Austorc d'Aorlhac

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Austorc d'Aorlhac o Aurilhac o d'Orlac, anche scritto Astòrg d'Auvèrnha o Austau d'Orlhac o Austorc daorlhac o Austòrc d'Orlhac o Austorc d'Aurillac o Eustorge d'Aurillac, in latino Austorgius de Auriliaco, detto Baron de Conros (Aurillac, ... – ...; fl. 1250) è stato un nobile e trovatore alverniate, della cui opera poetica solo un sirventes ci è pervenuto.

L'opera[modifica | modifica wikitesto]

Il solo componimento di Austorc, "Ai! Dieus! Per qu'as facha tan gran maleza", venne scritto dopo la sconfitta nel 1250 della settima crociata condotta da Luigi IX di Francia. Fu Hermann Schindler il primo a suggerire che il componimento venisse riferito alla crociata del 1250 e non a quella del 1270, in cui morì Luigi.[1] Qualsiasi sia la crociata, Kurt Lewent, la cui dissertazione fu il primo studio di una certa importanza in merito alle canzoni di crociata occitane, credeva che Austorc vi avesse partecipato come combattente.[2] Austorc era sorpreso che Dio avesse permesso la sconfitta della crociata, ma non che i cristiani si fossero convertiti all'Islam. In un passo si legge:

(OC) «

Crestiantat vey del tot a mal meza,
tan gran perda no cug qu'ancmais fezes;
per qu'es razos qu'hom hueymais Dieu descreza
e qu'azorem Bafomet, lai on es,
Tervagan e sa companhia,
pus Dieus vol e sancta Maria
que nos siam vencut a non dever,
e·ls mescrezens fai honratz remaner.[3]

»
(IT) «

Vedo la Cristianità tutta mal messa;
tal perdita non credo mai abbiamo avuta,
ch'e sensato che d'ora in poi Dio ci lasci
per adorare, la dov'è, Bafometto, e
Tervagante e la sua compagnia,
perché Dio lo vuol e Santa Maria
che siamo noi vinti senza allori
e vadano agli infedeli tutti gli onori.[4]

»

Della durata di cinque stanze, il sirventes resta incompleto: la prima e l'ultima stanza contengono lacune e le parole finali della tornada sono andate perdute.[5] È un contrafactum di una canso di Peirol, "M'entencio ai tot'en un vers mesa". Soltanto pochi anni prima un altro sirventes e canzone di crociata, "Ir'e dolors s'es dins mon cor asseza", di Ricaut Bonomel, veniva composta come contrafactum della canso di Peirol.

Ci fu un Austorc d'Ornac che prestava servizio di consigliere a Montpellier nel 1252.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Alfred Jeanroy, "Le troubadour Austorc d'Aurillac et son sirventés sur la septième Croisade," Romanische Forschungen, '23 (1907), p. 82. Jeanroy cura il testo e fornisce una traduzione in francese. Egli nota che il riferimento ad Alessandria non ha senso, eccetto nel caso in cui la data sia il 1250 ca. La data 1270 era preferita da F.-J.-M. Raynouard e dall'Abate Millot.
  2. ^ Lewent, "Das altprovenzalische Kreuzlied," Romanische Forschungen, 21.2 (1905), p. 327.
  3. ^ Austorc, Pillet-Carstens 40, 1, citato in Jaye Puckett, "Reconmenciez novele estoire: The Troubadours and the Rhetoric of the Later Crusades," Modern Language Notes, 116.4, French Issue (September 2001:844–889), p. 878, note 59. Citato inoltre in Kurt Lewent, "Old Provençal Lai, Lai on, and on," Modern Language Notes, 79.3, French Issue (May 1964:296–308), p. 302.
  4. ^ La traduzione in inglese è quella di Puckett ed è in prosa, spezzata in versi che corrispondono grosso modo a quelli della versione occitana.
  5. ^ Sebbene Raynouard non tenti di riempire le lacune, C. A. F. Mahn lo fa nella prima stanza, ma non nella quinta (Jeanroy, p. 81).
  6. ^ Mentre T.-B. Émeric-David dichiara Austorc "completamente sconosciuto", Camille Chabaneau identificava questo Austorc con il trovatore. Jeanroy, p. 86, respinge questa identificazione, benché d'Orlhac fosse un'inaccettabile variante di d'Aorlhac.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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