Decaneuropsis

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Decaneuropsis
Immagine di Decaneuropsis mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Vernonioideae
Tribù Vernonieae
Sottotribù Gymnantheminae
Genere Decaneuropsis
H.Rob. & Skvarla, 2007
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Specie
(Vedi testo)

Decaneuropsis H.Rob. & Skvarla, 2007 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico del genere (derivato dal nome del genere Decaneurum DC., 1833[3]) è stato definito per la prima volta dai botanici Harold Ernest Robinson (1932-2020) e John Jerome Skvarla (1935-2014) nella pubblicazione " Proceedings of the Biological Society of Washington" ( Proc. Biol. Soc. Washington 120(3): 360) del 2007.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le piante di questa voce hanno un habitus arbustivo perenne. I fusti sono rampicanti; i giovani steli sono affusolati e snelli. La superficie di queste piante può essere sia pubescenze (per peli semplici o simmetrici/asimmetrici) che glabra.[5][6][7][8][9][3][10]

Le foglie sono disposte in modo alterno e sono brevemente picciolate. La lamina in genere è semplice con forme ovate, ellittiche o lanceolate con apice acuto e base cuneata. La consistenza è subcoriacea. Le venature normalmente sono pennate (sono presenti anche venature secondarie). I margini sono interi o appena dentati. La superficie può essere pubescente per peli uniseriati (quella inferiore è ghiandolosa).

L'infiorescenza è formata da capolini discoidi, omogami e peduncolati in posizioni terminali o ascellari. Le formazioni possono essere di vario tipo: corimbose, tirsoidi o piramidali. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro con forme campanulate composto da diverse brattee disposte su 4 - 6 serie embricate e scalate che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori di tipo tubuloso. Le brattee dell'involucro, persistenti o decidue (quelle più interne), hanno delle forme più o meno lanceolate con apici variabili da ampiamente ottusi a acuti; sono inoltre prive di ghiandole. Il ricettacolo normalmente è privo di pagliette (ricettacolo nudo). Lunghezza delle brattee: 7-12 mm.

I fiori, da 3 a 40 per capolino, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi (raramente possono essere zigomorfi).

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla, slanciata, formata da un tubo imbutiforme terminanti in modo campanulato con 5 lobi riflessi, può essere pubescente o glabra. Il colore varia da viola (o porpora) a bianco. Lunghezza della corolla: 8-12 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[12] Le antere, prive di ghiandole, sono provviste alla base di ampie code. Le appendici basali hanno una consistenza soda e sono glabre e strettamente ovato-oblunghe. Il polline può essere di tipo tricolporato, ossia con tre aperture sia a fessura che a poro; può essere inoltre subechinato (con punte)[13] e sub"lophato".
  • Gineceo: lo stilo è filiforme senza alla base dei nodi evidenti. Gli stigmi dello stilo sono due lunghi e divergenti; sono sottili, pelosi (peli a spazzola) e con apice acuto. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[14]

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, con forme clavate o turbinate, hanno 8 - 10 evidenti coste con superficie pelosa (senza ghiandole). All'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto e rafidi di tipo subquadrato da corti a moderatamente allungati; non è presente il tessuto tipo fitomelanina. Il "carpopodium" (carpoforo) è ampio con forme variabili da obconiche a cilindriche. Il pappo è formato da due serie di numerose e snelle setole.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle piante di questa voce è relativa al Vecchio mondo (Asia sud-orientale).[2]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23 000 specie distribuite su 1 535 generi[15], oppure 22 750 specie e 1 530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1 679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][9]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Gymnantheminae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[18] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi della sottotribù Gymnantheminae appartengono al subclade relativo all'Africa tropicale comprese le Hawaii (l'altro subclade africano comprende soprattutto specie meridionali).[9]

La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[8]

  • l'habitus è soprattutto arbustivo o arboreo;
  • le brattee interne dell'involucro talvolta sono decidue;
  • il polline non è di tipo triporato;
  • le antere sono prive di ghiandole;
  • le piante sono in prevalenza paleotropicali (avventizie in America).

In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù (Gymnantheminae) di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[9] Le specie di questo genere tradizionalmente erano descritte all'interno del genere Vernonia.[3]

I caratteri distintivi per le specie di questo genere ( Decaneuropsis) sono:[10]

  • i fusti hanno un portamento rampicante;
  • il tubo della corolla è snello;
  • lo stilo è pubescente per peli a spazzola smussati.

Elenco delle specie[modifica | modifica wikitesto]

Questo genere ha 12 specie:[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 9 ottobre 2021.
  3. ^ a b c Robinson et al. 2007.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 9 ottobre 2021.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 p. 1.
  6. ^ Strasburger 2007, p. 860.
  7. ^ Judd 2007, p. 517.
  8. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 173.
  9. ^ a b c d Funk & Susanna 2009, p. 441.
  10. ^ a b Bunwong et al. 2014.
  11. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - p. 1.
  13. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - p. 760.
  14. ^ Judd 2007, p. 523.
  15. ^ Judd 2007, p. 520.
  16. ^ Strasburger 2007, p. 858.
  17. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  18. ^ Susanna et al. 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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