Cumbia
Cumbia | |
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Origini stilistiche | Melodie indigene precolombiane della regione caraibica della Colombia e ritmi africani. |
Origini culturali | Elementi indigeni, africani e spagnoli durante la conquista e la colonizzazione della regione caraibica della Colombia. |
Strumenti tipici | Caña de millo, gaitas (hembra, macho, corta), tambor alegre, tambor llamador, tambora, caja, guache, maracas, fisarmonica diatonica, guacharaca, clarinetto. |
Popolarità | Alta durante gli anni '60 e '70 in America Latina. |
Generi derivati | |
Cumbia Argentina Cumbia costaricana Cumbia messicana Cumbia paraguaiana Cumbia peruviana Cumbia salvadoriana Cumbia sonidera Cumbia venezuelana Merecumbé Tecnocumbia. | |
Categorie correlate | |
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La cumbia (ˈkumbja) è una musica popolare, un canto e una danza colombiana.[1][2] Tale danza di coppia è nata all'interno degli eventi relativi alla conquista spagnola, che ebbe inizio nel 1538 con la distruzione della popolazione dei Chibcha.
Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
La parola cumbia è stata studiata da diversi linguisti, antropologi e musicologi che han prodotto differenti ipotesi sulla sua origine.
Nel 1930, il musicologo panamense Narciso Garay affermò che la parola condivide la stessa radice linguistica della parola cumbé, ballo di origine africano e registrato nella Real Academia de la Lengua come "Baile de Negros" (Ballo dei neri).[3]
L'antropologa colombiana Delia Zapata Olivella, nella sua pubblicazione del 1962, "La Cumbia: Síntesis Musical de la Nación Colombiana, Reseña Histórica y Coreográfica", segnala che l'unica voce simile a cumbia che menziona la Academia Española, è cumbé: "cierto baile de negros y tañido de este baile" (certo ballo dei neri e il suono di questa danza). Inoltre con cumbes (senza tilde), vengono chiamati i neri che abitano a Bata, nella Guinea continentale spagnola (attuale Guinea Equatoriale).[4]
Il musicologo Guillermo Abadía Morales, nella sua opera del 1977 "Compendio general de folclore colombiano", sostiene che cumbia è una apócope di cumbancha, parola la cui radice è kumba, gentilizio dei mandinga dell'occidente africano, e aggiunge che inoltre in Congo i suoi re si appellavano come "Re di Cumba".[5]
L'etnólogo cubano Fernando Ortiz Fernández racconta che le voci kumba, kumbé e kumbí, alla castiglianizzazione avvenuta sostituendo la lettera "k" con "c", significano "tamburi" o "balli". Inoltre dice che cumbé, cumbia e cumba erano tamburi di origine africana nelle Antille. D'altra parte afferma anche che cumba – kumba, sono parole africane delle tribù bantú o congo, che significano "ruggire", "scandalizzare", "clamore", "scándalo", "euforia". A questa teoria aderisce Manuel Zárate nella sua opera "Tambor y Socavón".[6] Asimismo, para Ortiz, entre los congos, nkumbi es un tambor.[5]
In relazione alla voce cumbé, la versione 22.ª del Diccionario de la Real Academia de la Lengua, pubblicata nel 2001, la registra come: "Danza de la Guinea Ecuatorial" (Danza della Guina Equatoriale) e "Son de esta danza" ("Suono di questa danza").[7]
Nel 2006, il musicista e musicologo colombiano Guillermo Carbó Ronderos affermò che l'etimología della voce cumbia è "ancora controversa", e que "sembra derivi dal termine bantú cumbé, ritmo e danza della Guinea Ecuatorial".[8]
Origini[modifica | modifica wikitesto]
La cumbia è emanazione diretta della cumbiamba, una danza in circolo che uomini e donne neri eseguivano a piedi nudi sulla sabbia, in riva al mare, attorno ad un grande falò. È importante fissare bene questo passaggio per capire che danza è la cumbia e ipotizzare quale sia la sua origine. La denominazione è africana. In molte lingue parlate dagli africani il termine "kumb" significa suono, rumore o frastuono. Quando gli africani furono impiegati nelle sterminate piantagioni della Colombia coloniale, le piantagioni stesse furono chiamate kumbè, per via dei suoni e dei rumori che gli schiavi producevano durante il lavoro.
Oggi in uso come ballo di coppia in Colombia e nella zona amazzonica del Perù, Argentina e Cile, i ballerini ballano stando di fronte a coppie senza contatto diretto avanzando ed indietreggiando insieme.
Dalla cumbiamba alla Cumbia[modifica | modifica wikitesto]

Il passaggio dalla cumbiamba (danza in circolo) alla cumbia (ballo di coppia) risale alla fase di superamento della schiavitù, quando interi gruppi di neri, mulatti e zambos organizzarono i propri villaggi sulla costa dell'Atlantico (al di sopra di Panama), traendo sostentamento dalla pesca nel generoso Mare delle Antille. La cumbiamba era un rituale. Sulle basi 'musicali' prodotte da strumenti a percussione, si girava attorno al fuoco, formando un grande cerchio, composto dagli adulti e dai giovani (maschi e femmine) delle famiglie e dei gruppi partecipanti. La cumbiamba era l'invenzione finalizzata all'incontro serale e notturno della gente del villaggio. Era l'unica occasione di socialità minima: il solo contesto possibile per gli incontri amorosi. L'unica variante apportata alla cumbiamba, che consistette nello scioglimento dello schieramento a cerchio dei ballerini che si tenevano per mano, diede luogo al ballo di coppia. Il ritmo era sempre lo stesso: cambiò semplicemente il contenuto del 'rituale'. Per diverso tempo, la cumbia si ballò al ritmo di quelle stesse percussioni utilizzate per la cumbiamba, con la differenza che essa si caratterizzò come danza inequivocabilmente sessuale, di possesso. In questa prima fase emergeva pesantemente la portata erotica. Un poco alla volta assunse l'identikit di danza di malizioso corteggiamento e, pur mantenendo alto il livello della carica sensuale, si connotava come danza di società. La donna, naturalmente, assumeva un ruolo fondamentale, essendo l'oggetto del desiderio maschile e la destinataria delle profferte d'amore. La sua danza non era ispirata alla ritrosia, ma si esplicava attraverso armoniosi ed invitanti movimenti dei fianchi e del bacino. In tali movimenti erano evidenti gli intenti provocatori, potenziati dalle languide occhiate e dai sorrisi civettuoli. Alcuni studiosi hanno messo in relazione le figure di questa danza con il movimento del mare amico, quasi lo si volesse omaggiare perché portatore di ricchezza. Sta di fatto che le ballerine, per imitare il moto delle onde, alzavano con le mani le lunghe gonne, fino a portarne i lembi all'altezza del viso: in tale posizione le facevano ondeggiare... per la gioia degli astanti (maschi). Grazie all'apporto della componente bianca (spagnola), la cumbia si trasformò in un prodotto con delle differenze rispetto al precedente: fu introdotta la parte cantata, nella doppia articolazione di coro e voce solista. Si aggiunse al ritmo africaneggiante una musicalità quasi europea. Da allora, il suo successo non si è più fermato, sia come genere musicale e coreico, sia come veicolo di messaggi a contenuto amoroso, culturale e sociale.
Cumbia nel '900[modifica | modifica wikitesto]
Agli inizi del Novecento, in questa nuova veste, la cumbia comparve nei locali pubblici dei maggiori centri del Nord (Cartagena, Santa Marta, e, soprattutto Barranquilla, grande porto fluviale creato dagli Spagnoli, a sinistra del Rio Magdalena, in prossimità del suo sbocco nel Mar delle Antille). Dopo il 1950, prima la Radio e dopo la Televisione giocarono un ruolo determinante per la sua diffusione, non solo in patria, ma anche nell'America Centrale e Meridionale. La promozione all'estero è stata supportata da diversi gruppi di musicisti, cantanti e danzatori, tutti originari della Colombia. Elementi di cumbia sono stati recepiti dalle danze caraibiche, in particolare da merengue e salsa.
Cumbia villera[modifica | modifica wikitesto]
La cumbia villera è invece una variante della musica folk colombiana nata nei quartieri poveri di Buenos Aires. Pur mantenendo lo stesso stile di quest'ultima, utilizza sonorità più commerciali e presenta testi che hanno spesso a che fare con il crimine e le droghe. La cumbia è soprattutto un pezzo di storia della Colombia, uno dei maggiori interpreti è Aniceto Molina[9].
Curiosità[modifica | modifica wikitesto]
- Esiste una versione moderna della cumbia chiamata cumbia rap.
- "La cumbia di chi cambia" è il titolo di una canzone di Adriano Celentano, scritta da Lorenzo Jovanotti presente nell'album "Facciamo finta che sia vero".
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ La Cumbia - Plaza Colombia, su plaza-colombia.de.
- ^ Eddie Ferreira, Ritmos de Colombia, su geocities.ws.
- ^ Garay, Narciso, Tradiciones y cantares de Panamá: ensayo folklórico, editorial De L'expansion Belge, 1930, Bélgica. Pág. 294
- ^ LA CUMBIA. SÍNTESIS MUSICAL DE LA NACIÓN COLOMBIANA. RESEÑA HISTÓRICA y COREOGRÁFICA - "La cumbia", Revista Colombiana de Folclor, vol. III, n.7, (2.° ep.), pp. 189-200. 1962 Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive.
- ^ a b Biblioteca Luis Ángel Arango, Huellas de africanía y emblemas de nacionalidad, su lablaa.org. URL consultato l'11 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2009).
- ^ La Cumbia en Panamá, Nisla Vergara. 2011.
- ^ Significado de Cumbé según el Diccionario de la Real Academia de la Lengua.
- ^ Guillermo Carbó Ronderos, La cumbia, su semana.com. URL consultato il 7 settembre 2014.
- ^ (ES) Muere el cantante colombiano Aniceto Molina – Prensa Libre, su prensalibre.com.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su cumbia
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Cumbia, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh00004566 · J9U (EN, HE) 987007290956105171 |
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