Chiesa di San Martino (Varano de' Melegari)

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Chiesa di San Martino
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàVarano de' Melegari
Indirizzovia Martiri della Libertà 11
Coordinate44°41′12.4″N 10°00′49.2″E / 44.686778°N 10.013667°E44.686778; 10.013667
Religionecattolica di rito romano
Titolaresan Martino
Diocesi Parma
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1453
Completamento1769

La chiesa di San Martino è un luogo di culto cattolico dalle forme barocche, situato in via Martiri della Libertà 11 a Varano de' Melegari, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Berceto-Fornovo-Medesano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il luogo di culto originario a servizio del borgo di Varano de' Melegari fu costruito in epoca medievale; la più antica testimonianza della sua esistenza risale al 1230, quando la cappella romanica dedicata a san Martino, di ubicazione ignota,[1] fu citata nel Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma.[2]

Nel 1453 la chiesa di San Martino fu ricostruita nell'odierna collocazione.[2]

Tra il 1726 e il 1769 il tempio fu profondamente modificato in stile barocco,[2] riducendo le navate a una unica e realizzando le cappelle laterali.[3]

Nel 1964 l'edificio fu sottoposto a significativi lavori di restauro, che interessarono particolarmente le decorazioni degli interni.[2]

Nel 1986 alla parrocchia di San Martino fu unita quella di San Pietro di Riviano.[2]

Nel 2007 gli interni della chiesa furono restaurati.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Facciata e lato nord
Lato nord

La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica affiancata da tre cappelle per lato, con ingresso a ovest e presbiterio a est.[2]

La simmetrica facciata a salienti, interamente intonacata, è scandita in tre parti da due alte paraste. Il corpo centrale, lievemente aggettante, è caratterizzato dalla presenza dell'ampio portale d'ingresso, delimitato da una cornice e coronato da un architrave in rilievo; in sommità si apre nel mezzo un finestrone ad arco ribassato incorniciato; poco più in alto si sviluppa un cornicione modanato orizzontale, uguale a un altro che si allunga lungo gli spioventi del tetto. Ciascuno dei due corpi laterali, coperti da tetti a leggio e contenenti le cappelle laterali e gli ambienti di servizio, presenta simmetricamente un portale ad arco a tutto sesto, dei quali quello sulla sinistra cieco.[2]

Il fianco sud è in parte inglobato all'interno della canonica; il lato libero opposto presenta un doppio ordine di aperture, attraverso le quali si affacciano i locali di servizio; sul fondo si erge in continuità col prospetto il massiccio campanile, accessibile dall'esterno mediante il portale alla base, delimitato da una cornice e sormontato da un architrave in rilievo; la cella campanaria si affaccia sulle quattro fronti attraverso coppie di monofore ad arco a tutto sesto, scandite e affiancate da lesene che si elevano su un basamento in lieve aggetto.[2]

All'interno la navata, coperta da una volta a botte lunettata, è affiancata da una serie di lesene coronate da capitelli dorici, a sostegno del cornicione perimetrale modanato; le cappelle laterali, chiuse superiormente da volte a botte, si affacciano sull'aula attraverso ampie arcate a tutto sesto.[2]

Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è preceduto dall'arco trionfale, retto da paraste binate; l'ambiente, coperto da una volta a botte lunettata, accoglie l'altare ligneo a mensa, aggiunto tra il 1970 e il 1980; sul fondo è collocato il settecentesco altare maggiore,[2] in stile rococò,[3] sormontato dalla pala rappresentante San Martino, dipinta nel XVII secolo da un ignoto pittore emiliano.[1]

Di pregio risulta la cappella dedicata alla Madonna del Rosario, interamente decorata nel 1744 da Giuseppe Peroni, che realizzò la pala raffigurante la Madonna del Rosario col Bambino e i santi Rosa e Domenico, due affreschi rappresentanti la Vergine che vince la Morte e la Vergine che vince la Tentazione e due dipinti di San Giovanni Nepomuceno e San Vincenzo Ferreri.[1]

La chiesa ospita inoltre un olio raffigurante Sant'Anna, la Madonna e San Gioacchino, forse realizzato dal pittore ottocentesco parmigiano Giovanni Riccò; nel tempio è infine conservato un fonte battesimale in pietra paesina, risalente alla fine del XIV secolo.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Varano de' Melegari, su prolocovarano.it. URL consultato il 30 agosto 2018.
  2. ^ a b c d e f g h i j k Chiesa dei Santi Martino e Pietro "Varano de' Melegari", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 30 agosto 2018.
  3. ^ a b Storia del Capoluogo, su comune.varano-demelegari.pr.it. URL consultato il 30 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2018).

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