Domenico Corvi

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Autoritratto

Domenico Corvi (Viterbo, 16 settembre 1721Roma, 22 luglio 1803) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giunto a Roma nel 1736, Corvi ebbe come maestro il pittore Francesco Mancini.

Dopo una serie di lavori in patria e a Palestrina, Corvi cominciò ad ottenere importanti commissioni a Roma, per Palazzo Borghese, Palazzo Doria Pamphili, San Marco e il Palazzo dei Conservatori.

Dalla seconda metà del Settecento numerose opere gli furono commissionate dal conte, e futuro cardinale, Bernardino Antonelli fra queste, le tele Sant'Emidio e La Trinità con la Maddalena e San Paolino (ubicate nel duomo di Senigallia) e San Giovanni Evangelista a Patmos destinata all'altare di famiglia nella chiesa di San Francesco a Pergola, città natale degli Antonelli.

Altre opere gli furono richieste dal cardinale forlivese Camillo Merlini Paolucci per la cappella della Chiesa di San Marcello al Corso, a Roma, ospitante il sepolcro dello zio, il cardinale Fabrizio Paolucci: si tratta delle due tele di ispirazione veterotestamentaria Il sacrificio di Isacco e Il ritrovamento di Mosè.

Una serie di dipinti a tema medievale, commissionatigli dal ramo dei Colonna di Sciarra, mostra già, accanto alle ovvie citazioni di Batoni e Mengs, elementi di sensibilità protoromantica, con atmosfere quasi da romanzo gotico (come nella Santa Margherita Colonna scaccia i demoni, del 1770).

Nel 1771 affrescò, con un Trionfo di Apollo, una sala di Villa Borghese, che dotò nel 1782 di un altro, celebratissimo affresco raffigurante l'Aurora. nel 1773 dipinge la sua più bella pala per la Chiesa dei Conti Antonelli, presso il loro palazzo a Brugnetto di Senigallia, dove ritrae, per la prima volta nella storia della pittura, una pietà al maschile dove Dio è Padre e Madre. sempre per la stessa committenza decora, insieme a Felice Giani, alcune sale del piano nobile tra cui il famoso salone dei Cesari e delle cacce. Agli anni tra il 1774 e il 1778 risale la commissione per un ciclo di grandi tele per l'abbazia di Soletta.

L'artista fu anche un accademico dell'Arcadia. Fu maestro di Giovanni Pichler e Francesco Alberi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Valcanover, Opere d'arte inedite o poco conosciute nel Bellunese. Quattro dipinti di Domenico Corvi nella Certosa di Vedana, in «Archivio storico di Belluno, Feltre e Cadore», n. 1 (1958), pp. 1–7.
  • Italo Faldi, Pittori viterbesi di cinque secoli, Roma, Bozzi, 1970, pp. 78–84.
  • Luciana Ferrara, Domenico Corvi nella Galleria Borghese in «Rivista dell'Istituto Nazionale d'Archeologia e Storia dell'Arte» n. 21/22 (1976), pp. 169–217.
  • (EN) Nadia Tscherny, Domenico Corvi's Allegory of Painting: an image of love in «Marsyas» n. 19 (1978), pp. 23–28.
  • Giuseppe Scavizzi, s.v. Domenico Corvi in «Dizionario Biografico degli Italiani» XXIX (1981), pp. 823–824.
  • Stella Rudolph, Primato di Domenico Corvi nella Roma del secondo Settecento in «Labyrinthos» n.1/2 (1982), pp. 1–45.
  • Liliana Barroero, Il "Compianto sul corpo di Ettore" di Domenico Corvi in «Paragone» n. 417, 1984, pp. 66–71.
  • Liliana Barroero, Corvi, Domenico in «Dizionario della pittura e dei pittori» I, 1989, pp. 756–757.
  • Liliana Barroero, Corvi, Domenico in «La pittura in Italia. Il Settecento» a cura di G. Briganti, Electa, 1990, I, p. 679.
  • Valter Curzi, Alcuni inediti di Domenico Corvi a Senigallia in «Bollettino d'arte» n. 6, 1990, pp. 113–120.
  • Maria Luisa Polidori, Domenico Corvi, pittore viterbese del Settecento in Pittori, architetti, scultori laziali nel tempo a cura di R. Lefevre, Roma, Palombi, 1990, pp. 217–228.
  • Fiorella Pansecchi, Domenico Corvi, l'apparato della Basilica Vaticana del 1767 e San Giuseppe Calasanzio in Scritti in ricordo di Giovanni Previtali in «Prospettiva» n. 57/60, 1990, pp. 340–345.
  • Giancarlo Sestieri, Repertorio della pittura romana della fine del Seicento e del Settecento, Torino, Allemandi, 1994, p. 63.
  • Daria Borghese, L'intervento di restauro di Domenico Corvi nella Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore in «Strenna dei Romanisti», n. 56, 1995, pp. 53–62.
  • Italo Faldi, Domenico Corvi a Viterbo in «Bollettino d'arte» n. 6, 1996, pp. 121–126.
  • (EN) Jane Turner (a cura di), The Dictionary of Art. 7, pp. 915–916, New York, Grove, 1996.
  • .Domenico Corvi, Catalogo della mostra a cura di Valter Curzi e Anna Lo Bianco, Roma, Viviani Arte, 1998.
  • Liliana Barroero, Domenico Corvi, Milano, la Polonia e una committenza interrotta in «Antologia di Belle Arti. Studi romani», 2003, pp. 69–77.
  • Liliana Barroero, Exempla virtutis: la pittura storica di Domenico Corvi (1721-1803) e il suo magistero, catalogo della mostra, Roma (2005)
  • Italo Faldi, Domenico Corvi a Viterbo in Miscellanea di scritti viterbesi a cura di A. Pampalone, Roma, Campisano, 2007, pp. 59–66.
  • Liliana Barroero, L'Exemplum virtutis tra Roma e Parigi in Roma triumphans? L'attualità dell'antico nella Francia del Settecento – Atti del convegno di studi (Roma, 9–11 marzo 2006) a cura di L. Norci Cagiano, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2007, pp. 111–124.
  • Francesco Petrucci, Pittura di Ritratto a Roma. Il Settecento, 3 voll., Andreina & Valneo Budai Editori, Roma 2010, ad indicem

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