagrell, 22 agosto 1914), è stato un missionario e vescovo cattolico spagnolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sesto dei nove figli di Primo Simón e Ana Ródenas, nacque nei pressi di Orihuela in una famiglia di modesti agricoltori: ricevette la prima istruzione dal parroco ed entrò sedicenne nel seminario conciliare di Orihuela. Fu ordinato prete nel 1875.[1]

Tra il 1876 e il 1879 trascorse un periodo tra i trappisti di Dax. Tornato in patria, entrò tra i cappuccini del convento di Pamplona: prese l'abito l'8 maggio 1880 e il 16 maggio 1881 emise i primi voti; assegnato al convento di Masamagrell, vi pronunciò i voti solenni il 18 maggio 1884. Fu maestro dei novizi e definitore provinciale di Toledo e Valencia; si dedicò al ministero della riconciliazione e alla predicazione delle missioni popolari.[1]

Nel 1891 fu assegnato alla missione di Guajira, in Colombia,[1] di cui fu custode. Fu nominato rettore del seminario di Santa Marta nel 1892, ma lasciò presto l'incarico per dedicarsi all'opera di evangelizzazione.[2]

Resasi vacante la sede vescovile di Santa Marta, il 15 dicembre 1902 fu nominato vicario capitolare della diocesi; il 5 luglio 1904 fu eletto vescovo e il 30 ottobre successivo, a Barranquilla, ricevette la consacrazione episcopale.[2]

Durante il suo episcopato si interessò alla catechesi e alla formazione dei sacerdoti, per i quali restaurò il vecchio seminario e ne eresse uno nuovo; compì tre visite pastorali dell'intera diocesi e promosse il decoro della liturgia, restaurando numerose chiese e dotandole di paramenti.[2]

Lasciò l'episcopato per motivi di salute nel 1912 e fu trasferito alla sede titolare di Echino. Rientrato in patria, si ritirò nel convento di Masamagrell, dove morì nel 1914.[2]

Furono celebrati processi informativi sulla vita, la virtù e la fama di santità del vescovo nelle diocesi di Valencia (1927-1931) e di Santa Marta (1928-1932). Il decreto di introduzione della causa fu emesso da papa Paolo VI il 21 dicembre 1968.[2]

Il 3 aprile 2014 papa Francesco ha autorizzato la pubblicazione del decreto sull'eroicità delle virtù del cappuccino, riconoscendogli il titolo di venerabile.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Bernardino da Siena, BSS, Prima appendice (1987), col. 1272.
  2. ^ a b c d e Bernardino da Siena, BSS, Prima appendice (1987), col. 1273.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Santa Marta Successore
Rafael Celedón 11 giugno 1904 - 2 dicembre 1912 Francesco Cristoforo Toro
Predecessore Vescovo titolare di Echino Successore
Alfred Allen Paul Curtis 2 dicembre 1912 - 22 agosto 1914 Eduardo Gimpert Paut