Collegiata di Sant'Antonio Abate

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Chiesa collegiata di Sant'Antonio abate
Scorcio della facciata
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
CantoneTicino
LocalitàLocarno
IndirizzoPiazza Sant'Antonio, 6600 Locarno
Coordinate46°10′11.14″N 8°47′28″E / 46.16976°N 8.79111°E46.16976; 8.79111
Religionecattolica di rito romano
Diocesi Lugano
Consacrazione1682
ArchitettoPietro Bottini
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1664
CompletamentoXIX secolo

La chiesa collegiata di Sant'Antonio abate[1] si trova a Locarno nell'omonima piazza.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa venne eretta nella prima metà del XIV secolo, anche se l'aspetto odierno (a parte la facciata) risale a successivi rimaneggiamenti terminati nel 1664 per quanto riguarda l'edificio esteriore, al 1682 per quanto riguarda il coro ed al 1692 per quanto riguarda la navata. L'11 gennaio 1863 crollò una delle volte di una campata, provocando la morte di 47 persone presenti in quel momento all'interno dell'edificio.[2] In seguito ai lavori di ricostruzione venne modificata la facciata dell'edificio, realizzandola in stile neoclassico su ispirazione della chiesa di San Vittore di Cannobio.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Campanile[modifica | modifica wikitesto]

Il campanile venne costruito nel XVII secolo, anche se successivamente venne più volte rialzato nel corso del XVIII secolo. Al suo interno si trovano cinque campane elettrificate:

Nome Nota Fonditore Anno di fusione
Campanone Si2 Barigozzi 1849
Seconda Mi3 Achille Mazzola 1922
Terza Re#3 Barigozzi 1849
Quarta Do#3 Barigozzi 1849
Campanella Fa4 non indicato 1761

Interno[modifica | modifica wikitesto]

La pianta è a navata singola, con diverse cappelle disposte lungo i due lati maggiori ed un transetto. Il soffitto è sorretto da pilastri corinzi mentre le campate hanno la volta a botte; la crociera è conclusa da una cupola. Lungo le pareti interne e nelle cappelle laterali si trovano diversi dipinti ed affreschi di maestri locali del XVIII e XIX secolo.

Organo a canne[modifica | modifica wikitesto]

Sulla cantoria lignea in controfacciata, si trova l'organo a canne[3]. Lo strumento, costruito nel 1872 da Adeodato Bossi-Urbani, è frutto di rimaneggiamenti e restauri successivi, di cui l'ultimo nel 1991 ad opera di Italo Marzi, che ne hanno alterato le sue originarie caratteristiche.

Dopo circa un decennio in pessime condizioni (perdite d'aria e materiali di pessima fattura utilizzati nei restauri costringevano l'organo ad un veloce deterioramento) lo strumento è stato sottoposto nella primavera del 2016 ad un'accurata manutenzione straordinaria ad opera di Ilic Colzani che, pur dovendo mantenere il materiale costruttivo dei precedenti interventi (l'edificio è infatti un bene tutelato a livello cantonale), ha permesso allo strumento di esprimere al meglio le proprie potenzialità timbriche.

Lo strumento, che mantiene la severa cassa neoclassica originaria, ha due tastiere di 61 note ciascuna ed una pedaliera concavo-radiale di 32. La trasmissione è mista, meccanica per i manuali e il pedale ed elettrica per i registri e le combinazioni. Dispone di 43 registri.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chiesa di Sant'Antonio abate - Inventario dei beni culturali Archiviato il 25 marzo 2013 in Internet Archive.
  2. ^ Motta, 1991, 8.
  3. ^ L'organo a canne - Informazioni e galleria d'immagini, su orgeldokumentationszentrum.ch. URL consultato il 10 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 379-380.
  • Guglielmo Buetti, Note Storiche Religiose delle Chiese e Parrocchie della Pieve di Locarno, (1902), e della Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), II edizione, Pedrazzini Edizioni, Locarno 1969, 61-64, 65-84, 85-102.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 118-119.
  • Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, ristampa, Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 178-179.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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