Ferdinando Bonazzi (aviatore)

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Ferdinando Bonazzi
NascitaReggio Emilia, 4 marzo 1886
MorteDue Carrare, febbraio 1919
Cause della morteincidente aereo
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaArma di fanteria
aviazione
Corpo Corpo Aeronautico Militare
Unità12ª Squadriglia da ricognizione e combattimento
87ª Squadriglia Aeroplani
Anni di servizio1915 - 1919
GradoMaggiore
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
BattaglieBattaglia di Ettangi
Comandante di12ª Squadriglia da ricognizione e combattimento
1ª Squadriglia da ricognizione e combattimento poi 31ª Squadriglia
IV Gruppo
Decorazionivedi qui
Studi militariScuola di Volo di Cameri
i dati sono estratti da Biblioteca Panizzi[1]
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Ferdinando Bonazzi (Reggio Emilia, 4 marzo 1886Due Carrare, febbraio 1919) è stato un aviatore e militare italiano, particolarmente distintosi durante la prima guerra mondiale. Decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, tre Medaglie d'argento e una di bronzo al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Reggio Emilia il 4 marzo 1886. Dopo un primo periodo di studi nella sua città natale, decise di arruolarsi nel Regio Esercito. Assegnato all'arma di fanteria venne inviato in Libia dove, nel corso della guerra italo-turca, prese parte alla battaglia di Ettangi.[1]

Al termine del conflitto fu rimpatriato e chiese di conseguire il brevetto di pilota per andare a far parte del primo nucleo di piloti dell'aviazione militare italiana, il Corpo Aeronautico Militare. Nel 1914 fu promosso tenente, assegnato alla 12ª Squadriglia da ricognizione e combattimento con sede a Verona che poi si mobilitò il 6 giugno 1915 spostandosi ad Asiago.[1] Il 15 luglio assunse il comandò della 12ª, e da dicembre dello stesso anno della 1ª Squadriglia da ricognizione e combattimento.

Nel frattempo la situazione politica internazionale si era complicata. A seguito dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando del 28 giugno 1914 l'Impero austro-ungarico dichiarò guerra al Regno di Serbia, preludio all'inizio della prima guerra mondiale. Dopo un primo periodo di neutralità il Regno d'Italia decise di schierarsi a fianco delle tre grandi potenze della Triplice intesa ed entrò ufficialmente nel conflitto il 24 maggio 1915.

Dall'aprile 1916 divenne comandante della 31ª Squadriglia[N 1] e nell'ottobre successivo fu promosso maggiore assumendo il comando del IV Gruppo (da bombardamento) Caproni operando sul fronte italiano e volando per tutto il mese di novembre 1917 con la 1ª Squadriglia Caproni guidando ogni missione.[1] Durante il conflitto si distinse per alcune azioni sui cieli del monte Grappa e per un'impresa che gli varrà una decorazione conferitagli da Leopoldo III del Belgio. In occasione della ritirata italiana, causata dall'esito negativo della battaglia di Caporetto, riuscì con il suo gruppo di volo a spostare tutti i velivoli basati sul campo d'aviazione di Pordenone raggiungendo Padova. Ciò gli valse la concessione di una Medaglia d'oro assegnatagli dall'allora Re del Belgio Alberto I.[1]

In seguito fu assegnato alla neo-costituita 87ª Squadriglia Aeroplani che chiese subito fosse trasferita sul un nuovo campo di aviazione creato di San Pelagio[N 2] Qui conobbe ed ebbe modo di stingere amicizia con Gabriele D'Annunzio, pianificando con lui ed il gruppo lo storico volo su Vienna.[1]

Sopravvissuto alle vicende belliche, morì a Padova il 21 febbraio 1919, durante un volo di collaudo nei dintorni del campo di aviazione di San Pelagio.[1]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Gli venne inizialmente dedicato il Campo di volo di Campoformido, che fu poi dedicato a Luigi Gabelli.[2]

Alla sua memoria, nel 1939, all'atto dell'inaugurazione del campo di volo in erba precedentemente creato per provare i velivoli delle adiacenti Officine Reggiane, venne intitolato l'aeroporto di Reggio Emilia.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Sagace ed energico comandante di gruppo aeroplani da bombardamento, organizzatore intelligente e fattivo, preparava moralmente e tecnicamente il suo gruppo ad affrontare i più gravi e difficili cimenti. Esempio costante di coraggio, di disciplina, di perizia, trasfuse nei suoi dipendenti il suo entusiasmo e la sua fede animatrice di energie, conducendoli alla vittoria. Nelle azioni di bombardamento dei giorni 16 e 17 giugno 1918, una volta con a bordo il proprio osservatore ucciso, ed una seconda con due uomini dell'equipaggio feriti e l'apparecchio gravemente danneggiato da colpi di artiglieria nemica, rientrava al campo dopo aver eseguito imèperterrito ed in modo brillante la sua missione, dando nuova luminosa prova delle sue elevate qualità di mente e di cuore. Cielo di San Donà di Piave, 16-17 giugno 1918
— Regio Decreto 17 maggio 1919[4][5]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota aviatore militare e comandante di squadriglia, fu costante, mirabile esempio di slancio, fermezza e coraggio sempre ovunque fosse un’impresa ardita da compiere, eseguì numerose rischiose ricognizioni sul nemico e bombardamenti, dando prova di indomito valore, soprattutto in combattimenti aerei sostenuti in condizioni di inferiorità, ovunque e sempre trascinando i propri dipendenti e sfidando impavido ogni maggior pericolo. Trentino, gennaio-maggio 1916.[6][7]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota di aeroplano di tempra eccezionale e comandante di squadriglia, compiva numerose ricognizioni, bombardamenti e caccia in aspre e difficili zone, dando mirabile e costante prova di ardimento e spirito di sacrificio. Sorvolando ben munite posizioni nemiche sprezzante dell’intenso e ben aggiustato tiro nemico, da cui l’apparecchio affidatogli venne molto spesso colpito. Cielo del Trentino maggio 1916 - settembre 1917.[6][7]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Valoroso pilota ed ottimo comandante di gruppo aeroplani da bombardamento durante l’offensiva austro-ungarica germanica, colla sua serena audacia e con la serena disciplina, trascinò sempre il suo gruppo contro il nemico, nonostante la neve, il vento e la pioggia attraverso gli sbarramenti di fuoco d’artiglieria e vincendo la resistenza degli aerei avversari. Partecipò personalmente alle più ardite azioni offensive, dando costante, mirabile esempio di fede e di abnegazione. Cielo del Tolmino- di Caporetto- del Piave, Brenta e altipiano di Asiago, 25 ottobre 1917-gennaio 1918.[6][7]»
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Compì in zona aspra e difficile di alta montagna, numerose ed utili ricognizioni ed azioni offensive. Fatto molte volte segno al fuoco avversario, che danneggiò seriamente il suo velivolo, diede prova di grande ardire ed incuranza del pericolo. Lago di Garda e passo Rolle, maggio-dicembre 1915.[6][7]»
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca 1911-1912 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della vittoria (Italia) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nuova denominazione assunta della ex 1ª Squadriglia da ricognizione e combattimento che comandava dal 19 dicembre 1915.
  2. ^ Un aeroporto militare ora scomparso situato in una frazione dell'attuale comune padovano di Due Carrare.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Biblioteca Panizzi - Fototeca, Settembre-dicembre 2006 [collegamento interrotto], su Biblioteca Panizzi, http://panizzi.comune.re.it/biblioteche/panizzi.nsf?OpenDatabase. URL consultato il 18 febbraio 2012.
  2. ^ Alfredo D'Agostino, Il campo Fernando Bonazzi a Campoformido (PDF), in L'Ala d'Italia, Anno VI, 15 luglio 1927. URL consultato il 19 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2016).
  3. ^ Romano Pezzi, La lunga storia del Campovolo (PDF)[collegamento interrotto], Reggio Emilia, Stampa Reggiana , ottobre 2007, p. 8. URL consultato il 18 febbraio 2012.
  4. ^ Bollettino Ufficiale 1919, disp.32, pag.2260.
  5. ^ Bonazzi Fernando, Cavaliere Ordine Militare d'Italia, su Il sito ufficiale della Presidenza della Repubblica, http://www.quirinale.it/. URL consultato il 19 febbraio 2012.
  6. ^ a b c d Il Maggiore Ferdinando Bonazzi, su Refly Flying Club, http://www.refly.it, 31 ottobre 2008. URL consultato il 18 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2011).
  7. ^ a b c d Archivio Istoreco, su Istoreco, http://www.istoreco.re.it/default.asp?folder=Home&page=ITA. URL consultato il 18 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2011).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Fraschetti, La prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1985.
  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I reparti dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Domenico Ludovico, Gli aviatori italiani del bombardamento nella guerra 1915-1918, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1980.
  • Manlio Molfese, L'aviazione da ricognizione italiana durante la grande guerra europea (maggio 1915-novembre-1918), Roma, Provveditorato generale dello Stato, 1925.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1969.
  • Enrico Rebora, I precedenti del volo su Vienna, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1973.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]