Casa dell'Allegoria di Firenze

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Casa dell'Allegoria di Firenze
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
IndirizzoPiazza della Calza 2r-3r-4r, angolo via Romana 102 e via dei Serragli
Coordinate43°45′39.83″N 11°14′30.4″E / 43.761064°N 11.241779°E43.761064; 11.241779
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Usocivile

La casa dell'Allegoria di Firenze è un edificio del centro storico di Firenze, situata in piazza della Calza 2r-3r-4r, angolo via dei Serragli e via Romana 102, nella zona di Oltrarno. La casa si trova scenograficamente posizionata as ampio cuneo tra via Romana (dove è l'ingresso) e via de' Serragli, davanti all'accesso di Porta Romana e nel tempo ebbe la facciata decorata da affreschi allegorici, l'ultimo dei quali risale al 1954 e ha come titolo la La vita di Firenze nei secoli del pittore Mario Romoli.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'affresco seicentesco[modifica | modifica wikitesto]

Riproduzione dell'affresco di Giovanni da San Giovanni in un'incisione di Giuseppe Zocchi (1744)

Anticamente il prospetto che si apprezza appena entrati dalla porta in città si presentava arricchito da un affresco di Giovanni da San Giovanni commissionato da Cosimo II, molto elogiato dai contemporanei, con un'Allegoria della città di Firenze che, seduta fra Pisa e Siena, riceveva gli omaggi di Flora, del 1617 circa. La guida della città del 1850 indica il lavoro come "superbo", aggiungendo tuttavia che "le intemperie lo hanno quasi totalmente distrutto" (già nel 1838 risultava assai "assai danneggiato"). Ai tempi di Garneri e Bertarelli tracce dell'opera erano ancora visibili e segnalate nelle guide cittadine[1].

In data imprecisata (comunque presumibilmente tra il 1950 e il 1953) ciò che restava del dipinto fu staccato e dovrebbe attualmente trovarsi in uno dei depositi della Soprintendenza. La documentazione sull'affresco è comunque ampia e comprende sia alcuni disegni e studi preparatori dello stesso Giovanni da San Giovanni[2], sia il frontespizio scelto dallo Zocchi per la sua serie di incisioni sulla Firenze settecentesca, che appunto lo riproduce e che non poco ha contribuito alla sua fama[3]. In sintesi, come abbiamo accennato, l'affresco presentava l'allegoria di Firenze, seduta in trono con l'abito dell'Ordine di Santo Stefano, con ai lati le personificazioni delle città di Pisa e di Siena. Flora (la figura meglio conservata secondo le testimonianze del Novecento) e le quattro stagioni apparivano nell'atto di fare omaggio dei loro frutti alla città, mentre l'Arno era raffigurato nella tradizionale figura virile distesa e appoggiata a un orcio dal quale sgorgava l'acqua. Marte, Minerva, Mercurio e Apollo erano rappresentati festosi, mentre in alto, fra la figura della Vigilanza e quella della Giustizia, trionfava lo stemma mediceo[1].

L'affresco odierno[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1953 fu bandito un concorso, fortemente voluto dall'allora sindaco Giorgio La Pira, per sistemare agli ingressi della città opere d'arte che dimostrassero le antiche tradizioni di ospitalità di Firenze. Il pittore Mario Romoli, vincitore rispetto a Renzo Grazzini e Rodolfo Margheri, dipinse così qui La vita di Firenze nei secoli (realizzata negli ultimi mesi del 1954 e inaugurata il 16 gennaio 1955), che intendeva sintetizzare la cultura artistica cittadina nel corso del tempo: a destra sono raffigurati, secondo l'iconografia più diffusa che li rende sufficientemente riconoscibili, personaggi del Medioevo e del Rinascimento, a sinistra sono invece i protagonisti della Firenze del Novecento, contemporanei e amici di Mario Romoli, presente con un autoritratto mentre dipinge una tela[1].

Da sinistra si riconoscono Quinto Martini (che modella una statua), Luigi Campedelli, Giovanni Papini (col libro in mano), Ardengo Soffici (col maglione a coste), Ottone Rosai, Italo Gamberini (con in mano un progetto), Primo Conti e lo stesso Mario Romoli (seduto al cavalletto), oltre a un muratore inginocchiato in basso a sinistra a simboleggiare tutte le maestranze impegnate nella ricostruzione di Firenze dopo i danni della guerra; a destra Dante Alighieri, Masaccio, Leonardo da Vinci (con la barba bianca), Marsilio Ficino, Girolamo Savonarola (con l'abito domenicano), Agnolo Poliziano, Lorenzo de' Medici (col chaperon) e Francesco Ferrucci (in armatura). Al centro, sopra la finestra, San Giovanni Battista e Maria incoronata presso un trigramma IHS. In un angolo, in una fessura del muro, fu al tempo collocato un barattolo con articoli di giornale e foto, come messaggio dell'artista ai fiorentini del futuro[1].

"Per l'impianto spaziale della scena, Romoli riprende l'ambientazione urbana dell'affresco di Masolino e Masaccio con San Pietro che guarisce lo storpio e resuscita il figlio di Teofilo nella Cappella Brancacci al Carmine"[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Paolini, scheda web
  2. ^ pubblicati dai Thiem nel 1964.
  3. ^ Riproduzione della stampa
  4. ^ Maier 2017

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Le bellezze della città di Firenze, dove a pieno di pittura, di scultura, di sacri templi, di palazzi, i più notabili artifizi, e più preziosi si contengono, scritte già da M. Francesco Bocchi, ed ora da M. Giovanni Cinelli ampliate, ed accresciute, Firenze, per Gio. Gugliantini, 1677, pp. 124-125;
  • Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino; o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Imperiale, 1765, p. 215;
  • Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino o sia Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1771, p. 229;
  • Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino, o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della citta di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1781, p. 208;
  • Vincenzio Follini, Modesto Rastrelli, Firenze antica, e moderna illustrata, 8 voll., Firenze, Allegrini et alt., 1789-1802, VIII, 1802, pp. 163-164;
  • Marco Lastri, L’osservatore fiorentino sugli edifici della sua Patria, Terza edizione eseguita sopra quella del 1797, riordinata e compiuta dall’autore, coll’aggiunta di varie annotazioni del professore Giuseppe Del Rosso R. Consultore Architetto, ascritto a più distinte società di Scienze, e Belle Arti, 8 voll., Firenze, presso Gaspero Ricci, 1821, VII, pp. 101-103;
  • Guida della città di Firenze e suoi contorni con la descrizione della I. e R. Galleria e Palazzo Pitti, Firenze, presso Antonio Campani, 1828, p. 207;
  • Marco Lastri, Pittura a fresco di Gio. da S. Gio. in faccia alla detta porta, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, XIII, pp. 10-12;
  • Pietro Thouar, Notizie e guida di Firenze e de' suoi contorni, Firenze, G. Piatti, 1841, pp. 439-440;
  • Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, p. 659;
  • Nuova Guida Di Firenze, Firenze, Editore Ricci, 1845, p. 243;
  • Giuseppe Formigli, Guida per la città di Firenze e suoi contorni, nuova edizione corretta ed accresciuta, Firenze, Carini e Formigli, 1849, p. 207;
  • Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, p. 602;
  • Iscrizioni e memorie della città di Firenze, raccolte ed illustrate da M.ro Francesco Bigazzi, Firenze, Tip. dell’Arte della Stampa, 1886, p. 325;
  • Luigi Vittorio Bertarelli, Italia Centrale, II, Firenze, Siena, Perugia, Assisi, Milano, Touring Club Italiano, 1922, p. 168;
  • Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, p. 265, n. IV;
  • Luigi Vittorio Bertarelli, Firenze e dintorni, Milano, Touring Club Italiano, 1937, p. 287;
  • Gunter Thiem, Christel Thiem, Toskanische Fassaden-Dekoration in Sgraffito und Fresko: 14. bis 17. Jahrhundert, München, Bruckmann, 1964, pp. 145-146, n. 99, tavv. 197-199;
  • Eve Borsook, Ecco Firenze. Guida ai luoghi e nel tempo, edizione italiana a cura di Piero Bertolucci, Milano, Mursia, 1972 (ed or. The Companion Guide to Florence, London, Collins, 1966), p. 300;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, I, 1977, p. 169;
  • Graffiti affreschi murales a Firenze, a cura della Sezione Didattica degli Amici dei Musei Fiorentini con contributi di Francesca de Luca e Eleonora Pecchioli, Firenze, Edizioni Cooperativa Lo Studiolo, 1993, pp. 106-107;
  • Guida alla scoperta delle opere d’arte del ‘900 a Firenze, progetto IRRSAE Toscana a cura di Daniela Salvadori Guidi, Firenze, Leo S. Olschki, 1996, pp. 134-135, n. 180;
  • Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, I, p. 107;
  • Franco Cesati, Le piazze di Firenze. Storia, arte, folclore e personaggi che hanno reso famosi i duecento palcoscenici storici della città più amata nel mondo, Roma, Newton & Compton editori, 2005, p. 41.
  • Melania Cristina Cotoi, in Firenze itinerari del Novecento00, a cura di Lia Bernini, Firenze, Nardini, 2017, pp. 100-101 (Affresco La vita di Firenze nei secoli);
  • Ilona Maier, in Firenze itinerari del Novecento, a cura di Lia Bernini, Firenze, Nardini, 2017, pp. 152-153 (Piazza della Calza).

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