Crithmum maritimum

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Finocchio marino)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Finocchio marino
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Apiales
Famiglia Apiaceae
Genere Crithmum
Specie C. maritimum
Nomenclatura binomiale
Crithmum maritimum
L.
Nomi comuni

Finocchio marino, Bacicci, Paccasassi, Erba di San Pietro, Salissia (I)
Fenouil de mer, Perce pierres, Casse-pierre, Criste marine (F),
Rock Samphire, Sea Fennel (GB)
Meerfenchel, Bazille (D)
Hinojo marino (E)

Il finocchio marino (Crithmum maritimum L.) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle ombrellifere originaria delle regioni europee mediterranee. È l'unica specie del genere Crithmum.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una pianta alofita, ossia vive vicino al mare, spesso anche nelle spaccature della roccia; è rizomatosa, perenne, con fusti molto robusti e ramificati, lignificati alla base, alti da 30 a 60 cm.
Le foglie, composte, sono formate da piccole foglioline lanceolate, carnose, glauche, lunghe 1,5-2,0 cm e inserite su un lungo picciolo.
I fiori sono riuniti in ombrelle molto piccole, di colore dal bianco al giallastro; fioriscono da luglio a settembre.
I frutti sono di forma ovoidale, formati da due acheni. Tutta la pianta è fortemente e piacevolmente aromatica.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

È diffuso nelle zone costiere dei paesi dell'Europa meridionale e occidentale, lungo le coste del mar Mediterraneo, in America settentrionale e in Asia centro-occidentale. Cresce sulle scogliere e sui moli.[1]

Proprietà[modifica | modifica wikitesto]

Alla pianta sono riconosciute proprietà terapeutiche; viene usato come vermifugo e per migliorare la funzionalità del fegato[1]. In passato veniva utilizzata come preziosa fonte di vitamina C, specie tra i naviganti[2].

Le foglie sono ricche anche di carotenoidi e flavonoidi[3][4] ed hanno azione stomachica, digestiva e coleretica, stimolando la secrezione gastrica e biliare, favoriscono i processi digestivi e aumentano l'appetito in soggetti inappetenti[5].

Usi[modifica | modifica wikitesto]

salissia lessa

È una pianta commestibile e si abbina spesso con il pesce, ma essendo un alimento assai versatile, viene usato in numerose ricette ed abbinamenti anche con altri alimenti.

Ancona e riviera del Conero

Ad Ancona e nella riviera del Conero, la pianta è conosciuta con il nome di paccasassi[6]. I paccasassi sono molto apprezzati come contorno per piatti di pesce, per condire la pizza (detta in tal caso "pizza dorica") o la crescia e per insaporire le insalate[7][8]. I paccasassi del Conero si abbinano bene con i moscioli, ossia i mitili selvatici, presidio Slow Food di questa zona; sono usati anche in panini, insieme a mortadella o ciauscolo. Vengono infine utilizzati per condire la pasta all'aglio e olio, sottoforma di "pesto di paccasassi" oppure in foglie intere.

Salento

È tipico del Salento l'uso di conservare sott'aceto le foglie crude ma leggermente appassite del finocchio marino: nella zona viene chiamato salissia[9]. Ottimo è pastellato (acqua e farina) e fritto. Vanno utilizzate le sole foglioline più tenere, eliminando il sostegno portante. La frittella ha un sapore che ricorda il gambo di carciofo fritto.

Corsica

In Corsica se ne ricava invece un olio essenziale.

Isola di Maiorca

Nell'isola di Maiorca, il finocchio di mare è un accompagnamento aromatico alla cucina maiorchina. Dopo la raccolta viene lavato e messo in salamoia nell'aceto. Marinato, è un ingrediente comune nei piatti tipici di riso, come arròs brut, o per imbottire panini all'olio d'oliva, insieme ai pomodori. Come verdura in salamoia è molto popolare e rappresenta un'alternativa ai capperi di Maiorca[10].

Grecia

Sulle isole greche dell'Egeo, questa pianta si chiama Κρίταμο (Krítamo) ed è utilizzata nelle insalate e negli antipasti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Maria Luisa Sotti, Maria Teresa della Beffa, Le piante aromatiche. Tutte le specie più diffuse in Italia, Milano, Editoriale Giorgio Mondadori, 1989, ISBN 88-374-1057-3.
  2. ^ Paccasassi: finocchio marino in tavola! | Italian Fable [collegamento interrotto], in Italian Fable, 20 giugno 2017. URL consultato il 19 luglio 2017.
  3. ^ I paccasassi, tra storia, tradizione marinara, e ricette
  4. ^ pesto di paccasassi
  5. ^ Rivista Terramare - luglio agosto 2016, Paccasassi, che bontà, ma non solo del Conero
  6. ^ La voce dialettale "paccasassi" non può essere italianizzata in "spaccasassi", perché tale termine italiano si riferisce ad un albero, il bagolaro. Vengono usate le foglie scottate in acqua e aceto (o vino bianco) fino a quando non cambiano colore e poi messe sott'olio. I problemi connessi alla raccolta delle piante spontanee, protette dal regolamento del Parco del Conero, si possono facilmente superare coltivando la pianta in vaso o nell'orto, oppure acquistando barattoli di paccasassi già pronti
  7. ^ sito del Corriere Adriatico, 27 maggio 2017, articolo Alla Fornace alle pendici del Conero la pizza gourmet ed i prodotti tipici; sito del Comune di Ancona, articolo I paccasassi del Conero
  8. ^ Per l'uso nella zona di Ancona:
    • Ricetta per preparare i paccasassi, su oocities.org.
    • Altri usi dei paccasassi, su viaggi.lastampa.it. URL consultato il 16 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2013).
    • Guida gastronomica d'Italia - Introduzione alla Guida gastronomica d'Italia, Touring Editore, 1931, ristampa anastatica del 2001 (pagina 290), consultabile su Goolge libri
  9. ^ Per l'uso nel Salento:
  10. ^ Brigitte Kramer, articolo Mallorcas Miraculixe nella rivista Mare, nº 85, anno 2011

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]