Ernesto Bertarelli (medico)

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Ernesto Bertarelli (Arona, 6 luglio 1873Milano, 25 gennaio 1957) è stato un medico, editore e divulgatore scientifico italiano, noto per aver dimostrato fra l'altro la trasmissibilità della sifilide negli animali di laboratorio.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si iscrisse alla facoltà di medicina all'Università di Torino e, dopo aver frequentato i laboratori di Angelo Mosso, Carlo Forlanini e Antonio Carle, si laureò nel 1898. La sua attività di ricerca è stata dedicata soprattutto all'igiene e in particolare allo studio dei vaccini. Fu direttore dell'Istituto vaccinogeno di Berna e insegnò all'università di San Paolo del Brasile, di Rosario (Argentina), di Buenos Aires e alla Rockfeller Foundation. Nel 1921 divenne ordinario di igiene all'università di Pavia, dove rimase fino al termine della carriera di professore nel 1946. Il lavoro più importante di Bertarelli è stata la dimostrazione, nel 1906, che la sifilide, malattia esclusiva degli esseri umani, potesse essere trasmessa al coniglio attraverso iniezione del Treponema nella camera anteriore dell'occhio[1]. Si noti che neanche adesso (novembre 2009) è possibile coltivare i Treponemi della sifilide nei terreni di coltura batteriologici. La scoperta del Bertarelli fu molto importante, gli procurò importanti riconoscimenti internazionali ed è ricordata ancora a distanza di tempo[2]. Divenne anche presidente dell'Istituto Sieroterapico Milanese.

Ernesto Bertarelli svolse anche un'imponente attività pubblicistica. Fu infatti direttore di vari periodici (Rivista di igiene, L'ingegnere igienista, Il Pensiero medico, Salute e della rivista di divulgazione scientifica Sapere. Fu anche presidente della casa editrice Hoepli.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bertarelli E., Ueber die Transmission der Syphilis auf das Kaninchen. Zentralblatt für Bakteriologie, 1906; LI, 320-326
  2. ^ Köhler, W. Zentralblatt für Bakteriologie - 100 years ago: the detection of the causative agent of syphilis, Treponema pallidum - the year after. Int J Med Microbiol. 2007 Jun;297(3):127-32, PMID 17398156 DOI10.1016/j.ijmm.2007.01.001

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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