Eble de Saignas

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Eble de Saignas o Saignes o Saingna o Sanha, o anche Ebles de Saigna o Eblon de Saignas, italianizzato in Ebolo di Saigna (1150 – ...) è stato un trovatore alverniate del XII secolo, forse appartenente o imparentato alla famiglia dei signori di d'Apchon o Saignes Cantal[1]. Contemporaneo di Peire d'Alvernhe che lo satireggia in Chantarai d'aquestz trobadors[2] e di Garin le Brun che lo cita in Nueyt e iorn suy en pessamen[3], Eble de Saignes è coautore di un partimen (N'Eble, ar cauzetz la meillor) con Guilhem Gausmar:

             [Gausmar]
             N' Eble cauzetz la meillor
             ades, segon vostr' essien:
             lo cals ha mais de pensamen
             de consirier e d'eror
             sel que gran re deu paiar
             ni pot ni vol hom esperar,
             ho sel c'a son cor e son sen
             en dona pauzat, e re no fai que ill plaia?

Qualcuno identifica l'Eble (de Saignas) del componimento con Eble d'Ussel, considerati anche i pochi chilometri che separano Ussel da Saignes.[1]

Un'altra ipotesi lo vuole identificabile con Bernart Marti[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Trobar, Eble de Saignas (PC 128), su tempestsolutions.com. URL consultato il 18 marzo 2013.
  2. ^ Eble de Saignas è il decimo trovatore che Peire d'Alvergne, nella sua famosa Chantarai d'aquestz trobadors, considera incapace di amare, benché canti come se avesse il mal di denti, e un attaccabrighe pien di boria che per due soldi si vanta e si vende.

                E N'Ebles de Sagna.l dezes,
                a cui anc d'amor non venc bes,
                sitot se canta de coiden;
                us vilanetz enflatz plages,
                que dizon que per dos poges
                lai se loga, e sai se ven

  3. ^ Citato nei due invii della sua canso, scritta prima del 1156

                Messatgier lo vers portaras
                N Eblon de Senhas, lo m diras
                si cum Brus loil envia;
                al partir lo m saludaras
                e pueis ma douss' amia.

                E digas me quan tornaras
                quals d'acquestz dos cosselhs penras:
                qu'ieu vuelh n'aias la tria.

    Bisogna precisare che l'autorialità di questa tenso immaginaria è attribuita nei vari manoscritti a diversi trovatori, tra i quali lo stesso Eble de Signas e Garin le Brun (D), Gui d'Ussel (C), Peire Cardenal (Db), Raimbaut d'Orange (E L), Uc Brunec (a1) e Anonimo (A N)
    Trobar, PC 163,1 - Nueyt e iorn suy en pessamen, su troubadours.byu.edu. URL consultato il 27 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2015).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN168494977 · BNF (FRcb16139204w (data)