Costanzo Angelini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Autoritratto

Costanzo Angelini (Santa Giusta, 22 ottobre 1760Napoli, 22 giugno 1853) è stato un pittore, incisore e letterato italiano.

Artista neoclassico, dal 1790 visse stabilmente a Napoli. Fu pittore di corte. Dal 1813 fu sovrintendente del Museo Borbonico. È stato considerato uno dei migliori ritrattisti italiani del primo Ottocento[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Costanzo Angelini nacque il 22 ottobre 1760 a Santa Giusta, (frazione di Amatrice all’epoca provincia dell’Aquila), da Francesco e Francesca de Laurentis. Stabilitosi a Roma, in giovane età, per compiere studi letterari, si dedicò alla pittura frequentando lo studio di Marco Caprinozzi, allievo di Pietro Bianchi, proveniente dalla scuola dei Carracci. Successivamente frequentò l’Accademia di San Luca e fu discepolo di Domenico Corvi[2].
Nel 1790 si trasferì a Napoli dove sposò Mariangela Rega da cui ebbe sei figli[2], tra cui Tito Angelini. Fu incaricato di disegnare i vasi greci della collezione del ministro inglese sir William Hamilton, presso Ferdinando IV di Borbone; successivamente il marchese di Vivenzio[3] gli commissionò di disegnare la sua ricca collezione di vasi, ma non poté assolvere tale impegno a causa dei moti del 1799[1]. Insegnò prima nell’Accademia del Disegno, presso la Manifattura di San Carlo alle Mortelle, poi nella Real Fabbrica della Porcellana a Capodimonte. Nel 1808 venne nominato revisore della Stamperia Reale e tesoriere della Scuola di Disegno; nei due anni successivi ottenne la cattedra di professore della scuola di Disegno nella Reale Accademia di Belle Arti. Nel 1812 venne nominato direttore della scuola d'incisione. Si dedicò intensamente all'attività letteraria a carattere didattico, ispirata prevalentemente all'estetica neoclassica.

Divenne una figura fondamentale per l'istruzione dei giovani artisti meridionali. Tra i suoi allievi vi furono i pittori Filippo Balbi, Domenico Caldara, Federico Maldarelli, Giuseppe Mancinelli, Angelo Maria Mazzia, Vincenzo Marinelli, Emanuele Mollica, Vincenzo Morani e Floriano Pietrocola. Dal 1813 fu soprintendente al restauro dei dipinti del Museo Borbonico. Morì a Napoli il 22 giugno 1853 all'età di novantatré anni[4], fu sepolto nella Chiesa dell'Arco del sedile di Porto[1].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Dipinti:

Disegni e pastelli:

  • 1813 Battaglia di Abukir, Napoli, Museo di Capodimonte
  • Studio in piedi, 1780?, Galleria dell'Accademia (Napoli)
  • Studio di gambe, 1780?, Napoli, Galleria dell'Accademia
  • Studio dal nudo, 1875, Studio del nudo 1800 e Studio del nudo 1801, Napoli, Galleria dell'Accademia
  • Testa di Giove, 1785, e Testa di Giove, 1800, Napoli, Galleria dell'Accademia
  • Autoritratto, 1798, Napoli, Galleria dell'Accademia
  • Studio della statua, 1800, Napoli, Galleria dell'Accademia
  • Ritratto del fratello Loreto, 1801, Napoli, Galleria dell'Accademia
  • Ritratto della figlia Teresa, Napoli, Galleria dell'Accademia[5]

Lettere:

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Pepe.
  2. ^ a b CRBC.
  3. ^ Patruni.
  4. ^ Museo degli strumenti Astronomici INAF Osservatorio Astronomico di Capodimonte, Costanzo Angelini, su oacn.inaf.it. URL consultato il 19 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2016).
  5. ^ Per le opere alla Galleria dell'Accademia di Napoli, vediː Galleria dell'Accademia,  pp. 101-102.
  6. ^ fonte immagine:artista Paul Gosselin

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dizionario Enciclopedico Italiano, vol. 1, Roma, Istituto Poligrafico Dello Stato, 1970, p. 445.
  • Giovanni Patroni, Vasi dipinti del Museo Vivenzio disegnati da Costanzo Angelini nel 1798 / testo illustrativo di G. Patroni; pubblicazione di Gherardo Rega, 1900, OCLC 459160308, SBN IT\ICCU\UM1\0050405.
  • Anna Caputi, Raffaello Causa, Raffaele Mormone (a cura di), La Galleria dell'Accademia di Belle Arti in Napoli, Napoli, Banco di Napoli, 1971, SBN IT\ICCU\NAP\0178087.
  • Vincenzo Bindi, Costanzo Angelini, in Dizionario degli artisti abruzzesi: pittori scultori architetti maestri di musica, fonditori, cesellatori figuli, Rist. dell'ed. del 1883, Napoli, Tip. De Angelis, L'Aquila, REA, 2005, pp. 27-31, ISBN 978-88-7417-015-9.
  • Mario Pepe, Angelini, Costanzo, su Dizionario Biografico, treccani.it. URL consultato il 16 gennaio 2016.
  • Centro Regionale Beni Culturali, ANGELINI COSTANZO (1760-1853) Pittore, disegnatore e incisore (PDF), su Abruzzesi illustri, cultura.regione.abruzzo.it. URL consultato il 18 gennaio 2017.
  • Salvatore Napolitano, Fedeltà e intelligenza nello studio del vero e dell'antico : Costanzo Angelini disegnatore e incisore della collezione Vivenzio /, 1981, SBN IT\ICCU\NAP\0503799.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN49488580 · ISNI (EN0000 0001 2025 4460 · SBN SBLV200455 · BAV 495/25625 · CERL cnp01384630 · ULAN (EN500111499 · GND (DE1012502457 · BNF (FRcb148031274 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-49488580