Foreste decidue e sclerofille iberiche

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Foreste decidue e scerofille iberiche
Iberian sclerophyllous and semi-deciduous forests
Il fiume Duraton, scorre incassato nella pianura della Castiglia e León nei pressi di Segovia
EcozonaPaleartica (PA)
BiomaForeste, boschi e macchie mediterranei
Codice WWFPA1209
Superficie297 560 km²
ConservazioneIn pericolo
StatiBandiera del Portogallo Portogallo; Bandiera della Spagna Spagna
Mappa dell’ecoregione
Scheda WWF

Le foreste decidue e scerofille iberiche sono una ecoregione dell’ecozona paleartica, appartenente al bioma delle foreste, boschi e macchie mediterranee, indicate dal WWF con il codice: PA1209[1]. L’ecoregione si estende su una grande porzione della penisola iberica, dal Portogallo ai Pirenei, occupando soprattutto la parte centrale e il versante mediterraneo, meno ricco di precipitazioni[1].

La regione fa parte della ecoregione globale 123 Formazioni forestali mediterranee, inclusa nella lista Global 200.[2]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il clima dell’ecoregione presenta estati molto calde e secche, mentre l’inverno è sub-umido. Le medie annuali oscillano tra 8 e 15 °C, con le minime che scendono fino a poco sopra lo zero, soprattutto nelle zone più settentrionali dell’altopiano, dove le caratteristiche più proprie del clima continentale si fanno sentire in modo più accentuato.
Le precipitazioni si attestano intorno a medie di 300–850 mm/anno[1].

Flora[modifica | modifica wikitesto]

Rubia peregrina

Questa non è un'ecoregione in cui il tasso di endemismo vegetale sia particolarmente elevato (< 10%), ma la porzione steppica invece presenta un'alta percentuale di specie endemiche (circa 120 su 300), principalmente si tratta di flora alofita (Vella pseudocytisus, Boleum asperum, Gypsophila struthium, Gypsophila hispanica, Sideritis linearifolia). La parte forestata decidua e sempreverde, popolata da sughere e lecci, consociati a intricati arbusti, costituisce un paesaggio rurale complesso, prezioso dal punto di vista della conservazione della biodiversità, della conservazione del suolo e della stabilità idrogelologica.

Olivi allevati e copertura vegetale originale, nei pressi di Jaén

L'olivo (Olea europea) e il carrubo (Ceratonia siliqua) sono specie ampiamente diffuse nell'ecoregione, soprattutto nella parte meridionale, anche se ora sono molto più diffuse le varietà geneticamente migliorate a scopo commerciale. Tra gli arbusti di alto fusto o i piccoli alberi che sono diffusi nella zona di "maquis" si trovano la palma nana (Chamaerops humilis), il pistacchio (Pistacia lentiscus), la Rubia peregrina e la vite bianca (Bryonia dioica). Un arbusto endemico, la Securinega tinctorea è presente esclusivamente nelle valli del Guadiana e del Tago e caratterizza – insieme a altre specie - la folta flora riparia ombrosa e densa che costeggia i fiumi[1].

Fauna[modifica | modifica wikitesto]

I fiumi di questa ecoregione ospitano due specie endemiche relitte: il "jarabugo" (Anaecypris hispanica) e il barbo microcefalo (Luciobarbus microcephalus), entrambi compresi nella lista rossa IUCN delle specie minacciate[3][4]. Il lupo è rappresentato dalla maggiore popolazione di tutta la penisola iberica, stanziale nell'altopiano settentrionale della Castilla e Leon . L'ecoregione ospita una fauna di uccelli molto differenziata, ben adattate alle condizioni del semi-arido, come l'allodola di Dupont (Chersophilus duponti), l'allodolola golagialla (Eremophila alpestris), la ghiandaia marina (Coracias garrulus) e il monachella nera (Oenanthe leucura). L'ecoregione ospita circa 220 specie di vertebrati, ma il 20% sono rapaci, tra cui il nibbio bianco (Elanus caeruleus), il biancone (Circaetus gallicus), l'avvoltoio monaco (Aegypius monachus), il grifone (Gyps fulvus) e altri. La boscaglia costituisce un riparo importante per svernare e lo usano migliaia di gru (Grus grus) e le cicogne (Ciconia nigra) e (Ciconia ciconia) lo hanno eletto a luogo di riproduzione[1].

Popolazione[modifica | modifica wikitesto]

L’impatto delle attività antropica costituisce la principale minaccia alla conservazione dell’ecosistema: incendi, sovra-pascolo e raccolta della legna. In genere, il paesaggio originale ormai è trasformato e caratterizzato da coltivazioni intensive di cereali, vigneti, mandorle e olive con frequenti frutteti sostenuti da irrigazione. Con l’andar del tempo, la foresta originale costituita da lecci (Quercus ilex) è stata sostituita da un arbusteto generalmente denominato maquis; nella parte occidentale appaiono più frequentemente dei sistemi agro-silvo-pastorali tipici, chiamati in portoghese "montado" o "dehesa" in castigliano, caratterizzati da querce da sughero (Quercus suber) e lecci (Quercus ilex') sparsi, intramezzati da pascolo[1]. Il montado costituisce un antico sistema di gestione integrata sostenibile dell’ambiente, ampiamente diffuso nell’ecoregione; il montado ha fornito una valida opzione produttiva alle popolazioni rurali per alcuni secoli. Nella prima metà del XX secolo, la necessità di espandere la frontiera agricola, per sostenere le politiche nazionaliste di austerità messe in atto dalle dittature locali hanno portato alla forzata occupazione delle terre con la coltivazione del frumento, attraverso la campanha do trigo, che nel 1929 ha preso spunto dalla mussoliniana Battaglia del grano[5].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Aquila imperiale iberica

L'erosione e la deforestazione sono in aumento. Malgrado pesanti investimenti per arginare il taglio del bosco e l'impianto di specie arboree che fornissero un'alternativa produttiva. In parte si è rilevato un eccessivo aumento della superficie forestata a eucalipto, la cui crescita lascia il terreno in condizioni depauperate e quasi completamente privo di sottobosco, aumentando il tasso di erosione. In alcune zone dell'ecoregione si sono registrate perdita di suolo superficiale pari a 40 t/ha all'anno. La zona sud-occidentale serve come area di preservazione di alcune tra le specie più a rischio in Europa, come la lince (Lynx pardinus), l'aquila imperiale iberica (Aquila adalberti) e la otarda maggiore (Otis tarda)[1]. Oltre a numerose aree protette[6], nell'ecoregione esistono tre parchi nazionali spagnoli:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g (EN) Iberian sclerophyllous and semi-deciduous forests, su Terrestrial Ecoregions, World Wildlife Fund.
  2. ^ Mediterranean Forests, Woodlands and Scrub - A Global Ecoregion, su wwf.panda.org, WWF. URL consultato il 10 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2017).
  3. ^ (EN) Crivelli, A.J., iucnredlist.org, IUCN, 2006, http://www.iucnredlist.org/details/1199/0. URL consultato l'11 febbraio 2017.
  4. ^ (EN) Crivelli A.J., iucnredlist.org, IUCN, 2006, http://www.iucnredlist.org/details/2580/0. URL consultato l'11 febbraio 2017.
  5. ^ (PT) Costa, C. F.; Roncha, I.; Alves, C., A Campanha do trigo. URL consultato il 29 gennaio 2017.
  6. ^ (ES) Min. de Agricultura y Pesca, Alimentación y Medio ambiente, Espacios naturales protegidos en España, su mapama.gob.es. URL consultato l'11 febbraio 2017.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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