Costantino Ressman

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Costantino Ressman

Senatore del Regno d'Italia
Legislaturadalla XX (nomina 18 novembre 1898)
Tipo nominaCategoria: 7
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studiolaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità di Padova
Professionediplomatico

Francesco Costantino Giuseppe Ressman, talora indicato anche come Ressmann o Resmann (Trieste, 15 maggio 1832Parigi, 8 luglio 1899), è stato un diplomatico, politico e antiquario italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nella Trieste austriaca da Giuseppina Wõeger e Ignazio Ressman, si laurea in giurisprudenza presso l'Università di Padova nel 1853. Convinto irredentista e sostenitore degli ideali risorgimentali, a causa delle sue idee politiche era stato implicato e condannato in contumacia nel cosiddetto "processo di Mantova" (1851) e costretto più tardi, nel 1860, a riparare in Piemonte, dove assume la nazionalità italiana divenendo suddito del Regno di Sardegna (6 gennaio 1861) ed entra nella segreteria di Cavour per poi passare alle dipendenze del Ministero degli affari esteri (1862). Fin dalla sua fondazione (1867) è accolto fra i soci della Società geografica italiana. In quello stesso anno,[1] profittando dei suoi numerosi viaggi di lavoro, comincia a dedicarsi al collezionismo d'armi, attività in cui presto ottiene fama di grande esperto e che coltiverà fino alla morte.[2]

Dedicatosi infatti nel frattempo alla carriera diplomatica, diviene consigliere d'ambasciata a Londra con credenziali d'incaricato d'affari a Parigi (1878-1882); promosso segretario di legazione il 6 gennaio 1884, in tale veste assume l'incarico di primo delegato alla Commissione internazionale per la libera navigazione nel Canale di Suez (2 aprile 1885); in seguito gli viene assegnata la sede di Parigi (luglio 1887 - 18 ottobre 1889). Dopo essere stato ambasciatore a Costantinopoli (2 ottobre 1891 - 10 aprile 1892), rientra a Parigi (10 aprile 1892 - 17 gennaio 1895) inviatovi dal marchese di Rudinì per succedere al dimissionario Menabrea.

Nonostante i lunghi anni di proficua e leale collaborazione con Costantino Nigra, Enrico Cialdini e Luigi Federico Menabrea, a causa della sua convinta contrarietà alla triplice alleanza e della sua altrettanto indiscutibile simpatia per la causa irredentista, nonché per i suoi fin troppo ottimi rapporti con il governo francese,[3] nel 1895 Crispi lo fa rimuovere dalla carriera diplomatica, richiamandolo a Roma e attribuendogli ufficialmente il rango di inviato straordinario e ministro plenipotenziario di I classe (17 gennaio 1895 - 8 luglio 1899). Compensato in qualche modo con la nomina a senatore a vita nel 1898, Ressman tuttavia, profondamente amareggiato per quel "richiamo" a suo avviso ingiustificato, nel frattempo si era stabilito da privato cittadino a Parigi e qui, deluso e avvilito, muore all'età di 67 anni sul finire del secolo.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Costantino Ressman, Pensaci, Nella! (canzone dal Fausto di Goethe) (partitura), Milano, Francesco Lucca, 18??.
  • Pacifico Valussi e Costantino Ressman, Trieste e l'Istria e loro ragioni nella questione italiana, Milano, Libreria Brigola, 1861.
(FR) Trieste et l'Istrie: leurs droits dans la question italienne, Parigi, Dentu, 1861.[4]
  • Giuseppe Stefani, Studenti di Padova (lettere giovanili di Costantino Ressman), Trieste, La porta orientale, 1952.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Alla sua memoria il comune di Trieste ha intitolato una via cittadina.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elena Carrara, "«Mon cher ami et frère d’armes»..., cit., p. 171.
  2. ^ Per testamento, Costantino Ressman lascia in eredità la sua intera collezione (circa 280 pezzi) al Museo nazionale del Bargello di Firenze, dov'è tuttora conservata nella Sala dell'Armeria e nella Collezione Islamica. Cfr. Atti Ufficiali, Circolare n. 174 del 15 settembre 1907, pp. 36-37 e la tesi di Elena Carrara, Bibeloter avec diplomatie..., cit. Secondo Giovanna De Lorenzi (Cataloghi di collezioni d’arte nelle biblioteche fiorentine (1840-1940), p. VIII, n. 3), a Ressman si deve anche la precedente donazione al Museo del Bargello dell'amico Louis Carrand.
  3. ^ In Rassegna storica del Risorgimento, p. 500.
  4. ^ In realtà Costantino Ressman non dovrebbe essere autore dell'opuscolo ma, come risulta chiaramente nell'edizione francese, ne sarebbe solo il traduttore dall'italiano al francese. Si può tuttavia ritenere che vi abbia in qualche modo partecipato, così come è accertato il suo contributo alla ben più corposa opera del professor Sigismondo Bonfiglio, Italia e Confederazione germanica. Studi documentati di diritto diplomatico storico e razionale intorno alle pretensioni germaniche sul versante meridionale delle Alpi, Torino-Milano, Paravia, 1865.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enrico Serra, "Crispi ed il licenziamento di Ressman dall'ambasciata di Parigi", in Rassegna di politica e di storia, n. 121, 1964.
(FR) "Crispi et le licenciement de Ressman de l'ambassade d'Italie a Paris", in Revue d'Histoire Diplomatique, n. 3, luglio-settembre 1965.
  • Emilia Morelli, "Sul richiamo di Costantino Ressman da Parigi nel gennaio 1895", in Università di Pavia,Studi in onore di Federico Curato, Milano, FrancoAngeli, 1990, vol. 1, pp. 369–385. ISBN 978-88-204-3733-6.
  • Lionello Giorgio Boccia, Figure guerriere nei metalli Carrand e Ressman, Firenze, Museo nazionale del Bargello, 1986.
  • Elena Carrara, Bibeloter avec diplomatie. Costantino Ressman collezionista di armi e la sua donazione al Museo nazionale del Bargello (tesi di dottorato in storia dell'arte moderna), Pisa, Università degli studi, 2008.
  • (EN) Elena Carrara, "«Mon cher ami et frère d’armes». Letters from Costantino Ressman to William Riggs, Collectors of Arms and Armor in Nineteenth-Century Paris", in Metropolitan Museum Journal, vol. 47, n. 1 (gennaio 2012), pp. 169–182.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ambasciatore italiano nell'Impero ottomano Bandiera dell'Impero ottomano Successore
Alberto Blanc 1891 - 1892 Luigi Avogadro di Collobiano Arborio
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