Djarah Kan

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Djarah Kan (Santa Maria Capua Vetere, 1993) è una scrittrice e attivista italiana, femminista, militante culturale[1] e antirazzista.[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Djarah Kan nace a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta nel 1993 da madre di origine ganese attiva nel sociale del territorio. Cresciuta in un centro di accoglienza per rifugiati a Castel Volturno, acquisisce la nazionalità italiana nel 2018.[3] Si accosta alla scrittura come pubblicando un blog, aperto con l'amico[4] Kasava Call,[5] l'indomani dell'eccidio camorristico di Castel Volturno, nel quale furono uccisi sei ragazzi africani, presto dimenticati dai media.[4] Dal 2018 vive a Napoli, città di cui ama la complessità, l'apparente caos e le tante realtà che convivono in costante equilibrio, come nella poesia 'A livella.[6]

Nel 2019 ha pubblicato il racconto Il mio nome all'interno dell'antologia Future. Il domani narrato dalle voci di oggi. Nel 2020 esce il suo primo libro intitolato Ladri di denti, una raccolta di racconti incentrati sul tema del razzismo e di come esso modifichi le relazioni tra le persone. Ritenendo la classificazione "afroitaliane" oppure "afrodiscendenti" o "di seconda generazione" attribuita alla nuova generazione di scrittrici nere italiane, incerta e confusa, non avendo mai avuto rapporti con l'Africa, continente di origine dei genitori, ama definirsi, semplicemente, italiana.[4]

Ha scritto articoli su Gli Asini, sul Magazine Rosa Luxemburg, su Jacobin Italia, L'Espresso, L'Essenziale e su la Repubblica.[7]

Tra gli autori cui fa riferimento, Djarah Kan cita Toni Morrison, Elena Ferrante e Stephen King, in particolar modo per la peculiarità che hanno nel raccontare la paura, sentimento "complesso, feroce e affascinante" che molte volte ha attraversato la sua vita.[6]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Racconti[modifica | modifica wikitesto]

Il mio nome, in Future. Il domani narrato dalle voci di oggi, Le rondini, Roma, Effequ, 2019, ISBN 9788898837625.

Raccolte di racconti[modifica | modifica wikitesto]

Ladri di denti, Busto Arsizio, People, 2020, ISBN 9791280105097.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Djarah Kan, su treccanilibri.it, Treccani. URL consultato il 29 dicembre 2023.
  2. ^ Black in Italy, su jacobinitalia.it, 19 giugno 2020. URL consultato il 1º aprile 2024.
  3. ^ (FR) Olivier Favier, Djarah Kan: «La neutralité est le vrai sens du mot privilège», su rfi.fr, France Médias Monde, 29 gennaio 2022. URL consultato il 29 dicembre 2023.
  4. ^ a b c Giulia Perona, Djarah Kan: «Non ditemi chi sono», in Vanity Fair, 23 febbraio 2021.
  5. ^ Dalla quarta di copertina di Ladri di denti
  6. ^ a b Veronica Costanza Ward, ForWard Talks - Conversazioni sul razzismo transnazionale. Djarah Kan, in Vogue Italia, 7 gennaio 2021.
  7. ^ Djarah Kan, su deagostinilibri.it. URL consultato il 1º aprile 2024.
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]