Febbre dell'Oropouche

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Le zanzare sono la modalità con la quale il virus oropouche può trasferire l'infezione da un ospite all'altro causando la febbre oropouche nell'essere umano.

La febbre di Oropouche è un'infezione virale tropicale trasmessa dalla puntura di moscerini e zanzare dal sangue dei bradipi all'uomo. La malattia prende il nome dalla località in cui viene scoperta e isolata per la prima volta presso il Trinidad Regional Virus Laboratory nel 1955 presso il fiume Oropouche presso Trinidad e Tobago.[1] La febbre Oropouche è causata da un arbovirus specifico, il virus Oropouche (OROV), della famiglia Bunyaviridae.

Le epidemie sono comuni e rapide, una tra le più precoci e grandi epidemia di questa infezione si è verificata nella città di Belém, nello stato dell'Amazzonia Brasiliana del Pará, con circa 11.000 casi registrati. In questa regione, l'oropouche è la seconda più frequente infezione virale, dopo la dengue. Diverse grandi epidemia hanno causato più di 263.000 casi, di cui 130.000 nel periodo tra il 1978 e il 1980.[2] Da lì, nel solo Brasile si sono stimati più di mezzo milione di casi. Ciò nonostante, le cliniche brasiliano non hanno avuto la capacità di un'elevata affidabilità dei test in quanto si basava sulla sintomatologia piuttosto che sul sequenziamento genomico virale tramite PCR, la quale è costosa e dispendiosa nel tempo, in molti casi era probabilmente occorso una co-infezione con altri simili virus trasmessi dalle zanzare.[3]

Sintomi e segni

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La febbre dell'Oropouche è caratterizzata da un'acuta sintomatologia febbrile, ovvero che inizia con un improvviso stato febbrile seguito da una grave sintomatologia clinica.[4] Il periodo di incubazione varia dai 4 agli 8 giorni prima di iniziare a notare i segni dell'infezione, che inizia dal sito di puntura della zanzara o del moscerino.[5]

La febbre arriva la maggior parte delle volte ad alti valori, come 40°C. I sintomi clinici includono brividi di freddo, mal di testa, mialgia, artralgia, capogiri, fotofobia, vomito, dolore epigastrico e rash.[6]

Sono stati osservati, inoltre, casi in cui il rash è simile a quello della rosolia e i pazienti che presentano sintomi sistematici che includono nausea, vomito, diarrea, edema polmonare, dolore addominale e dolore retro-orbitale.[5]

L'iniziale episodio febbrile passa tipicamente in pochi giorni, ma è comune avere una ricorrenza di questi sintomi con minore intensità.[5] Gli studi hanno mostrato che questo accade in circa il 60% dei casi.[5]

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Oropouche orthobunyavirus
Immagine di Febbre dell'Oropouche mancante
Classificazione scientifica
DominioVirus
RegnoRiboviria
SottoregnoOrthornavirae
PhylumNegarnaviricota
ClasseEllioviricetes
OrdineBunyavirales
FamigliaPeribunyaviridae
GenereOrthobunyavirus
SpecieOropouche orthobunyavirus

Il virus oropouche è un'agente infettivo che causa la febbre dell'oropouche.[7]

Questo è un arbovirus ed è trasmesso dai bradipi, marsupiali, primati e uccelli attraverso le zanzare Aedes serratus e Culex quinquefaciatus.[3] Il virus oropouche è evoluto a un ciclo urbano di trasmissione all'uomo grazie ai moscerini, i quali sono i principali diffusori di tale patogeno.[3]

OROV è stato descritto per la prima volta a Trinidad e Tobago nel 1955 quando il ceppo prototipo è stato isolato dal sangue di un uomo febbrile dalla zanzara Coquillettidia venezuelensis.[1] In Brasile, OROV fu descritto nel 1960 quando fu isolato da un Bradypus tridactylus e dalla zanzara Ochlerotatus serratus catturata vicino alla superstrada Belém-Brasilia durante la sua costruzione.[1] Il virus oropouche è responsabile per causare massive ed esplosive epidemie nell'America Latina, facendola classificare come la seconda più comune infezione arbovirale mai vista in Brasile.[8] Finora gli unici casi segnalati di febbre Oropouche sono stati in Brasile, Panama, Perù, Bolivia, Colombia, Cuba, Trinidad e Tobago e uno importato in Veneto, Italia, da una pazienta che di recente aveva visitato la regione tropicale caraibica.[5][9]

La febbre Oropouche si verifica principalmente durante le stagioni piovose perché c'è un incremento dei siti di riproduzione nelle popolazioni dei vettori.[5] Inoltre, durante le stagioni secche c'è una probabilità di decesso dei focolai che diminuisce la quantità di moscerini perché la quantità dei focolai è relazionata al numero della popolazione umana che non è stata ancora esposta al patogeno.[5]

Come già detto prima, il virus che causa questa febbre, OROV, appartiene alla famiglia dei Peribunyaviridae, degli arbovirus.[5] Questo è un virus a RNA a senso negativo e a singolo filamento.[6] Non ci sono specifici studi ultrastrutturali del virus oropouche nei tessuti umani che sono stati registrati a oggi.[5] Questo agente virale condivide caratteristiche morfologiche strutturali simili con altri membri del genere Orthobunyavirus.[5] I membri di questo genere hanno un genoma a RNA, a singolo filamento, a tre parti e senso negativo di piccolo (S), medio (M) e grande (L) di segmenti di RNA.[5] Questi segmenti hanno la funzione di codificare i nucleocapsidi, le glicoproteine e la RNA polimerasi.[5] Tramite analisi filogenetiche dei geni del nucleocapside in diversi ceppi di virus oropouche, è stato rivelato che ci sono tre unici genotipi (I, II, III) che si diffondo attualmente attraverso l'America centrale e del Sud.[5]

  1. ^ a b c Márcio Roberto Teixeira Nunes, Lívia Carício Martins e Sueli Guerreiro Rodrigues, Oropouche Virus Isolation, Southeast Brazil, in Emerging Infectious Diseases, vol. 11, n. 10, 2005-10, pp. 1610–1613, DOI:10.3201/eid1110.050464. URL consultato il 14 giugno 2024.
  2. ^ (FR) "Le virus Oropouche", su www.ird.fr. URL consultato il 17 giugno 2024.
  3. ^ a b c Maria Paula G. Mourão, Michelle S. Bastos e João Bosco L. Gimaque, Oropouche Fever Outbreak, Manaus, Brazil, 2007–2008, in Emerging Infectious Diseases, vol. 15, n. 12, 2009-12, pp. 2063–2064, DOI:10.3201/eid1512.090917. URL consultato il 17 giugno 2024.
  4. ^ (EN) Francisco P. Pinheiro, Amelia P. A. Travassos da Rosa e Jorge F. S. Travassos da Rosa, Oropouche Virus: I. A Review of Clinical, Epidemiological, and Ecological Findings (XML), in The American Journal of Tropical Medicine and Hygiene, vol. 30, n. 1, 1º gennaio 1981, pp. 149–160, DOI:10.4269/ajtmh.1981.30.149. URL consultato il 17 giugno 2024.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m (EN) Jorge Fernando Travassos da Rosa, William Marciel de Souza e Francisco de Paula Pinheiro, Oropouche Virus: Clinical, Epidemiological, and Molecular Aspects of a Neglected Orthobunyavirus (XML), in The American Journal of Tropical Medicine and Hygiene, vol. 96, n. 5, 3 maggio 2017, pp. 1019–1030, DOI:10.4269/ajtmh.16-0672. URL consultato il 17 giugno 2024.
  6. ^ a b Helena B. Vasconcelos, Raimunda S.S. Azevedo e Samir M. Casseb, Oropouche fever epidemic in Northern Brazil: Epidemiology and molecular characterization of isolates, in Journal of Clinical Virology, vol. 44, n. 2, 2009-02, pp. 129–133, DOI:10.1016/j.jcv.2008.11.006. URL consultato il 17 giugno 2024.
  7. ^ (EN) Mohammad F. Saeed, Marcio Nunes e Pedro F. Vasconcelos, Diagnosis of Oropouche Virus Infection Using a Recombinant Nucleocapsid Protein-Based Enzyme Immunoassay, in Journal of Clinical Microbiology, vol. 39, n. 7, 2001-07, pp. 2445–2452, DOI:10.1128/JCM.39.7.2445-2452.2001. URL consultato il 18 giugno 2024.
  8. ^ (EN) Michele de Souza Bastos, Luiz Tadeu Moraes Figueiredo e Felipe Gomes Naveca, Identification of Oropouche Orthobunyavirus in the Cerebrospinal Fluid of Three Patients in the Amazonas, Brazil (XML), in The American Journal of Tropical Medicine and Hygiene, vol. 86, n. 4, 1º aprile 2012, pp. 732–735, DOI:10.4269/ajtmh.2012.11-0485. URL consultato il 18 giugno 2024.
  9. ^ Febbre Oropouche: sintomi, cosa è e come si trasmette. Primo caso in Veneto, Oms: «Arbovirosi più diffusa», su www.ilmessaggero.it, 15 giugno 2024. URL consultato il 18 giugno 2024.
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