Chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo (Lesignano de' Bagni)

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Chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàMulazzano Monte (Lesignano de' Bagni)
Indirizzostrada Provinciale di Mulazzano
Coordinate44°36′35.5″N 10°18′49.7″E / 44.609861°N 10.313806°E44.609861; 10.313806
Religionecattolica di rito romano
TitolareTrasfigurazione di Gesù
Diocesi Parma
Consacrazione1639
Stile architettonicobarocco e neoclassico
Inizio costruzione1630
Completamento1790

La chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo è un luogo di culto cattolico dalle forme barocche e neoclassiche, situato in strada Provinciale di Mulazzano a Mulazzano Monte, frazione di Lesignano de' Bagni, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Langhirano-Lesignano Bagni-Tizzano-Corniglio-Monchio-Palanzano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'originario luogo di culto romanico fu edificato in età medievale: la prima testimonianza della sua esistenza risale al 1174, quando fu menzionato in un atto notarile.[1]

Nel 1230 la cappella fu menzionata nel Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma quale dipendenza della pieve di San Michele Cavana.[2]

Secondo alcuni documenti del 1494, il luogo di culto risultava all'epoca dedicato a san Martino, ma fu presto reintitolato a san Salvatore, come dimostrato da un rogito del 1505; risale infine al XVII secolo la dedicazione alla Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo.[3]

Nel 1630, a causa delle precarie condizioni dell'edificio medievale, la chiesa fu interamente ricostruita in stile barocco, prolungando la navata e aggiungendo la quattro cappelle laterali; i lavori furono conclusi nel 1639 e il 23 luglio di quell'anno il nuovo tempio fu solennemente consacrato.[3]

A partire dal 1780 il luogo di culto fu parzialmente ristrutturato, sostituendo l'altare maggiore e la pavimentazione, ampliando la sagrestia e infine ricostruendo la facciata neoclassica, completata intorno al 1790.[3]

Nel 1863 furono realizzate le due finestre ai fianchi dell'abside, mentre nel 1885 ne furono aggiunte altrettante alla facciata, in seguito restaurata nel 1894, l'anno dopo la ristrutturazione dell'adiacente torre campanaria.[3]

Tra il 1932 e il 1936 l'edificio fu completamente risistemato in quanto lesionato in più parti; durante i lavori furono anche sostituiti gli intonaci interni ed esterni; alcuni anni dopo il prospetto principale fu nuovamente modificato, chiudendo le due finestre ottocentesche e aprendone una rettangolare in corrispondenza della cantoria, da cui fu rimosso l'organo per ricollocarlo nella seconda cappella laterale destra.[3]

Tra il 1955 e il 1957 furono costruiti in adiacenza al lato settentrionale della chiesa i locali destinati alle attività parrocchiali.[3]

Nel 1960 fu sostituita la pavimentazione interna del luogo di culto.[3]

Il 15 luglio del 1971 un terremoto causò una serie di danni alla chiesa; furono in seguito avviati i lavori di ristrutturazione, che comportarono anche la ricostruzione della prima campata della volta a botte sulla navata.[3]

Nel 1995 furono completamente rifatte le coperture del tempio, mentre tra il 2000 e il 2003 furono eseguiti importanti interventi di restauro e consolidamento strutturale dell'intero edificio.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Facciata e campanile
Lato sud

La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica affiancata da due cappelle su ogni lato, con ingresso a ovest e presbiterio absidato a est.[3]

La simmetrica facciata a capanna, intonacata, è delimitata a nord dai locali parrocchiali e a sud dalla torre campanaria; il prospetto è scandito verticalmente in tre parti da quattro lesene in laterizio, elevate su alti basamenti e coronate da capitelli dorici; nel mezzo è collocato l'ampio portale d'ingresso, affiancato da cornice e sormontato da frontone triangolare in rilievo; più in alto si apre un finestrone rettangolare, mentre ai lati si trovano due nicchie ad arco a tutto sesto; in sommità si staglia il grande timpano con cornice modanata, al cui centro campeggia un oculo.[3]

Il massiccio campanile intonacato si sviluppa su una pianta quadrata; la cella campanaria si affaccia sui quattro lati attraverso ampie monofore ad arco a tutto sesto.[3] Di particolare pregio risulta la formella romanica incastonata nel prospetto anteriore; l'opera, di forma rettangolare, è decorata con un bassorilievo raffigurante una croce astile, affiancata superiormente da due dischi e inferiormente da altrettanti volti umani finemente scolpiti.[1]

La canonica è caratterizzata dal portale d'accesso, delimitato da cornice scolpita in arenaria risalente alla fine del XVIII secolo; i bassorilievi dei due piedritti rappresentano intrecci vegetali, mentre sull'architrave campeggia un ostensorio a raggiera.[1]

All'interno la navata intonacata, coperta da volta a botte lunettata, è affiancata su ogni lato da quattro massicce paraste che delimitano le poco profonde cappelle; in controfacciata aggetta la cantoria, illuminata dal finestrone rettangolare, mentre in sommità corre un cornicione perimetrale in rilievo.[3]

Il presbiterio, preceduto dall'ampia arcata a tutto sesto incorniciata con stucchi, si conclude nell'abside poligonale illuminata da due finestre laterali; al centro è collocato l'altare maggiore, con mensa seicentesca in legno intagliato e dorato.[3]

La seconda cappella sul lato destro ospita dal 1936 l'antico organo, in origine collocato nella cantoria della controfacciata; lo strumento, perfettamente integro anche nelle canne di stagno, fu probabilmente realizzato da Bernardo o Domenico Poncini tra il XVII e il XVIII secolo.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 80.
  2. ^ Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 76.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n Chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore "Mulazzano, Lesignano de' Bagni", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 23 aprile 2017.
  4. ^ Lesignano de Bagni, L'organo, su lacasadellamusica.it. URL consultato il 23 aprile 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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