Peire de Maensac

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Peire de Maensac

Peire de Maensac o Peire de Maisac (... – XIII sec.) è stato un cavaliere e trovatore alverniate del XIII secolo, originario di Maensac (Manzat in Alvernia o Mainsat nel Limosino), nei possedimenti di Dalfi d'Alvernha, la cui famiglia faceva parte della piccola nobiltà.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Anche suo fratello Austor (o Austors) era un trovatore, ma nessuno dei suoi lavori ci è pervenuto.[1] In base a quanto si legge nella sua vida[2], i due fratelli erano d'accordo sul fatto che uno di essi "avvesse [preso] il castello" (vale a dire in eredità) e l'altro (in questo caso Peire) sarebbe diventato l'"inventore" (vale a dire trovatore).[2]

Peire ha scritto poesie dedicate alla (innominata) moglie di Bernart de Tierci, la quale, secondo quanto viene raccontato nella sua vida[2], subendo il fascino del suo ininterrotto cantare, alla fine gli permise di "farsi rapire" da lui. Peire fugge dunque con lei al castello di Dalfi d'Alvernha, ma suo marito pur di riportarla indietro, ingaggia una "grande guerra". Dalfi, a quanto si dice, difendeva il castello così bene che Bernart non riuscì mai a riprendersela.[2]

Opera[modifica | modifica wikitesto]

Definito dal suo biografo un "compagno piacevole"[2], Peire scisse im massima parte cansos di amor cortese con "gradevoli melodie", ma anche coblas de solatz[2]. Il significato di queste ultime è incerto; potrebbe significare "distici buoni e piacevoli" (bon couplets divertissants), secondo Boutière-Schutz, il primo curatore della vida, ma potrebbe anche significare semplicemente tenzones, come preferisce Egan, il primo curatore in lingua inglese della vida.

Componimenti contesi ad altri trovatori[3][modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Austor non è Astorgins de Mayencac, domicellus menzionato in un documento del 1238, come comunemente si era ipotizzato. (Egan, 76 n3)
  2. ^ a b c d e f (FR) Henri Pascal de Rochegude Rochegude, Le Parnasse occitanien, ou Choix de poésies originales des troubadours ..., 1819, pp. 304.

    «Peire de Maensac si fo d'Alverne, de la terra del Dalfin, paupres cavaliers. Et ac un fraire que ac nom Austors de Maensac: et amdui foron trobadors. E foron amdui en concordi que l'uns d'els agues lo castel, e l'autre lo trobar. Lo castel ac Austors , e'l trobar ac Peire; e trobava de la moller d'en Bernat de Tierci. Tant cantet d'ela, e tant la onret e la servi, que la domna se laisset furar ad el; e mena la en un castel del Dalfin d'Alverne. El marit la demandet molt com la glesia, e com gran guerra qu'en fetz; el Dalfins lo mantenc si que mais no li la rendet. Fort fo adregz hom e de bel solatz; e fez avinens cansos de sons e de motz, e bonas coblas de solatz.»

  3. ^ Troubadours, 348. Peire de Maensac, su troubadours.byu.edu. URL consultato il 28 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  4. ^ Attribuita solo nel ms. H a Peire de Maensac
  5. ^ Attribuita solo nei mss. C I K d a Peire de Maensac
  6. ^ Attribuita solo nei mss. I K d a Peire de Maensac, in Dc H a Rostanh de Mergas, in C M T f a Cadenet, in N a Peire Raimon, in P a Gaucelm Faidit e in a Pons de Capduoill
  7. ^ Attribuita solo nel ms. H a Peire de Maensac, in M a Folquet de Romans e in R a Raimbaut de Vaqueiras.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Margarita Egan (trad.), The Vidas of the Troubadours, New York, Garland, 1984, ISBN 0-8240-9437-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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