Discussioni Wikipedia:Strategia/Ciclo 2/Diventare parte dell'ecosistema della conoscenza

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Quale impatto avremmo sul mondo se seguissimo questo tema?

Quanto è importante questo tema in relazione agli altri 4 temi? Perché?

Questo tema è importante, molto di più del tema A. Qui si dà la ragione di essere del mondo Wikimedia. Spesso si parla di comunità che non c'è. La comunità in realtà rappresenta l'1% dell'ecosistema Wikimedia (se contiamo i lettori). Qui invece si sottolinea il fatto che i progetti Wikimedia non siano più percepiti come una filiale di Google, ma abbiano un loro posto e un loro ruolo e possano lavorare iniziando a coinvolgere le scuole: i futuri utenti. -- Ilario - msg 20:28, 25 mag 2017 (CEST)

In tutta sincerità, questa locuzione ombrello di "ecosistema della conoscenza", inclusiva di tutto e di più, mi sembra utile sopratutto per permettere all'iperuranio di fare tutto quello che vuole, in quanto qualunque azione sarà sempre riconducibile a questo ecosistema. Un'enciclopedia e suoi collaborator ha sempre fatto parte, in ogni epoca, dell'ecosistema della conoscenza, esserne parte è un dato di fatto inevitabile, non una strategia o un obiettivo, la questione è come farne parte (ossia i punti A, B, C e D)? --Bramfab Discorriamo 11:04, 8 giu 2017 (CEST)

Concentrarsi su un aspetto comporta dei sacrifici. Se aumentiamo il nostro lavoro in quest'area nei prossimi 15 anni c'è qualcosa che facciamo oggi e che dovremmo smettere di fare?

Dobbiamo preoccuparci di non far chiudere la concorrenza? O prepararci ad ammettere ricerche originali?

Mi pongo e vi pongo una questione. Il titolo del tema parla di "diventare parte dell'ecosistema della conoscenza", ma in effetti in un certo senso Wikipedia non potrebbe esistere se non fosse già all'interno di un ecosistema della conoscenza. La dico in un altro modo: banalmente, quando scriviamo una voce abbiamo bisogno di fonti, non solo primarie ma anche secondarie e o terziarie, da citare. Il problema però è che l'esistenza e il successo di Wikipedia rischiano di rendere economicamente insostenibili alcuni concorrenti: la "colpa" della chiusura di Encarta ad esempio è stata attribuita proprio a Wikipedia (fonte). L'obiettivo di molte aziende è diventare monopoliste facendo chiudere la concorrenza, ma noi (non siamo un'azienda e) abbiamo bisogno della concorrenza, per poterla citare! E se a causa nostra anche fonti come l'Enciclopedia Britannica o la Treccani dovessero chiudere? Dovremmo fare qualcosa per impedirlo? Cosa? O prepararci a lavorare in modo diverso, ad esempio ammettendo ricerche originali? --Niccolò "Jaqen" Caranti (WMF) (msg) 14:47, 17 mag 2017 (CEST)

Prima che la Treccani o la Britannica chiudano dovranno passare (ottimisticamente) i decenni, quindi il problema non me lo porrei, pertanto direi che accettare RO sarebbe solo una soluzione di ripiego. Questo trascurando il fatto che l'ecosistema della conoscenza non si limita alle enciclopedie, ma comprende, al minimo, tutti i libri e le riviste cartacei che vengono pubblicati, e non si tratta di un sistema da poco. Penso che, anche se fallissero la Britannica e la Treccani, far fallire la Elsevier Press (mi accorgo ora che il link è rosso, quindi ho creato un REDIRECT a Elsevier) sarebbe un'impresa, al minimo, di secoli. --Klaudio (parla) 17:10, 20 mag 2017 (CEST)
Wikipedia allo stato rappresenta sempre più l'"ostacolo" maggiore all'esistenza delle citate Britannica e Treccani; paradossalmente le "settoriali" o le specifiche di nicchia hanno più possibilità di esistenza e persistenza proprio in virtù dei limiti propri di wikipedia, la "non" profondità delle trattazioni specifiche. E che sia un pericolo concreto lo dimostra la sempre maggiore dipendenza degli altri "vettori culturali" che, come un cane che si morde la coda, citano proprio wikipedia come "fonte" persino in pubblicazioni cartacee e ricerche "universitarie" (mi capita, con tanto disappunto sempre più spesso, ed è deprimente per un "mangiacarta" come me)--Anthos (msg) 17:25, 20 mag 2017 (CEST)
Ammettere ricerche "originali", a mio avviso, significa ammettere la possibilità di divulgazione di "fuffa mascherata"; persino le pubblicazioni cartacee hanno un "controllo" quantomeno editoriale (a meno che siano autofinanziate). Ma wikipedia, che controlli ha? Chi stabilirà quale ricerca "originale" sia pubblicabile e quale no? I nostri "controlli" sono piuttosto problematici, "il consenso", "l'essere autoverificati"...quale filtro si potrebbe implementare?--Anthos (msg) 17:48, 20 mag 2017 (CEST)
Io sono tra i pessimisti riguardo il futuro delle enciclopedie concorrenti tradizionali, anche in sola versione digitale; spero di sbagliarmi. Non ho proposte o idee per fermare la deriva. Riguardo l'ammissibilità di RO, temo che sarà un altro genere di deriva inevitabile; voglio dire, come scherziamo spesso e volentieri in altre sedi, anche se ufficialmente le RO sono contrarie all'attuale spirito di WP, WP in inglese di fatto accetta e tollera numerose RO, numerose voci inglesi sono di fatto fonti primarie. --Michele aka Mickey83 (msg) 12:29, 21 mag 2017 (CEST)
che la colpa della chiusura sia stata data a noi non mi stupisce, siamo odiati perché non manovrabili. Il futuro di Treccani e Britannica? La Treccani online ospita pubblicità, che non ripaga di tutte le spese ma già, a livello di "filosofia", è una buona idea, il grosso problema per loro è che comunque 1) hanno bisogno di avere aggiornamenti più rapidi 2) contatti con progetti analoghi in altre nazioni se oggi non li hanno 3) diffondere e combattere per la riabilitazione della cultura e 4) cosa alquanto difficile, vedere come ridurre il costo delle pubblicazioni o venderle meglio.. Cosa possiamo fare noi? In teoria l'unica cosa che possiamo fare è citare di più le fonti migliori, solo che se non abbiamo i soldi per comprarle, che facciamo, mica possiamo darci al crimine!! --87.10.148.42 (msg) 11:45, 22 mag 2017 (CEST)
La cosidetta concorrenza potrebbe non chiudere, questo e' funzione sia di caratteristiche intrinseche delle enciclopedie tradizionali e sia da noi. Nelle caratteristiche intrinseche dovrebbero puntare, per differenziarsi da noi, su due cardini che noi rifiutiamo: l'autorevolezza degli autori con la creazione di voci complete e scritte un modo professionale e la stabilita' delle voci, che garantirebbe al loro lettore di avere sempre sottomano un testo di riferimento privo di vandalismo ed equilibrato nei contenuti. Inoltre potrebbero diventare dei portali di informazioni che oggi si trovano sperse in rete: per esempio se il sito Treccani fosse integrato con l'ISTAT, i siti del Parlamento, la gazzetta ufficiale, l'istuto superiore di Sanita', ecc, ecc creerebbe una concentrazione di massa critica di dati da diventare un sito di consultazione quotidiana. Percentualmente il lavoro di aggiornamento sarebbe minimo, quello e' piu' un problema nostro che stiamo dietro a recentismi di minimalia e biografie di carneadi. Inoltre la loro sopravvivenza e' funzione anche della nostra autorevolezza, se, pensando al peggio, fra dieci anni fossimo pieni di ricerche originali, inserimenti promozionali sia come voci che come "frasette" all'interno delle stesse, voci al limite delle fake, voci scritte con forti POV, scrittura delle voci fortemente mirata a recentismi, con scarsi approfondimenti degli argomenti base, finiremmo per essere uno dei tanti siti web pieni di parole, con cui saremmo in concorrenza e le enciclopedie tradizionali ritroverebbero comodamente la loro originaria ragione d'essere . --Bramfab Discorriamo 11:36, 25 mag 2017 (CEST)
[@ Bramfab] Uhm, ma il portale di informazioni (o dati) sparse in rete non lo facciamo già noi? Soprattutto se parliamo di dati veri e propri mi viene da dire che quella è una cosa che possiamo fare (meglio?) noi con Wikidata, non credi? --Niccolò "Jaqen" Caranti (WMF) (msg) 18:06, 25 mag 2017 (CEST)
(F.C.) No, parlo di un portale unico per esempio che permetta di arrivare facilmente ai testi delle leggi, alle pubblicazioni tecniche dei vari ministeri, di Banca d'Italia, degli enti di Ricerca, che punti ai dati statistici dei rapporti ISTAT, e non una affare come wikidata dove i dati ISTAT possono essere manipolati e cambiati tranquillamente (tutti i giorni vedo modificare il numero di abitanti di qualche paese senza la possibilità di capire se la modifica sia esatta oppure fasulla) --Bramfab Discorriamo 23:06, 25 mag 2017 (CEST)
[↓↑ fuori crono] [@ Bramfab] Capisco il problema che segnali con Wikidata, ma -se non nel breve- nel medio-lungo periodo non dovrebbe essere possibile risolverlo? (Citando le fonti per ogni statement che compare su Wikidata, con strumenti che controllano automaticamente la corrispondenza dello statament con quanto presente ad es. sul database dell'ISTAT, ecc.) --Niccolò "Jaqen" Caranti (WMF) (msg) 11:56, 26 mag 2017 (CEST)
[↓↑ fuori crono] Ormai I buoi sono scappati dalla stalla: andava fatta prima, al momento di riempimento dei campi del database e suo blocco. Tutti i giorno vedo vandalismi volontari o involontari su numeri fontati: cambiano i numeri e la fonte e' lasciata intonsa, ma come fai a sapere se il numero giusto e' quello precedente oppure quello successivo modificato a correzione? Certamente un collegamento automatic con l'ISTAT sarebbe desiderabile, ma a suo tempo mi ricordo di incredibili discussioni sulla legalita' dell'utilizzo dei dati ISTAT ... Inoltre se parlo di dati Istat intendo dire avere sottomano tutti i dati ISTAT e di tutti gli anni in cui l'ISTAT e' stata attiva, potrei aggiungere tutti i dati di meteologia raccolti dal servizio metereologico nazionale, ecc., ecc. --Bramfab Discorriamo 12:34, 26 mag 2017 (CEST)
[↓↑ fuori crono] [@ Bramfab] Capisco il discorso, ma penso anche che questo sia il momento in cui immaginare modifiche anche non semplici. In un'ottica di medio-lungo periodo potremmo auspicare (1) modifiche strutturali al funzionamento di Wikidata (2) che ISTAT (e istituzioni analoghe) pubblichino tutti nella maniera più aperta e fruibile possibile, no? --Niccolò "Jaqen" Caranti (WMF) (msg) 20:23, 26 mag 2017 (CEST)
[↓↑ fuori crono] Certamente, il fatto e' che, semplicemente considerando gli enti pubblici ormai vi e' moltissima documentazione sparsa in rete, ma decisamente in modo disorganico e senza una strategia di stabilita' a lungo termine. La promessa di stabilita' a lungo termine e' una dei punti di forza di Wikipedia e progetti collegati, e di altre iniziative ormai sviluppate in rete, come Internet Archive, Progetto Gutenberg e Progetto Manuzio, che incidentalmente sul piano dello sviluppo come ebook sono più' avanti di noi.--Bramfab Discorriamo 10:24, 29 mag 2017 (CEST)

(Rientro) La Treccani ha la voce su Macron, certo, senza foto (come se fosse importante, poi..), senza però neppure minutaglie come l'età della moglie (altro dettaglio la cui importanza è quel che è..): la differenza dov'è, allora, sul fatto che noi abbiamo le voci su stelline? No, solo che loro lavorano meglio perché per esempio non hanno vandalismi, con l'unico problema che però hanno delle spese che noi non abbiamo. In breve, risolto questo problema loro non chiudono. --93.46.221.130 (msg) 22:03, 25 mag 2017 (CEST)

Cos'altro è importante aggiungere a questo tema per renderlo più forte?

Sottolineare il fatto che i progetti Wikimedia possono avere un ruolo nella formazione più importante della semplice fonte che fornisce una ricerca già fatta. -- Ilario - msg 20:29, 25 mag 2017 (CEST)

[@ Ilario] Credo di intuire cosa intendi, ma ai fini del "verbale", puoi spiegare meglio che ruolo? :) --Niccolò "Jaqen" Caranti (WMF) (msg) 21:36, 25 mag 2017 (CEST)
Per quello che riguarda le soft skills. -- Ilario - msg 00:30, 26 mag 2017 (CEST)

Chi altri lavorerà in quest'area e come possiamo collaborarci?

E i GLAM?

Ecosistema della conoscenza

GLAM è un acronimo inglese che si riferisce a Galleries, Libraries, Archives and Museums: gallerie (d'arte!), biblioteche, archivi e musei, che poi non sono altro che alcuni degli attori dell'ecosistema della conoscenza. Anche se in questa pagina non sono citati è da tempo che il movimento Wikimedia collabora con loro, si veda ad esempio Progetto:GLAM. La domanda che vi faccio è: dobbiamo continuare a farlo? Di più? Di meno? Con chi in particolare? Come? --Niccolò "Jaqen" Caranti (WMF) (msg) 14:57, 24 mag 2017 (CEST)

Il progetti GLAM sono dei gran bei progetti, che tuttavia al momento nella resa finale mi sembra diano poco rispetto al suo potenziale, sopratutto nel campo iconografico.--Bramfab Discorriamo 12:44, 26 mag 2017 (CEST)
[@ Bramfab] Pensi a quantità di immagini? Qualità? O entrambe le cose? --Niccolò "Jaqen" Caranti (WMF) (msg) 20:07, 26 mag 2017 (CEST)
[@ Niccolò Caranti (WMF)]Penso a queste tematiche legate alle immagini: a) categorizzazione decisamente insufficiente delle immagini caricate in Commons b) pessimi tool per effettuare ricerche mirate di immagini in Commons, c) Nessun modo per valorizzare le immagini di qualità in wikipedia ed esserne a sua volta valorizzata, d) utilizzo random e spesso discutibile delle immagini provenienti da GLAM e WiR nelle voci. --Bramfab Discorriamo 10:34, 29 mag 2017 (CEST)
Già, punto d, tipo questo.--Kirk39 Dimmi! 11:05, 30 mag 2017 (CEST)
Ho avuto la possibilità di farlo per un certo periodo, quindi sono influenzato dalla mia esperienza. Andrebbe fatto più e meglio: per più tempo (i miei progetti duravano un paio di mesi, ma mi pare che si stia già cercando di orientarci in questo senso, forse è solo assenza di risorse o la loro destinazione) e con partner specifici. A mio avviso andrebbero scelti a monte alcuni settori disciplinari lacunosi sul progetto per poi realizzare partnership strategiche con cui cercare di colmare le lacune. Inoltre credo sia fondamentale un percorso standard, spiegato bene e organizzato per fasi, così che il contributore+ente possano anche organizzarsi in autonomia. --Archeologo (msg) 12:59, 30 mag 2017 (CEST)
La collaborazione delle istituzioni culturali con Wikipedia è destinata, volenti o nolenti, ad aumentare, fornendo un contributo sempre più significativo nell'innalzamento della qualità e dell'affidabilità dei contenuti nei prossimi anni. Nell'ottica di medio-lungo termine, probabilmente sarà però Wikidata e non Wikipedia il progetto Wikimedia più direttamente coinvolto dai GLAM, anche se Wikipedia ne benificerà indirettamente attraverso un utilizzo massiccio dei dati provenienti da Wikidata, che dobbiamo aumentare enormemente e nel futuro sarà essenziale. Wikimedia Commons continuerà a essere un tassello fondamentale, ma il software ha bisogno di essere notevolmente implementato e svecchiato, dato che Mediawiki mostra (ha sempre mostrato) il fiato corto nella gestione di grandi archivi di immagini (e oltretutto non gestisce ancora adeguatamemte i formati video o il 3D, e anche l'integrazione con OpenStreetMap andrebbe molto potenziata). Una massiccia quantità di contenuti dai GLAM porterà nuovi problemi e nuove sfide da affrontare per gestirli (sta già iniziando a farlo, seppure su scala ridotta). Anche l'atteggiamento della comunità dovrà cambiare perchè il lavoro da fare sui contenuti GLAM sarà molto, molto maggiore e le istituzioni interessate saranno sempre di più. Serviranno ad esempio procedure facilitate per le istituzioni culturali, perchè abbiamo creato nel corso del tempo una montagna di regole intricate e ostiche ai più. Servirà maggiore sensibilità culturale da parte di molti, perchè confrontarsi con studiosi e professionisti del settore culturale non è sempre facile e richiede (da entrambe le parti) una certa dose di umiltà e disponibilità, capacità di comunicare e anche competenze che non tutti hanno. Dunque la chiave del successo sarà il coinvolgimento della comunità: se ci saranno molti più utenti interessati a lavorare con i contenuti che otteniamo dalle istituzioni (pubbliche e private) e al loro fianco, Wikipedia assieme ai progetti Wikimedia si confermerà come la maggiore risorsa per l'apprendimento mai concepita. --MarcoK (msg) 20:11, 2 giu 2017 (CEST)
Credo che i GLAM andranno sempre più nel settore education. Sicuramente aumenterà la domanda di formare i GLAM sull'utilizzo di Wikipedia, sempre meno di usare wikipediani per progetti GLAM. -- Ilario - msg 17:23, 6 giu 2017 (CEST)