Cronache Sociali

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Cronache sociali)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Cronache Sociali
StatoItalia (bandiera) Italia
Linguaitaliano
Periodicitàquindicinale
Generesociologia e politica
Formatoquaderno
Fondazione1947
Chiusura1951
SedeRoma
DirettoreGiuseppe Glisenti
 

Cronache Sociali fu una rivista quindicinale di sociologia e politica edita a Roma dalle Edizioni Servire. Fu pubblicata dal 1947 al 1951.

Fu fondata il 30 maggio 1947 grazie ai vivaci interessi politici e alle affinità tra cattolici di varie provenienze, come Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani, Giuseppe Lazzati, Antonio Amorth e Giorgio La Pira, che aveva già fondato nel 1938 la rivista Principi contro fascismo e razzismo.

La rivista, diretta da Giuseppe Glisenti, rappresenta fino al 1951, data della sua ultima pubblicazione, la posizione più progressista e riformista del cattolicesimo politico italiano.

Nell'editoriale del primo numero il direttore chiarisce con una lettera di presentazione i motivi per i quali è nata Cronache Sociali e pone l'accento sul desiderio di essere obiettivi, di informare e documentare e respinge l'ipotesi che Cronache Sociali sia una rivista politica.

La rivista raccoglie contributi di varia provenienza e privilegia i problemi di interesse generale che vengono pubblicati su alcune rubriche fisse caratterizzate da articoli di attualità di politica interna, politica internazionale, economia, partiti, sindacalismo.
La rubrica culturale, pur apparendo in tutti i numeri, ha uno spazio più limitato e la maggior parte degli articoli che la compongono sono delle recensioni come quella sulle Lettere dal carcere di Antonio Gramsci o Fondamenti di una cultura cristiana di H. Davenson.

Nella prima fase, Cronache Sociali si guadagna un'area di ascolto privilegiata nel clima politico-culturale dell'epoca, anche perché numerosi sono i collaboratori docenti universitari di discipline giuridiche ed economiche, come Fanfani, Dossetti, La Pira e Aldo Moro, impegnati in quel momento ad elaborare la prima parte della Costituzione italiana. Contribuirono alla rivista anche Achille Ardigò, Gianni Baget Bozzo, Federico Caffè, Leopoldo Elia, Aldo Garosci, Gino Giugni, Costantino Mortati e Pietro Scoppola.

Nell'aprile del 1950, dopo quattro mesi di silenzio che Glisenti giustifica con la situazione di maggiore intolleranza della situazione politica, inizia una nuova serie che è caratterizzata da una presa di posizione più mirata nei riguardi dei temi trattati. Ritornano sulle pagine della rivista i temi del Cristianesimo sociale ma vengono praticamente esclusi i temi di politica interna che potrebbero risultare scottanti, dal momento che il confronto tra Dossetti e De Gasperi si sta ulteriormente inasprendo e si vuole pertanto evitare lo scontro.

Nel 1951 Glisenti lascia la direzione della rivista e gli subentra Marcella Ceccacci, che non è in grado di sostenere la situazione e così, sul numero del 31 ottobre, appare un breve trafiletto che annuncia la fine della pubblicazione della rivista.

Cronache Sociali è stata ripubblicata in edizione anastatica e digitale, corredata di indici, una versione digitale in DVD e dei volumi omaggio di Dossetti, La Pira e Suhard offerti agli abbonati, con introduzione di Alberto Melloni, per i tipi dell'istituto per le scienze religiose, disponibile anche in linea nel sito CIB dell'Università di Bologna.

A fine 2007 la casa editrice Diabasis ha pubblicato un'antologia della rivista, a cura di Luigi Giorgi e con un saggio di Paolo Pombeni, dal titolo Le Cronache Sociali di Giuseppe Dossetti. La giovane Sinistra cattolica e la rifondazione della democrazia italiana, e l'edizione anastatica completa di tutti i numeri di Cronache Sociali, rilegati in tre volumi in cofanetto, con l'introduzione di Walter Veltroni.

  • Marcella Glisenti e Leopoldo Elia (a cura di), Cronache sociali 1947-1951: antologia, San Giovanni Valdarno-Roma, Landi, 1961-1962.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]