Castel Tedaldo

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Castel Tedaldo
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
CittàFerrara
Coordinate44°50′19.88″N 11°36′24.88″E / 44.838855°N 11.60691°E44.838855; 11.60691
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Castel Tedaldo
Informazioni generali
TipoFortificazione medievale
Inizio costruzioneX secolo
Primo proprietarioTedaldo di Canossa
DemolizioneXVII secolo
Informazioni militari
Funzione strategicadifesa della città
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Castel Tedaldo è stata una struttura difensiva di Ferrara scomparsa dal XVII secolo. Nella zona dove sorgeva questa fortezza si trova via Castel Tedaldo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione della posizione del Castrum bizantino di Ferrara.

Fu il secondo punto fortificato sorto a Ferrara (dopo il Castrum bizantino) costruito attorno alla fine del X secolo e voluto da Tedaldo di Canossa, che aveva ottenuto da papa Silvestro II[1] la giurisdizione sulla nascente città di Ferrara.

Pianta di Ferrara nel 1597.
Fortezza di Ferrara.

Come il castrum bizantino, la nuova fortificazione aveva la funzione di difendere il traghetto che collegava le due sponde del Po[2] ma in più era stato pensato come roccaforte dei Guelfi, ai quali il Canossa apparteneva. Venne eretto attorno al 986 sulla riva del Po (come il castrum ma più ad ovest).

La crescita della città[modifica | modifica wikitesto]

Una delle vie medievali che univa le due fortificazioni era la via Grande (o via Ripagrande) che fu uno degli assi di crescita est-ovest della città (una città lineare) sulle rive del Po Grande. Sulla via vennero costruite dapprima abitazioni povere, con tetti in paglia, che in seguito vennero sostituite da dimore più confortevoli.[3]

La distruzione di Castel Tedaldo[modifica | modifica wikitesto]

Con la devoluzione del Ducato di Ferrara allo Stato Pontificio e l'instaurarsi del nuovo potere, a partire dal 1598, a Ferrara venne costruita la Fortezza.

Questa nuova e moderna struttura difensiva, opera di Giovan Battista Aleotti pensata per resistere alle artigliere del XVII secolo, costruita su base pentagonale e circondata da un fossato, venne ultimata nel 1618 e comportò, per la sua erezione, la distruzione di Castel Tedaldo e della delizia estense sull'isola di Belvedere, l'abbattimento di interi quartieri con chiese e monumenti medievali e lo spostamento di circa ventimila persone dai luoghi dove vivevano, creando ostilità e rancori nei confronti del papato da parte dei ferraresi.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storia di Ferrara 4. L'alto Medioevo, VII-XII, coordinamento scientifico di Augusto Vasina, Ferrara, G. Corbo, 1987, p. 199.
  2. ^ P.Ravenna, p.31.
  3. ^ G.Melchiorri, p.124.
  4. ^ C.Bassi 3, p.223.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gerolamo Melchiorri, Nomenclatura ed etimologia delle piazze e strade di Ferrara e Ampliamenti, a cura di Carlo Bassi, Ferrara, 2G Editrice, 2009, ISBN 978-8889248218.
  • Paolo Ravenna (a cura di), Le mura di Ferrara: immagini e storia, Modena, Panini, 1985, SBN IT\ICCU\VEA\0042366.
  • Carlo Bassi, Ferrara rara:Perché Ferrara è bella, Cernobbio, Archivio Cattaneo, 2015, ISBN 978-88-98086-23-8.
  • Carlo Bassi, Nuova guida di Ferrara. Vita e spazio nell'architettura di una città emblematica, Ferrara, Italo Bovolenta editore (originario, nel 1981) 2G editrice (per ristampa anastatica del 2012), 2012, ISBN 8889248149.
  • Alberto Alberghini con Sandra Cavicchi (a cura di), Ferrara: la storia del territorio in una collezione di mappe e vedute dal XV al XX secolo, Cento, Siaca Arti grafiche, 2008, SBN IT\ICCU\UFE\0876136.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]